Le sue parole (PARTE 2)

1K 47 0
                                    

Si avvicinò con calma e prese il mio viso tra le mani cominciando a guardarmi intensamente negli occhi. Il mio cuore stava letteralmente per fermarsi, il tempo aveva smesso di scorrere e tutto quello che mi circondava si era dissolto nel nulla.

C'eravamo solo io e lui e non riuscivo a prevedere nemmeno lontanamente quali fossero le sue reali intenzioni.

Ci fu un lungo silenzio ad avvolgerci prima che lui si decidesse a romperlo. Nell'attesa potevo soltanto sentire il suo respiro calmo e tranquillo mentre mi fissava con attenzione, quasi come se cercasse di scoprire i pensieri che segretamente custodivo.

«Deborah tu non sei stupida e non pensarlo mai più, va bene?»

Non sapevo cosa dirgli, non mi aspettavo di percepire tanta sincerità e sicurezza nelle sue parole.

Dopo quello che mi aveva detto, continuò a scrutarmi ancora per qualche minuto, per poi lasciarmi libera. L'aria ricominciò a fluire nei miei polmoni evitandomi uno svenimento in piena regola.

Lo vidi andarsene con rammarico. Non ero riuscita nemmeno a salutarlo, l'emozione mi aveva letteralmente paralizzata.

Per un attimo avevo creduto che stesse per baciarmi e invece ancora una volta aveva cercato di salvarmi dal baratro in cui ero sprofondata, infondendomi la forza necessaria di cui avevo bisogno.

Se non fosse stato per lui, quel giorno lo avrei trascorso nel letto con le coperte sopra la testa a sentirmi una perfetta idiota.

Era quel genere di persona che non sopportavo per tanti ragioni, ma avevo apprezzato quel suo gesto, anche perché quella gentilezza non me le ero nemmeno meritata.

E così me ne tornai a casa anche senza aver comprato nulla.

Una volta in camera mia notai il cellulare che si illuminava a intermittenza. Alla fine avevo deciso di sbloccare il numero della mia migliore amica, ma come risultato mi ritrovavo piena dei suoi SMS sgraditi. Ne lessi qualcuno per vedere cosa mi avesse scritto.

Mi chiedeva semplicemente perché mi fossi assentata da scuola e perché la ignorassi senza motivo.

Cancellai tutti i messaggi senza pensarci due volte. Non mi sarei mai rovinata un'altra giornata sentendomi in colpa nei suoi confronti, infondo era stata lei a comportarsi male, quindi le stava bene soffrire.

Per evitare di annoiarmi, portai avanti le faccende domestiche. Passai prima l'aspirapolvere, lavai tutti piatti sporchi e infine misi apposto i letti disfatti. E anche se non ero andata a scuola, almeno non me ne ero stata completamente con le mani in mano.

Mia madre rientrò alle 13 e 30, in perfetto orario.

«Deb già sei a casa?»

Pensai subito a una scusa veloce da propinarle «si, ma oggi c'era uno sciopero e siamo usciti prima.»

Mi guardò poco convinta, ma lasciò cadere il discorso. Probabilmente era troppo stanca per mettersi a indagare.

«Noto che hai perfino fatto il pranzo, brava!»

Lei non era una persona di molte parole e la stanchezza la faceva sembrare più asociale di quanto in realtà non fosse.

Quel giorno presi un'altra importante decisione che mi avrebbe occupato anche il sabato e la domenica.

Il padre di Hellen, una delle mie amiche, aveva bisogno di cameriere al suo ristorante nei giorni festivi. Inizialmente ero stata un po' titubante nel prendermi un altro impegno, ma alla fine avevo deciso di accettare.

L'università a cui avevo fatto domanda costava molto e non potevo costringere mia madre e farsi carico anche di altre spese.

In quel modo avrei fatto la mia parte, anche se non sarebbe stato per niente facile gestire tutte le materie scolastiche, le lezioni di violino e un lavoro contemporaneamente.

Finito di mangiare andai a preparare la borsa. Dovevo recarmi da Hellen per studiare insieme.

Casa sua non era molto distante dalla mia, purtroppo fuori pioveva.

Presi il mio ombrellino mezzo rotto e mi avviai per strada. Il vento quel giorno era abbastanza forte e la pioggia mi bagnò da cima a fondo. Quando fui arrivata, Hellen fu così gentile da prestarmi dei vestiti asciutti.

«Come ti senti adesso Deb?» la sua voce era sempre molto dolce.

«Diciamo che ho visto momenti migliori.»

«Allora mi dici perché hai saltato scuola oggi oppure è un segreto di stato?» 

Lui dagli occhi di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora