Capitolo 2

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Quando aprii gli occhi, iniziò a girarmi la testa.
Mugolai per il fastidio.

"Buongiorno fiorellino, dormito bene?~" sentii una voce maschile davanti a me, alzai di poco la testa ancora intontita

"Cosa....? D-dove mi trovo?" domandai iniziando a guardarmi intorno

"Non a casa" rispose l'uomo

Da quel che potevo vedere, mi sembrava di essere in una specie di magazzino abbandonato, e dopo qualche istante mi accorsi di essere legata ad una sedia.
Spalancai gli occhi e iniziai ad agitarmi.

"Sai vero che non serve a niente dimenarsi in quel modo?"

Guardai lo sconosciuto, era giovane, aveva dei capelli rosa, probabilmente tinti, che arrivavano fino alle spalle, con quella poca luce potei vedere delle cicatrici ai lati della bocca e indossava un abito formale, solo che le maniche della camicia bianca erano arrotolate.
Il mio cuore iniziò a battere forte per il panico mentre lui mi fissava compiaciuto.

"Hai paura?" domandò con voce melliflua

Iniziai a tremare, non solo per il freddo, ma anche per la paura, il mio petto faceva su e giù velocemente.

"Se si, fai bene ad averne" frugò nella tasca dei pantaloni per poi tirare fuori una piccola scatolina e prendere una specie di pillola.

Cos è quella roba?

Se la portò alla bocca ingoiandola ed emise un verso di soddisfazione, il tutto sotto il mio sguardo perplesso.

"Smettila Sanzu, la stai spaventando" disse qualcun altro ridacchiando, e fu allora che mi accorsi di altre due presenze.
Essendo lontani e siccome era buio, non riuscivo a vedere i loro tratti fisici, ma dalla loro corporatura potei constatare che fossero due uomini.

"Fatti i cazzi tuoi, Ran, so io come fare il mio lavoro" rispose questo cosiddetto Sanzu ricevendo in tutta risposta una risatina da parte sua.

"Invece di fare l'idiota, perché non pensi a disfarti di questa qui? Potrebbe essere solo un problema" disse l'altro ragazzo che era accanto a Ran, sempre rivolto al tizio dai capelli rosa.

"Rindou, non sono io a prendere decisioni qui, non so se lo sai, e poi prima devo divertirmi"

Detto questo Sanzu prese sempre dalla sua tasca un cellulare, probabilmente il suo e iniziò a digitarci qualcosa per poi portarselo all'orecchio e si mise a parlare con qualcuno.

Io nel frattempo nella mia testa mi chiedevo cose del tipo 'morirò?' oppure 'cosa vogliono sti qua? Manco li conosco' oppure ancora 'mi lasceranno vivere?'.

"V-vi prego...l-lasciatemi andare" balbettai impaurita, ma mi ignorarono spudoratamente

"Sai cosa? Ora metto il vivavoce, così anche la tua adorabile figlia può sentire" disse Sanzu per poi avvicinarsi un pó di più e mettere il telefono rivolto verso di me

"Sumire? Stai bene?!" sentii dall'altra parte la voce di mio padre, e questa cosa mi lasciò sorpresa

"Papà, chi sono questi qui? Ho paura!" ero sul punto di scoppiare a piangere, infatti iniziarono a pizzicarmi gli occhi

"Cosa le avete fatto?" chiese lui

"Ancora niente" rispose Sanzu con tutta la tranquillità di questo mondo

"Vi scongiuro, non fatele del male" anche lui era quasi sul punto di piangere

"Questo succede quando ti metti contro la Bonten, ti diamo due settimane, dopodichè, se non avrai pagato il riscatto, la tua figlioletta morirà di atroci sofferenze" disse Sanzu senza un briciolo di sensibilità e gli riattaccò in faccia per poi mettersi a guardarmi con un sorrisetto fastidioso

"E quindi cazzo facciamo con questa?" chiese...Rindou?

"Semplice, la teniamo con noi finchè quel figlio di puttana non paga, cazzo vuoi che facciamo?" rispose lui posando lo sguardo sul suo amico

Paga? Che deve pagare mio padre?

"Uff, che palle"

"Eddai Rindou almeno abbiamo un'altro giocattolino da usare a nostro piacimento" disse il ragazzo dai capelli rosa per poi mettersi a ridere, non prestai molta attenzione a quelle parole, per il semplice fatto che non era quello il mio vero problema

"Ma per favore" rispose Rindou sbuffando

"Non sei felice piccoletta? Starai qui per molto tempo" mi disse Ran ghignando

"Mah, io l'ammazzerei anche adesso" disse Rindou

"Andiamo fratellino, vuoi perdere un'occasione del genere?"

Sono fratelli?

"Io voglio sapere chi siete voi e che cosa volete da mio padre" dissi dopo aver preso una elevata dose di coraggio, i tre posarono gli occhi sulla mia figura impotente

"Noi? Siamo la Bonten, mai sentito parlare di noi al telegiornale? Ce l'avevi una TV a casa?" Sanzu mi guardò stranito

Ci riflettei su, non seguivo molto il telegiornale, soprattutto quando parlavano di cronaca nera, ma avevo già sentito quel nome da qualche parte. Molto probabilmente me ne aveva già parlato Kaede e me ne ero completamente scordata non prestando molta attenzione alle sue parole.

"E vogliamo che il tuo caro paparino paghi i debiti....se non lo farà, morirai, giusto per fargli avere un peso in più a quel bastardo" continuò lui con un sorriso quasi psicopatico

"Debiti? Quali debiti?" gli domandai non capendo

"Fai troppe domande, lo sai?" stava iniziando ad innervosirsi, si vedeva, e per non alimentare ulteriormente questo suo nervosismo, decisi di starmene zitta

"Aw, guardatela, sta tremando, ha paura~" commentò Ran squadrandomi, il suo amico con le cicatrici ridacchiò

E cosa si aspettano? Che stia tranquilla e serena?

Da quello che avevo capito, loro avevano dato due settimane a mio padre per pagare dei debiti, anche se non avevo capito di quali debiti stessero parlando.
Pregai tutti i Santi del paradiso affinché mio padre li pagasse per mettere in salvo me.

"Sono sicuro che tu e l'altra puttanella andrete molto d'accordo" disse Ran ghignando

C'è un'altra ragazza qui?

Ero confusa, molto confusa. Possibile che fosse la stessa ragazza del telegiornale scomparsa nel nulla pochi giorni prima?
D'un tratto arrivò qualcuno, un'altro uomo, che stava trascinando per i capelli una ragazza.
La povera malcapitata si dimenava come non mai, io guardavo la scena terrorizzata.

"Sta stronzetta ha provato nuovamente a scappare, posso spezzarle l'osso del collo adesso?" domandò l'uomo buttando la ragazza per terra con noncuranza.

"Mochi, rilassati" gli disse Ran

"No, sta qui mi ha lanciato qualcosa in testa, come faccio a rilassarmi?"

"Riceverà la punizione che si merita" disse Sanzu per avvicinarsi nuovamente a me, mi slegò e mi strattonò per un braccio costringendomi ad alzarmi.
Mi aiutò a stare in piedi, per poi iniziare a trascinarmi verso chissà dove.

ANGOLO DI UNA TROGLODITA

👁️👄👁️

Stockholm Syndrome // Bonten arcDove le storie prendono vita. Scoprilo ora