La luce entrava dalla finestra, mi ero scordata di chiudere le tende.
Mi alzai a fatica, con un unico pensiero in testa "24 dicembre".
Come avremmo dovuto dire a Roma, "oggi se magna". Sapevo perfettamente quello che mi aspettava, una cena coi fiocchi.
Uscii dalla mia stanza e, ancora insonnolita, mi diressi in cucina.
-Buongiorno.- mi salutò Jack sorridente. Lo salutai a mia volta, non mi urtava più tanto.
A un certo punto suonò il campanello della porta.
-Vado io!- urlò Kyle.
Lo sentii salutare qualcuno, chiedergli se voleva qualcosa da bere, e poi lui e l'ospite entrarono in cucina.
Mi strozzai con la mia stessa saliva.
-Sono così brutto a prima vista.- chiese Spyros.
-Si può sapere che ci fai qui? Di prima mattina il Ventiquattro Dicembre per giunta!!- esclamai.
Kyle rise di gusto -Di prima mattina non direi.-
Lo guardai interrogativa
-Livia sono le undici e un quarto di mattina.- sbuffò Kyle guardando l'orologio che stava dietro di me. Io mi girai e feci una faccia talmente indecifrabile che anche Jack rise di gusto.
-Bello il pigiama.- mi fece notare Spyros, in effetti la mia mise non era delle migliori.
Diventai tutta rossa e mi coprii il volto con le mani.
-Bravo, oltre al danno la beffa. Bravo davvero.- gli dissi, cercando di nascondere l'imbarazzo.
In quel momento entrò anche mia madre in cucina.
-Ragazzi buongiorno! Ciao Spyros, teso... Livia che ci fai ancora in pigiama?! Su vestiti! Non vedi che c'è un ospite?- rincarò subito.
-O madre Santa.- dissi in italiano alzando gli occhi al cielo.
-Adesso esplode.- scherzò Spyros.
-Se fai il countdown giuro lo faccio.- dissi con un tono esaurito, facendolo ridere.
-Ma hai fatto colazione?- chiese mia madre. Sbuffai sonoramente.
-No mamma, non ancora, mi sono svegliata ora.- le dissi in italiano.
-Va bene, va bene, ma non ti agitare tesoro.- disse.
Rimasi seriamente senza parole, poi scossi la testa e mi versai il latte e i cereali.
-Spyros posso offrirti qualcosa?- chiese mia madre.
-No Lele, grazie lo stesso.- rispose cordialmente lui.
-Che dovete fare?- chiese Jack
-Dobbiamo parlare di alcune cose, di scuola soprattutto, ci hanno dato un progetto da consegnare per la fine delle vacanze.- ci informò Kyle.
-Va bene, allora vi lasciamo in pace.- disse mamma.
Dopo colazione mi feci una doccia, avevo i capelli piuttosto sporchi a dirla tutta, stavo tornando in camera mia dal bagno, con un turbante sulla testa e l'accappatoio stretto addosso, quando sentii una voce dire -Rispetto al pigiama così stai molto meglio.-
Mi girai di scatto e guardai con uno sguardo carico di rabbia Kyle, che stava appoggiato allo stipite della porta della sua stanza. Lui mi guardava con un sorrisetto divertito.
-Amico questa non è in osservazione da fratello maggiore, ma da pervertito.- gli fece notare Spyros, a cui fui particolarmente grata.
-Ascolta l'amico tuo.- dissi a Kyle.
-Si ma io non sono tuo fratello, ricordi? Sono solo un semplice coinquilino. Quindi di conseguenza faccio osservazioni da coinquilino.- replicò lui tranquillamente.
-E allora sei un coinquilino pervertito.- dissi con la sua stessa tranquillità, lui scosse la testa con quel sorrisetto divertito stampato in faccia e rientrò nella sua stanza. Io mi chiusi in camera, mi asciugai i capelli e mi vestii.
Poi, non sapendo che fare, tirai fuori la chitarra. Mi sedetti sul letto e appoggiai la schiena al muro, seriamente indecisa su quale canzone fare.
Poi, come presa da un colpo di genio, iniziai a pizzicare le corde sulle note dei Red Hot Chili Peppers, "Snow" per la precisione, e come trasportata dalla tranquillissima potenza delle note che io stessa stavo suonando iniziai a cantare.Come to decide that the things that I tried
Were in my life just to get high onWhen I sit alone come get a little known
But I need more than myself this timeStep from the road to the sea to the sky
And I do believe that we rely onWhen I lay it on
Come get to play it on
All my life to sacrificeHey oh listen what I say oh
I got your
Hey oh now listen what I say oh, oh.Come al solito mi incantai sul ritornello della canzone e continuai a suonarlo senza andare avanti, mi piaceva troppo.
A un certo punto la porta della mia stanza si aprì, forse per una corrente d'aria, e vidi che c'erano Spyros e Kyle in corridoio che schioccavano le dita a tempo di musica.
-Siete un po' sgamati così, che dite?- dissi in italiano.
I due si fermarono all'istante e mi fissarono. Io non resistei e scoppiai a ridere.
-Dovreste vedere le vostre facce.- dissi tra le risate.
-Molto divertente carina, ma è leggermente scordata.- mi fece notare Kyle.
-Dici?- chiesi, non me ne ero accorta, strano, il mio orecchio assoluto non mi tradiva mai.
-Senti il La.- mi suggerì.
Lo suonai e aveva ragione, era leggermente più basso. Avvitai la corda del La e lo suonai di nuovo. Sta volta era perfetto.
-Orecchio assoluto?- mi chiese lui.
Io annuii -Anche tu eh?- chiesi poi a mia volta.
-Già.- disse in tono sofferente.
-Un peso immane che vi tocca sopportare ragazzi.- disse Spyros.
-Ragazzi.- li salutò mia madre noncurante, poi si illuminò, e disse una cosa che avrei preferito non dicesse.
-Spyros tu hai programmi per sta sera?- chiese allegra.
Mi cascarono le braccia, pure lui no, non bastavano Kyle e Lewis, dovevamo comporre la trilogia di strafighi.
-Mah niente di particolare.- disse il greco -Perché?-
-Sta sera, su idea di Livia, facciamo il tipico cenone del ventiquattro, prima di Natale. Sarei felice se venissi anche tu!- disse mamma.
-Avrà una famiglia anche lui con cui festeggiare..- mi lasciai sfuggire. Mia madre mi guardò stranita.
-Livia ha ragione, ma scorda un dettaglio.- disse Spyros, alzai lo sguardo e lo guardai curiosa -Io sono ortodosso.- mi ricordò -Quindi io Natale non lo festeggio sta sera, ma domani.-
Annuii in assenso, mi aveva fregato.
-Bene! Quindi direi di aggiungere un posto a tavola.- trillò mamma tornando in cucina.
-In verità anche in Italia festeggiamo il venticinque, ma il cenone è una cosa da Roma in giù.- dissi poi a Spyros. -Per noi è un pasto unico.-
La giornata trascorse tra preparativi tipo "taglia il pane", "apparecchia", "sistema il salmone" e cose del genere.
Io mi cambiai, mi misi un paio di jeans neri con mocassini neri abbinati, un maglione bianco, mi legai i capelli in una treccia e poi tornai in cucina ad aiutare mia madre.
Quando suonò il primo citofono una scossa elettrica si scagliò su tutti noi.
-Lauren? Si quarto piano!- sentii dire mia madre.
-Il primo arrivo è il più massiccio.- commentò Kyle.
-Meglio così.- replicai.
La famiglia Fray al completo si riversò in salotto, io li accolsi uno per uno.
-Ciao Liv!- mi salutarono le gemelle.
-Ciao Lana, ciao Fanny.- le salutai a mia volta.
-C'è la pizza?- mi chiese Oscar. Io risi semplicemente.
-Liiiiv.- Alex mi si gettò addosso.
-Ciao Alex.- dissi stringendola a me.
-Guarda guarda chi si rivede!- disse Lewis varcando la soglia d'ingresso.
-Felice di rivederti.- dissi baciandolo sulle guance, dovetti mettermi in punta di piedi per raggiungerlo.
-Livia! Come stai? Che bella casa davvero! Tieni questo è un piccolo pensierino..- Lauren mi investì come un tir in corsa, ma non riuscivo a non adorare quella donna.
-Eleonora!- esclamò quando vide mia madre, e subito iniziarono a parlare e a ridere insieme.
-Marcus!- dissi alla fine.
-Livia! Sono felice di rivederti.- disse entrando in casa.
-Jack Davis, piacere di conoscerla.- disse Jack andando verso Marcus con la mano tesa.
-Marcus Fray, piacere mio.-
Il primo carico era arrivato.
Ci sistemammo tutti in salotto a parlare, in diversi gruppetti, quando Kyle andò ad aprire a Spyros, che era tornato a casa per cambiarsi.
Il greco si presentò al primogenito dei Fray e iniziarono a parlare di baseball, football e basket.
Alla fine arrivarono anche i gemelli.
-Ethel? Quarto piano!- dissi allegra, ero felice che ci fossero anche loro.
-Ciao Livia!- mi salutò Aksel quando entrò in casa.
-Ciao Livionsky.- aggiunse in seguito Ethel.
Io li abbracciai entrambi e li presentai a tutti.
-Il mio fiuto da straniero mi dice che voi non siete americani.- osservò Spyros.
I gemelli risero -No no, siamo islandesi.- disse Ethel.
-Bene io direi che possiamo iniziare a mangiare!- disse mia mamma, la sua proposta venne accolta bene da tutti quanti.
-Ethel vieni, ti devo far assaggiare una cosa.- dissi trascinandola davanti al tavolo.
-Cosa?- mi chiese lei confusa, in effetti c'era troppo cibo.
-Guarda là.- dissi indicando il piatto.
-Salmone!- si illuminò lei.
-Noi lo mangiamo a Natale su una fetta di pane croccante su cui c'è il burro. Devi provarlo.- le dissi.
Lei non se lo fece ripetere due volte, prese il pane, ci mise il burro e poi una fetta di salmone. E poi diede un morso.
-Liv.- disse dopo un po' -Siete dei fottuti geni laggiù in Italia.-
Divorò almeno altre tre fette di pane, burro e salmone.
-Troppo buono.- decretò alla fine.
-Te l'avevo detto.- dissi con il tono da vecchia saggia, agitando la mano.
Lei rise di gusto, poi cambiò argomento.
-Il moro amico di tuo fratello, non Lewis, l'altro.- disse, parlava del greco -È troppo carino.-
Mi bloccai per quell'affermazione, e mandai giù il boccone. Non era da lei dire cose del genere di punto in bianco.
-Beh vacci a parlare.- le dissi.
-Come? Così?! Ora?!- chiese lei spaventata.
-Oh sì Ethel, proprio ora.- annuii.
-Ma non saprei che dire..- disse, sotto sotto era timida.
-Ogni motivo sarà buono, per esempio, lui ti ha detto "fiuto da straniero"? Attacca bottone chiedendogli da dove viene!- le suggerii.
Lei fece per replicare ma non disse niente, capiva che non era un'idea così malaccio.
-Dai vai!- la incitai.
-No Liv io..- iniziò a dire.
-Ho capito vuoi una spinta.- sospirai, mettendomi alle sue spalle.
-Liv che intendi per spinta.- disse lei preoccupata.
-Ora vedi.- le dissi, e la spinsi dalle spalle verso Spyros. Gli finì quasi addosso, ma almeno non aveva scuse per non parlare, infatti poco dopo si sedettero sul divano a ridere e a parlare.
"Mi ha odiato solo per dieci secondi." Mi dissi, sono un bravo cupido alla fine. Notai altre sue cose, una era che Alex e Aksel stavano parlando animatamente in un angolino della stanza, l'altra era che non avevo ancora toccato cibo, e infatti avevo fame, tanta fame.
-Livia!- mi accolse Lewis quando arrivai al tavolo del mangiare -C'è una tale quantità di cibo che non so da dove cominciare.- mi confessò.
Io non potei non ridere, e trascinai anche lui nella risata.
-Ti consiglio il pane o con il salmone o con la mousse di tonno, ma tieniti leggero, che dopo c'è la pasta.- gli consigliai quando smisi di ridere.
-Mousse di tonno?- disse sporgendosi verso la coppetta e spalmandola sul pane.
Io addentai la mia fetta di pane e salmone.
-Buonissima.- decretò poi, soddisfatto -Il tuo cos'è?-
-Burro e salmone, vuoi un morso?- chiesi. Lui ci penso su e poi annuì, si sporse verso la mia fetta e diede un morso.
-E vabbè pure questo non regge il confronto con niente.- disse -Tu vuoi un morso di mousse di tonno? Te lo devo in fondo no?-
Annuii e mi sporsi verso la sua fetta dando un morso, ma nel farlo mi sporcai la guancia con un po' di salsa.
-Ferma ferma ferma.- disse Lewis -Sei sporca qui.- mi fece notare, poi passò un pollice sulla mia guancia per levare la macchia, e in quel momento mi venne la pelle d'oca.
-Manco una fetta di pane sai mangiare.- scherzò facendomi riprendere.
-Tu piuttosto pensa a come spartirti i primi, i secondi e il dolce, sennò torni a casa rotolando.- gli dissi. Lui rise e lo lasciai al tavolo, andando verso Alex che aveva finito di parlare con l'islandese.
-Ti piacciono i biondi eh.- le dissi parandomi davanti a lei.
-Si e a te i Fray.- disse lei alzando un sopracciglio.
-Non l'ho assunto io per pulirmi la faccia, so farlo pure da sola.- sbuffai.
Alex rise di gusto e disse -Eravate carini però.-
Io la guardai alzando entrambe le sopracciglia -Andiamo che ora arriva la pasta.- dissi.
La cena andò avanti tranquillamente, chiacchierando e mettendo su chili.
Dopo che gli ospiti ebbero assaggiato sia pandoro che panettone si aprì una vera e propria guerra civile dentro casa nostra.
-Come fa a piacerti il panettone!!- chiesi incredula ad Alex.
-Ci sono i canditi!!- replicò lei.
-Ma i canditi fanno schifo!!!- rincarai io.
-Quoto Livia!!- disse Kyle -Pandoro per sempre.-
-Solo perché non avete mangiato la moussaka..- disse Spyros.
-Io mi accontento di un McDonald..- borbottò piano piano Ethel.
-La moussaka è la lasagna greca, non c'è niente di speciale Leonida.- dissi non curante.
-Ma sarà la lasagna che non è speciale mentre la moussaka sì, sporca plebea.- rincarò lui.
Ormai dal progetto del professor Lodge ci scambiavamo sempre battute di questo genere, ma mai per insultare, sempre con il sorriso sulla faccia.
-Ragazzi non per deludervi, ma è tardi e i bambini hanno sonno.- ci fece notare Marcus.
Gli ospiti iniziarono a congedarsi, uno dopo l'altro, finché non rimanemmo solo io, Kyle, mamma e Jack a rimettere in ordine.
I "Grazie per la fantastica cena." Non mancarono di fare presenza, soprattutto da i membri famelici della famiglia Fray.
Tra una riffa e una raffa finimmo di mettere apposto verso mezzanotte e mezza.
-Va bene, che ne dite? È riuscita?- chiese mia madre sbadigliando.
-Riuscitissima.- dissero Kyle e Jack, il secondo stampandole un bacio a fior di labbra.
-Grazie mamma.- le dissi abbracciandola, alla fine era tutto merito suo.
-Di niente tesoro mio.- disse lei, stringendomi di più.
-Beh. Io andrei a dormire. Buonanotte ragazzi, e buon Natale.- disse mia madre.
-Natale?- chiesi.
-È mezzanotte e mezza, è già il venticinque dicembre.- mi fece notare.
-Ahhh vero! Buon Natale mamma.- le dissi.
-Vado anche io, buon Natale ragazzi.- disse Jack.
-Buon Natale papà.- disse Kyle abbracciandolo.
-Buon Natale Jack.- dissi pure io prima che se ne andasse.
In salotto eravamo rimasti solo io e Kyle, e lui mi stava squadrando dalla testa ai piedi.
-Non hai parlato neanche un minuto con me sta sera.- disse.
-Ho visto che tra Knicks, Yankees e Giants eri molto occupato, quindi ho lasciato stare.- mi giustificai.
-Ma questo non vuol dire..- iniziò, ma lo interruppi -Ti sei offeso per caso?-
Rimase interdetto dalla domanda, ma poi sfoderò il suo solito sorriso divertito e disse -Può essere.-
-Oh povero piccolo Kyle, si è sentito trascurato.- dissi facendo il labbruccio.
-Liv ha fatto la bua a Kyle.- disse in un tono che più infantile non si può, facendomi ridere.
-Vieni dalla zia Liv, un abbraccio e passa la bua!- dissi allargando le braccia.
Ci pensò un po', poi passò le braccia intorno al mio torace e mi abbracciò, io mi misi in punta di piedi e lo strinsi al collo, era alto il ragazzo.
-Buon Natale Liv.- mi disse in tono normale.
-Buon Natale Kyle.- risposi io con il viso sulla sua clavicola.
Restammo così per un po', non avevamo intenzione di lasciarci andare, nessuno dei due.
A un certo punto lui si abbassò e mi sollevò da sotto le gambe, tipo novella sposa, e mi portò fino in camera mia. Mi fece stendere sul letto e poi mi lasciò, andando via, senza dire una parola.
Si fermò sulla soglia della porta e si girò, mi guardò e disse -Buona notte Cesare.-
Mi aprii in un sorriso. Lui sorrise leggermente e andò via.
Mi misi il pigiama e mi coricai, per poi addormentarmi con il sorriso sulle labbra.
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Io non ho un fratello
DiversosLivia, aveva una vita normale finché in un estate tutto è cambiato, alla morte del padre deve trasferirsi in America dalla madre. A New York, la città dei sognatori, incontrerà un ragazzo, Kyle Davis, che si rivelerà l'ultima persona che Livia avreb...