- Ragazzi ho un annuncio.- disse mia madre -Andiamo a Coney Island!-
Kyle mollò la play nel bel mezzo di una sparatoria su GTA solo per sbuffare e guardare male Jack.
- Oh andiamo Kyle, adoravi andarci! Qual è il problema?- disse Jack.
- Il problema è che non ho più sei anni papà, ma diciotto.- bofonchiò il moro.
- Andiamo dove?- chiesi interrompendo gli accordi con la chitarra, capendo che era una faccenda seria.
- Coney Island! Andiamo al Luna Park!- disse entusiasta mia madre.
- Perché sei più eccitata tu di me?- chiesi piattamente.
- Beh è una buona occasione per unire di più la famiglia e passare un buon pomeriggio..-
- Stronzate.- dicemmo io e Kyle contemporaneamente interrompendola.
- Bene mettiamola così, o salite in macchina senza discutere, o sarete in punizione per un mese.- disse Jack.
- Che c'entra la punizione.. spiegami come si correla a questo.- dissi.
- Ho detto senza discutere.- rincarò Jack.
- Ho diciott'anni, tecnicament..-
- Ma praticamente sono ancora tuo padre, e ho detto. Senza. Discutere.- concluse Jack, scandendo le parole.
Mi misi le scarpe sbuffando e salii in macchina. – Quanto ci metteremo?-
- Un ora tutta.- rispose mia madre.
Detto questo mi misi gli auricolari e Kyle fece lo stesso.
Durante il tragitto mi persi a guardare fuori, ma senza guardare per davvero, in verità immaginavo, immaginavo una scena adatta per la canzone che stavo sentendo, scene di ogni tipo, film mentali in pratica. Film per cui non c'è un Oscar.
La canzone che stavo sentendo continuava a ripetere: hey, don't worry about a thing, don't worry about a thing, don't worry about it.
Se fosse capitata a fagiolo non lo sapevo, ma mi metteva allegria, nonostante l'atmosfera di stronzata.
Quando partì una canzone degli AC/DC guardai Kyle d'istinto, lui si accorse di me e sollevò un sopracciglio in modo interrogativo, io gli mostrai lo schermo del telefono e lui fece una faccia sorpresa, allora gli allungai un auricolare.
E ascoltammo musica insieme fino all'arrivo, agitando le mani nei pezzi in cui si balla.
Quando arrivammo dovetti ammettere che era un posto PAZZESCO, le montagne russe e le giostre precedevano la spiaggia chilometrica e il mare azzurrognolo. Rimasi letteralmente a bocca aperta.
- Pazzesco eh?- disse mia madre.
Appena pagato il biglietto non sapevamo da dove cominciare.
- Perché non andiamo agli stand del tiro al bersaglio?- chiese mia madre.
La guardai malissimo, stessa cosa fece Kyle.
- Dammi la cartina.- presi la mappetta a mia madre, la aprii e indicai le montagne russe - Iniziamo da qui.-
- La ragazzina ha fegato.- commentò Kyle.
- Non ricordavo che ti piacessero le montagne russe Liv..- disse mia madre deglutendo.
- Beh, ora lo sai.- dissi incamminandomi verso le montagne russe più torci-budella che avessi mai visto. Kyle mi seguì esaltato quanto me, mentre mia madre era un po' recalcitrante. Al momento di passare il tornello delle montagne russe mamma, come da programma, annunciò che non ce la faceva.
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Io non ho un fratello
SonstigesLivia, aveva una vita normale finché in un estate tutto è cambiato, alla morte del padre deve trasferirsi in America dalla madre. A New York, la città dei sognatori, incontrerà un ragazzo, Kyle Davis, che si rivelerà l'ultima persona che Livia avreb...