La prima volta che ti ho visto (PARTE 2)

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«La ringrazio Mr Evans, prometto che mi impegnerò.»

«Lo spero per lei, adesso può andare.»

Facevo già fatica a stare al passo di tutte le materie che avevo da studiare e come ciliegina sulla torta mi toccava recuperare anche in filosofia, che detestavo oltre ogni limite.

«Debby allora? Cosa ti ha detto?» chiese Abby curiosa appena uscii fuori dall'aula.

«Che rischio l'insufficienza se continuo a non studiare.»

Lei mi sorrise, come se quella fosse una bella notizia. La sua empatia era spesso assente, quindi non mi stupii più di tanto di quella reazione.

«Secondo me gli piaci, non ti ha levato gli occhi di dosso.»

«Non lo ha fatto per evitare che mi distraessi, mi ha massacrata per tutto il tempo» le ribadii con calma.

«Come sei negativa, comunque andiamo a salutare Alex e gli altri.»

Alex era il suo ex ragazzo, l'unico che era riuscito a stare con lei per due anni. Di solito le relazioni di Abby duravano due settimane, massimo un mese se i ragazzi in questione erano molto carini.

«Ciao Alex!» lo salutai controvoglia, visto che tra noi non c'era proprio un buon rapporto.

«Ciao Deb, ciao Abby come state?»

Prima di poter rispondere Abby gli era già saltata addosso, abbracciandolo e sbaciucchiandolo, per poi passare al successivo ragazzo del gruppo.

«Mi spiace, sai com'è fatta.»

«Tranquilla Deb mi è passata, non l'ho vista per tutta l'estate e ormai mi sono rassegnato.»

«Hai conosciuto un'altra ragazza in vacanza?» indagai per capire se ci fosse qualcun'altra già nel suo cuore.

«No per ora non ho fretta. Cambiando discorso a che corsi ti sei iscritta quest'anno?»

Era evidente che non voleva parlare di quelle cose, di solito non mi faceva mai quel genere di domande. Non si era mai interessato ai miei progetti prima di allora.

«Continuerò a suonare nell'orchestra della scuola.»

Una delle poche cose in cui ero abbastanza brava, era suonare il violino. Fin da piccola mio padre mi aveva trasmesso la sua stessa passione per la musica e io avevo sempre cercato di essere alla sua altezza.

Lui era un uomo che dava anima e corpo per la musica, a quella sua passione che poi si era trasformata anche nel suo lavoro. Passava veramente poco tempo a casa e non riposava praticamente mai.

Le vacanze erano praticamente impossibili da organizzare perché lui non voleva andare mai da nessuna parte, diceva sempre di avere troppe cose da fare. Forse uno dei motivi che lo aveva fatto ammalare era anche il troppo stress.

Due anni fa la malattia lo aveva portato via da me e mia madre. Un tumore incurabile avevano detto i dottori. Dopo essersene andato, l'unica cosa che mi era restata erano i suoi insegnamenti, la sua gioia nel vederlo creare la sua musica.

Avrei voluto avere il suo stesso talento, ma per quanto mi sforzassi non sarei mai riuscita a raggiungere quel livello di dedizione.

Decisi di non farmi stravolgere nuovamente dai ricordi e tornai alla realtà.

«Tu invece che corsi farai?»

«Penso quello di giornalismo» e mentre Alex mi raccontava le motivazioni della sua scelta, vidi di sfuggita il professore di filosofia che stava parlando con Mrs Smith, l'insegnante di matematica.

Lui dagli occhi di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora