"Va tutto bene": Recensione

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Hi!
La prima recensione che propongo riguarda "Va tutto bene", un giallo scritto da aurorawritervannucci, che vede come protagonista una giornalista, di nome Vittoria, calata in una missione investigativa sulla prematura scomparsa del calciatore della Juventus Lorenzo Strozzi, apparentemente morto per suicidio.

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TESSITURA DELLA TRAMA 🕸

L'autrice intreccia le vite di due personaggi, Vittoria e Lorenzo, dal ruolo diametralmente opposto; la prima difatti lavora quale giornalista, dedicandosi dunque a riportare eventi di cronaca e di fama principalmente locale, per attrarre così l'attenzione dei lettori verso il giornale per il quale lavora, mentre Lorenzo cerca disperatamente la lontananza dalla ribalta in seguito dello scandalo che lo vede coinvolto nell'utilizzo di sostanze dopanti nella finale di Champions, giocata fra l'altro in maniera pessima.
Si hanno dunque queste due spinte, che premono veemente l'una sull'altra, finendo per legare i destini dei due personaggi in uno stretto gioco di comunicazione fra il mondo dei vivi, dove risiede Vittoria, speranzosa di comprendere le cause profonde del passaggio del giocatore alla dimensione ultraterrena, e quello dei morti, che custodisce la povera anima tormentata di Lorenzo, la cui ultima testimonianza sono alcune pagine di diario scritte con un tono stanco e drammatico.
Il drappeggio della storia è tanto semplice quanto apprezzabile, di certo non audace, ma comunque piacevole all'occhio.

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QUALITÀ, QUANTITÀ, QUESTIONI✍️

Il contenuto viene presentato alternando la tecnica epistolare ad una narrativa convenzionale, permettendo così alle capacità della scrittrice di essere messe in risalto, senza tuttavia sacrificare la continuità del patto narrativo. Ecco che dapprima giunge il flusso di pensieri di Lorenzo, intimo e intenso, che canta innocentemente delle sue difficoltà adolescenziali, le parole di un ragazzo normale immesso in un mondo governato dalla spietata competizione. La sua passione per il calcio, il principio di causalità meccanica, viene presto eclissata dalla volontà di performare secondo le aspettative del pubblico, il principio di causalità finale, volgendo quello che una volta era il gioco spensierato di un bambino sognante in una stringente professione impersonale.
Il consumismo, esponenzialmente espanso dalla gogna mediatica, finisce per rendere cinico e interessato persino l'intrattenimento, simbolo della libertà espressiva.
Vi è poi l'innocente ricerca di Vittoria, personaggio che, seppur anagraficamente più grande, pare immaturo e quasi fiabesco nel suo nuovo ruolo di investigatrice. Il capo della redazione puntualmente la riporta alla realtà, ricordando come non stia vivendo in un film e come pertanto si debba attenere al suo ruolo di giornalista locale, lasciando le questioni scomode a coloro ai quali competono.

Lo stile molto sobrio e scorrevole rende leggera la lettura, facendo aderire dignitosamente il lessico al contenuto. La qualità dello scritto è pertanto proporzionale alla quantità degli eventi narranti, creando così un bilanciamento ben ponderato.

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DEFEZIONI INFETTIVE (INTROSPEZIONI E PROSPETTIVE) 😷

La nota dolente di questo racconto è certamente la mancanza di introspezione riguardo ai personaggi secondari. È bene dire che siamo solo all'ottavo capitolo, per cui vi è ancora tempo per sopperire a tale problema, ma lo spazio entro il quale si muove Vittoria pare fin troppo lineare, quasi metafisico-teatrale. La prospettiva è unitaria, prevedibile, stantia per certi versi, elemento che può rendere la narrazione più personale e riconoscibile, ma nel caso di storie poco complesse non fa altro che renderla passiva. Si riscontrano anche alcuni errori minori a livello grammaticale, in particolare sull'uso della punteggiatura e dei connettivi, ma generalmente non costituisce nulla di grave in quanto è facilmente risolvibile con una breve revisione.

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HANA DICE COSE! (AKA LA MIA PARTE PREFERITA DELLA RECENSIONE) 👼

Ordunque Hana ha gradito la storia, yep yep, anche se non conforme al genere che è solita leggere. Il ragionamento scaturito dalla lettura è questo:
•Il calcio è uno sport per molti.
•I molti sono talvolta troppi.
•Le eccedenze certificano eccitazione collettiva.
•L'eccitazione porta a orgiastici riti dionisiaci.
•L'ebrezza dell'erba è tifo per i tifosi, verace viatico d'un'epopea epocale.
•Il martello dell'arbitrio batte fendente sul fondiario patrimonio popolare.
•Giornalismo e investigazione istigano giochi di rincorsa per mete permutabili.

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L'ABBINAMENTO 🎨

In conclusione abbino a "Va tutto bene" il film "Diamantino - Il calciatore più forte del mondo", uscito nel 2018, scritto e diretto da Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt. Seppur non sia una pellicola ricercata o di spessore, risulta nel complesso godibile e divertente, con la sua casuale miscela di calcio, politica, sequenze deliranti e molto altro ancora.

Sinossi: La stella del calcio Diamantino passa da un giorno all'altro dalla gloria alla disgrazia. Nel tentativo di dare un nuovo senso alla propria vita, l'uomo si imbarca in una delirante odissea.

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Nota autoriale: Qui si conclude la recensione, spero possa essere utile all'autrice e le possa fornire alcuni spunti di riflessione. Matane🌱

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