Rivali in amore (parte 1)

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L'autobus dopo cinque minuti di attesa era finalmente arrivato a prendermi. Quel giorno ero stata stranamente puntuale, era una di quelle cose che non mi capitava praticamente mai, quindi per me era una specie di novità.

Una volta salita a bordo raggiunsi subito la mia migliore amica, che mi aspettava per raccontarmi dell'ennesima ragazza che le era antipatica.

«Ciao sei pronta a incontrare il tuo ragazzo?»

«Di cosa stai parlando?»

Non capivo davvero a cosa si riferisse, visto che non facevo coppia fissa con nessuno da ormai sette mesi.

«Non fare finta di non capire, ti hanno vista andare in macchina con il nuovo professore»

Lo disse come se mi stesse accusando di qualcosa, come se avessi fatto qualcosa di sbagliato nei suoi confronti.

«Mi stava solo dando un passaggio, avevo dimenticato l'ombrello a casa e fuori diluviava.»

«Mhmm....ah ok ti credo, senti se non ti piace potresti lasciarlo a me?»

«Certo è tutto tuo» e chiusi la questione una volta per tutte.

Per la prima volta Abby mi vedeva come una rivale. E la cosa non mi piaceva affatto. La conoscevo troppo bene e sapevo che una rivalità tra lei e me, sarebbe potuta finire veramente male, soprattutto per la sottoscritta.

Quando scendemmo dal bus non feci nemmeno il tempo a mettere piede nel corridoio della scuola, che Alex mi venne incontro tutto sorridente per darmi un bacio sulla guancia.

«Deb ricordati che abbiamo appuntamento alle otto stasera, ci vediamo dopo!»

Ero sbalordita, cosa diavolo stava dicendo?

La mia amica che nel frattempo aveva visto tutta la scena, mi guardava con due occhi da pazza.

«Ti è dato di volta il cervello? davvero vuoi uscire col mio ex?» era furiosa.

Non sapevo come spiegarle che ero del tutto ignara di quello che mi aveva detto Alex.

«Credimi non ne sapevo niente.»

«Mi hai veramente delusa, da te non me lo sarei mai aspettata» e se ne andò senza darmi il tempo di replicare.

Sentivo il bisogno impellente di raggiungere quel idiota del suo ex ragazzo e dirgliene quattro. La campanella purtroppo suonò proprio in quel momento e il mio piano di vendetta andò in fumo.

Abby per tutta la lezione non fece altro che mandarmi messaggi di odio sul cellulare, naturalmente non le risposi, non volevo assolutamente continuare quella discussione, infondo non avevo fatto niente di male. Ma lei continuava lo stesso a comportarsi come una bambina viziata, una bambina che non voleva saperne di ascoltare.

L'ora che venne dopo era quella con Mrs Evans. Appena entrò dalla porta, tutta la parte femminile impazzì completamente, tutte a tranne io.

«Buongiorno, allora avete studiato?» naturalmente nessuno rispose a quella domanda.

«A quanto pare siete timidi, va bene iniziamo da lei signorina Harrison»

Ormai era chiaro che quell'uomo avrebbe fatto di tutto per mettermi in ridicolo. Sicuramente non aveva dimenticato il dibattito che avevamo avuto nella sua macchina e il modo in cui avevo reagito. Si stava semplicemente vendicando.

«Cosa significa per i greci la parola Sophrosyne?»

«È una malattia?» A quella risposta risero tutti, tutti tranne lui.

«Qualcuno non ha studiato.»

«No l'ho fatto, mi faccia un'altra domanda per favore.»

Dovevo assolutamente evitare che mi mettesse un tre come voto.

Mi guardò spazientito, ma decise lo stesso di darmi un'altra possibilità.

«Cos'è la Gnoseologia?»

«Ehm...è una branchia di medicina?» dissi sorridente, facendo la faccia della finta tonta.

«Signorina non so veramente come fare con lei. Abby potresti dirlo tu?»

Lei sapeva sempre la risposta. Sicuramente quella situazione la stava divertendo oltre ogni immaginazione.

Per tutto il resto dell'ora Mr Evans non mi guardò né mi disse nulla. Avrei dovuto esserne sollevata, ma al contrario mi feriva, perché evidentemente aveva capito che era inutile darmi una possibilità o perdere del tempo con me.

Quando andò via non mi rivolse nemmeno un'occhiata e quel gesto mi fece stare addirittura peggio. Nemmeno nelle altre lezioni riuscivo più a concentrarmi.

A salvarmi fu l'ora di pausa e fu proprio in quel frangente che mi venne in mente un'idea geniale.

Decisi di andare a parlare con il lui, per chiedergli delle lezioni private. É vero era insopportabile, irritante e anche arrogante, ma era l'unico in grado di aiutarmi.

Quando arrivai alla porta rimasi un po' ferma ad osservare i vari insegnati. Erano tutti concentrati a fare le proprie cose, chi a leggere il giornale, chi a bere il caffè, chi a parlare con un altro collega.

Mr Evans invece stava conversando di nuovo con l'insegnante di matematica. Forse aveva un debole per lei, infondo era una delle poche professoresse che si prendesse cura del proprio aspetto. Le altre sembravano tutte uscite da un film degli orrori.

Dopo un po' lui si accorse della mia presenza.

«Signorina Harrison le serve qualcosa?»

«Ehm no, da lei no» e andai via in imbarazzo. Quella scena mi aveva turbata, ma non ne capivo il motivo.

Feci qualche passo nel corridoio prima di sentire una voce chiamarmi.

«Signorina Harrison»

Mi girai e c'era lui «mi dica Mr Evans.»

«Doveva dirmi qualcosa? mi è parsa un po' disorientata»

Rimasi un po' stupita, non mi aspettavo che si fosse accorto di quel particolare.

«Mi chiedevo se potesse aiutarmi in filosofia, facendomi fare delle lezioni di recupero.»

«Non è una cosa che faccio di solito, però le prometto che ci penserò ok?»

Gli feci cenno di sì e lo salutai scusandomi per il disturbo.

Quando tornai in classe, mi resi conto che i miei compagni erano già al loro posto. L'insegnante di storia invece mi aspettava seduta alla cattedra, con un'espressione scocciata in volto.

«La campanella è suonata già da 5 minuti signorina Harrison.»

«Mi scusi» e mi misi al mio posto senza dire altro.

Appena quella vecchia antipatica cominciò a parlare, presi il cellulare tra le mani e lessi i messaggi di Abby. Negli ultimi SMS mi chiedeva scusa per come si era comportata e si diceva decisa a volermi finalmente ascoltare.

Dispiaciuta le risposi e le spiegai tutto per filo e per segno, anche se Alex non ne sarebbe stato per niente felice.

Che bastardo, non avrebbe dovuto chiederti una cosa simile. Mi spiace di non essermi fidata di te :( Si scusò, tutta dispiaciuta di come aveva agito.

Non ti preoccupare, però tu non dirgli nulla.

Stai tranquilla :))

Note dell'autrice.

Ringrazio tutte le persone che mi stanno seguendo. Il continuo sarà pieno di colpi di scena e novità quindi spero che continuerete a sostenermi. Mi farebbe comodo anche se metteste delle stelline alla mia storia, vi ringrazio :)




Lui dagli occhi di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora