Il suo tradimento (PARTE 2)

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In classe andai al mio posto senza guardarla nemmeno in faccia, spensi perfino il cellulare per evitare di essere disturbata dai suoi piagnistei continui e incessanti.

Le ore passarono velocemente e quando venne la pausa, cercai un modo per evitare lei e gli altri. Non potevano di certo dire che non ero brava a nascondermi, non mi importava di sembrare una vigliacca, non avevo nessuna voglia di incontrarla.

Nelle lezioni successive decisi di concentrarmi sulle spiegazioni dei professori per non pensare a niente, ma tutti i miei tentativi fallirono miseramente.

Non riuscivo a non pensare che da lì a poco avrei dovuto incontrare Mr Evans e avrei anche dovuto fornire una spiegazione più che valida al mio comportamento.

Sicuramente mi avrebbe chiesto ancora il motivo del mio sfogo improvviso. Non contenta lo avevo anche volutamente ignorato quando mi aveva chiesto di non andare via fuggendo come una ladra.

Lo aspettai in classe cercando di mettere insieme un po' di sicurezza, per non cedere all'istinto di sparire prima del suo arrivo.

«Salve signorina Harrison» mi salutò di nuovo in tono formale. Era logico, eravamo in un ambiente scolastico, non si poteva fare altrimenti.

«Ciao Prof.»

«È pronta a cominciare?»

«Certo» gli risposi tutta in imbarazzo.

I minuti passarono lentamente e Mr Evans faceva il possibile per spiegarmi i concetti più semplici mentre la sua sola presenza mi agitava senza sosta.

La mia attenzione era impegnata a guardare i lineamenti perfetti del suo volto, gli angoli definiti della mascella e quel velo di arroganza che era una delle caratteristiche che meno mi piacevano in lui.

«Ok penso che sia meglio fermarci, oggi sei veramente molto distratta.»

«Odio questa stupida materia.»

«Sei veramente una testa dura. Non ho idea di cosa sia successo sta mattina, ma sicuramente sta influenzando la tua voglia di ascoltare quello che cerco di spiegarti»

Non si rendeva conto che il vero motivo era un altro.

«Cosa vuole saperne lei di cosa mi passa per la testa?»

«Hai ragione e nemmeno me ne importa, ma dovresti almeno pensare al tuo futuro. E con i voti che ti ritrovi rischi di averne uno pessimo.»

Mi guardava intensamente, come se cercasse di mettermi a disagio, non distoglieva il suo sguardo dal mio. Decisi io di abbassarlo, perché mi dava l'impressione che mi stesse giudicando.

«Ti accompagno a casa?» mi chiese con tono aspro.

«Si grazie mia madre lavora fino a tardi.»

«Tuo padre invece?»

Non avrei voluto parlargli di lui, ma non volevo nemmeno mentirgli. Quindi alla fine fui costretta a dirgli la verità.

«Mio padre è morto qualche anno fa per via di un cancro»

Lessi la sua sorpresa in volto. Lo avevo lasciato senza parole.

«Mi spiace, non potevo sapere...»

«Stia tranquillo, ora sto bene.»

Una volta in macchina accese i riscaldamenti e non mi chiese più nulla a riguardo. 

Lui dagli occhi di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora