Il sonno mi stava mettendo veramente a dura prova, per tutta la notte non avevo praticamente chiuso occhio.
Non ero in grado di smettere di pensare che quel giorno almeno per un'ora mi sarei trovata da sola con Mrs Evans. E speravo soltanto che non lo avrei preso a insulti, visto che ogni volta rischiavo quasi di farlo.
«Ehi smettila di dormire.»
Abby era stranamente raggiante quella mattina al contrario di me, che avevo delle occhiaie da fare paura.
«Si hai ragione, non ho dormito per niente» le confessai.
«Un po' di acqua gelida ti farebbe bene.»
Mi convinsi che quella non era poi una pessima idea e decisi di fare come mi aveva consigliato.
«D'accordo allora vado un attimo in bagno, torno subito.»
La lasciai con gli altri nostri amici e me ne andai.
In bagno c'erano altre tre ragazze molto carine che parlavano dei fatti loro in un angolino della stanza. Pensai che fosse strano scegliere un posto del genere per confidarsi le cose, soprattutto per l'odore non proprio piacevole.
«Che puttanella» esclamò improvvisamente una delle tre.
«Abby mi ha detto che è vero, quella stupida ci prova davvero col professore di filosofia.»
«Come se potesse avere delle speranze, povera illusa» fece l'altra.
Quello che si stavano dicendo fece scattare subito un allarme nella mia testa, forse stavo diventando paranoica, ma sembrava che si stessero riferendo proprio alla sottoscritta.
Volevo vederci più chiaro in quella storia. Lo so, sarei dovuta stare zitta, ma in quel momento la rabbia prevalse sulla ragione.
«Di chi state parlando?»
Tutte e tre si girarono verso di me senza battere ciglio. La ragazza bionda, truccata come un pagliaccio mi venne incontro con le altre due al suo fianco e mi sorrise divertita.
«Guarda guarda chi c'è, la ruba ragazzi. Tu si che sei proprio una bella amica.» E andarono via, lasciandomi senza parole.
Stentavo a credere a quello era successo, stentavo a credere che Abby fosse andata a dire cattiverie su di me a quelle tre arpie. Era la mia migliore amica e non le avevo fatto niente per meritare un colpo basso di quella portata.
Le lacrime scesero senza che me ne accorgessi. Non piangevo da quando era morto mio padre, ma ormai non riuscivo più a elaborare la delusione e il senso di tradimento tutti insieme, proprio da una delle persone a cui tenevo di più.
Ero brava a gestire i sentimenti, ma quella volta era diverso, sentivo come se qualcuno mi avesse dato un calcio nello stomaco.
Cominciai a correre per il corridoio non sapendo dove andare, cercando disperatamente l'uscita per prendere un po' di aria e calmarmi, ma andai a sbattere contro qualcosa o meglio qualcuno.
«Ehi cosa succede?» non ci potevo credere, era Mrs Evans e io lo avevo praticamente investito. Mi sentii una perfetta sciocca nel farmi vedere in quello stato, ma non riuscivo a bloccare le lacrime che scendevano copiose sul mio volto.
«Si faccia i fatti suoi» reagii nel peggiore dei modi, ma desideravo solo che mi lasciasse in pace.
«Ok ora smettila. Guardami e dimmi perché piangi.»
«Senta mi lasci stare, non è successo niente di grave» e scappai dai sui occhi preoccupati.
«Ehi aspetta» feci finta di non sentirlo e continuai sui miei passi.
Non volevo assolutamente fargli sapere quello che era accaduto dieci minuti prima in bagno. Solo le bambine piangevano perché l'amichetta stronza si era comportata come lo schifo di persona che era. Del resto mi sarei dovuta aspettare un colpo basso da lei.
Gli indizi erano più che evidenti, ma avevo fatto finta di niente solo per il bene che ci aveva unito per anni.
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Lui dagli occhi di ghiaccio
ChickLitDeborah è una ragazza comune con delle passioni un po' particolari, una ragazza con un passato complicato alle spalle, con una famiglia con cui a stento riesce a parlare. Non le resta altro che la madre e un'amica problematica che non fa altro che m...