Capitolo Ottavo

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Come fa un orologio a contare i secondi così lentamente?

Non potevo crederci, quelli non erano sessanta secondi, erano sessanta secondi allungati all'infinito.

Finalmente la campanella suonò e ci accalcammo tutti verso l'uscita, ma c'era un foglio rosa in bacheca. Oltre ai soliti avvisi per i corsi di teatro e i laboratori musicali, c'era un foglio che annunciava una festa, organizzata dalla scuola il giorno prima del ponte del Ringraziamento.

- Grande! Tu con chi vai?- borbottarono molti tra loro.

"Da sola" pensai.

Tornai a casa di fretta, di sicuro Alex avrebbe iniziato a parlare di questa festa e sinceramente non mi andava l'idea di provare con lei abbinamenti su abbinamenti di vestiti, anche perché lei è una frana in questo campo.

La casa era deserta quindi mi spaparanzai sul divano, sgranocchiando cracker e attaccando alle casse Cremonini, con il volume al massimo.

Presi il portatile e vidi una mail in casella di arrivo. Raf.

Liv ho una fantastica notizia!

Verrò a trovarvi quando avrete il ponte del Ringraziamento! Conta che ho l'esonero di Diritto il weekend prima e poi sono a posto e non devo più studiare. Ci vediamo presto cugina mia!

Un bacio.

Raf.

 

Scattai in piedi dalla felicità. Io e mia cugina eravamo legatissime nonostante i quattro anni di differenza (che poi essendo lei un anno avanti sono cinque anni scolastici, ma dettagli..). Abbiamo sempre fatto tutto insieme, ci scambiavamo le bambole, giocavamo insieme e passavamo le vacanze insieme, c'è anche stato un periodo in cui la differenza di età si è sentita particolarmente, ossia quando ha cominciato il liceo, io avevo nove o dieci anni e mi vedeva davvero come una bambina, una nana con cui si annoiava, poi è passata. In quel periodo studiava giurisprudenza alla Sapienza e sembrava felice, sembrava quello che voleva, e se era felice, anche se esclusa dal suo mondo io ero felice per lei.

Ma con palese disperazione spensi la musica e mi misi a studiare.

"Chi ti fa fare di metterti a studiare il venerdì pomeriggio?" disse una voce dentro di me.

"Cristo Santo per una volta voglio un weekend di pace e serenità." Mi risposi.

C'è da dire che, nonostante le mie origini, io non ero propriamente credente, io ero più che altro agnostica, ossia indecisa.

Il vaticano influenza il mio paese proibendo i matrimoni gay e l'aborto oltre il terzo mese di gravidanza, ci insegna che siamo la meta della nostra religione, che Roma è il punto focale del cristianesimo. Ero agnostica per ripicca, ne avevo piene le tasche di tutte quelle processioni, dei pellegrinaggi, delle suore e dei preti che vanno a correre con il saio e la veste la mattina.

Avevo un rapporto complicato con la religione, forse perché ne ho sentito talmente tanto parlare che non ce l'ho più fatta.

"Guarda guarda i compiti di letteratura sono su Pascoli.."

Chiusi di scatto il libro e lo scaraventai a lato della scrivania. Sapevo tutto su di lui, e non scherzo, proprio tutto, le uniche cose che mi mancavano erano a che ora andava in bagno e che cosa mangiava ai pasti.

Mi cambiai e andai in palestra per fare pilates.

- Liv.- disse mia madre quando mi raggiunse -il 12 ottobre, ossia domani, è il compleanno di Kyle.-

Io non ho un fratelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora