𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟐

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"Ma cosa ci fa qui?" Disse tra sé Lily. Non capiva se si stesse immaginando tutto oppure se quella porta non l'avesse notata appena entrata in casa quel giorno.
Si sentiva strana. Qualcosa le stava dicendo di entrare e che non sarebbe successo niente di male. Doveva fidarsi? Eppure era una porta così ben pitturata e lucidata, apposta per essere aperta. Aveva un pomello color oro. Lily decise di entrare.
Con sua sorpresa si trovò davanti un altro lungo corridoio ma molto illuminato rispetto a quello di casa sua. Pavimento azzurro Tiffany e pareti a righe gialle e rosse che avvolgevano il tutto.
Lily era molto confusa ma senza farsi domande proseguì. Più andava avanti e più rimaneva tutto uguale.

"Non finisce più! Mi sembra di camminare da ore!" disse affaticata, e subito si ritrovò un'altra porta a farle da ostacolo. Aveva una scritta incisa in oro: giocattoli.
Alla vista di quella parola, le pupille di Lily si ingrandirono e come una mosca nella tana del ragno entrò al suo interno.
Un mondo del tutto nuovo apparì davanti a lei. Le sembrava un sogno.
Una stanza enorme, con un soffitto quasi illimitato, si fece spazio alla vista di Lily; tantissimi macchinari che sfornavano giocattoli di ogni tipo. Piccoli esseri indaffarati che correvano da una parte ad un'altra. Non riusciva ad identificarli per quanto veloci fossero.
L'unica figura ben definita era un uomo alto con vestiti stravaganti, pieno di campanelle e dei capelli azzurri lunghissimi. A prima vista non capiva se fosse maschio o femmina. La risposta arrivò proprio quando quella figura si girò e cominciò ad avvicinarsi alla bambina.
Lily vide il suo viso ed era quasi sovrannaturale. Non capiva se fosse così di natura, o una persona pitturata in faccia.
Indipendentemente dalle due scelte, Lily lo trovò alquanto inquietante.

"Ehi, Piccola! Cosa ci fai qui?"
Lily da inquietata divenne stranita dal suo tono di voce quasi buffo, ma appena l'estraneo fece un sorriso tirato mostrando i suoi denti aguzzi, la paura s'impossessò di Lily.
La bambina non rispose per il terrore. Sentì tremare tutto il corpo e con la mano strinse forte il braccio di Marlon.

"Sei qui per incontrare il capo?"
Il tipo continuava a fare domande e Lily continuava a non rispondere.
Era sicura fosse un uomo dato il fisico possente e ben definito che aveva davanti a lei. Era altissimo e si sentiva in soggezione dalla sua figura.
Dato che Lily non muoveva un muscolo e di conseguenza non emetteva alcun suono, l'estraneo decise di presentarsi sperando di risultare più amichevole ai suoi occhi.

"Sono CandyPop! Tu come ti chiami? - il suo sorriso si fece sempre più grande, spostò lo sguardo sull'orsacchiotto e subito Lily lo nascose dietro la schiena - E questo piccolo amico chi è?"
L'estraneo notando che la bambina non si muoveva di un millimetro, decise di offrire le sue capacità.

"Noto che non ha un occhio! Ti andrebbe di ripararlo? Conosco una persona che ha delle doti straordinarie!"
Lily non riusciva a fidarsi di quell'essere, ma se poteva garantirle un occhio nuovo per Marlon allora sarebbe andato tutto bene.
CandyPop porse la sua grande mano alla bambina cosicché potesse guidarla fin dove dovevano andare. La bambina la prese e notò subito la differenza tra la sua piccola e morbida, candida mano con quella bianca, pallida con le dita lunghe e snelle di lui. Aveva delle unghie talmente affilate che c'era quasi da aver paura di rimanere feriti da esse.
Il giullare la guidò fino al fondo di quella stanza gigantesca, la quale pareva la fabbrica di giocattoli di Babbo Natale, e quando arrivarono davanti ad una porta ben dipinta di colore rosso, con una targhetta oro con scritto: Jason; CandyPop si girò verso la bambina e le fece l'occhiolino per poi aprire la porta.
Al contrario di quanto si immaginasse Lily, la stanza era un quadrato non molto grande, tutta buia con solo una scrivania ben intagliata nel legno con alcuni affetti personali al di sopra.

"Jason, abbiamo un ospite"
CandyPop attirò l'attenzione della persona all'angolo della stanza avvolta dal buio; successivamente uscì allo scoperto rivelando un viso ancora più pallido del giullare affianco, dei capelli rossi e degli occhi verdi lucenti i quali erano gli unici elementi ad illuminare l'ambiente.
Le piume della giaccia che contornavano il suo volto.
Il suo sorriso che mostrava denti affilati e bianchissimi.

"Come si chiama questa bellissima bambina?" La sua voce era calda e roca, metteva tranquillità e saggezza.
Lily sentì più sicurezza in questa nuova figura che in CandyPop.

"Mi chiamo Lily, e questo è Marlon" Rispose la bambina mostrando il giocattolo tra le mani.
Jason notò l'assenza dell'occhio dell'orsacchiotto e con un piccolo sorriso per far sentire protetta la bambina disse:" Io sono Jason il giocattolaio, al tuo servizio - fece un inchino che Lily apprezzò molto, e con la sua figura alta e snella lo trovò ancora più elegante - Mi dica signorina: qual è il problema del suo piccolo amico?"

"Gli manca un occhio, non lo vedi?" CandyPop interruppe la danza che Jason stava creando con le parole per la bambina.
Con un sorriso tirato e stringendo i denti, Jason rispose sottovoce:"Lo vedo brutto scemo! Volevo che mi rispondesse lei!"

E con quelle parole, Lily notò le orecchie a punta del giullare abbassarsi come se fosse stato un cane appena bastonato dal padrone. Notò anche gli occhi di Jason i quali all'affermazione di CandyPop, divennero sempre più luminosi per poi tornare normali quando si rivolse nuovamente a lei.

"Comunque... provvederò immediatamente alla riparazione di Marlon. Ci vorrà qualche minuto"
Jason fece segno a CandyPop di portare il giocattolo di Lily dai piccoli Esseri che si trovavano aldilà della porta.
La bambina aveva paura che quegli Esseri potessero fare del male a Marlon, e di conseguenza, non potesse più vederlo; ma il giocattolaio capì il suo disagio e con uno sguardo riuscì a trasmetterle la sicurezza di cui lei aveva tanto bisogno in quel momento.

𝐓𝐇𝐄 𝐁𝐋𝐔𝐄 𝐃𝐎𝐎𝐑Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora