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È così caro, quel Manuel.

Mi ha lavato di fretta, senza smettere di parlarmi.

Ho anche dimenticato di essere nudo. Per un momento, un fugace effimero momento, non sono stato un verme morente a questa terra.

Magari uno di questi giorni mi farò sistemare bene da lui, gli chiederò di farmi anche la barba, così possiamo farla la foto per la mia tomba.

I miei compagni del circolo, tutti più anziani di me, mi hanno sempre detto di volere una foto da giovani, quando la vita ancora gli assomigliava, incisa sul marmo.

Per me è lo stesso, ma non ho nulla che possa andar bene.

Ho conservato solo le foto in cui sei fra le mie braccia, e quelle con Jacopo, ma chiuse in un cassetto.

Non vi porterò all'inferno con me.

Parliamo un sacco, io e Manuel, spesso di filosofia.

Lui non mi da mai ragione, anzi, mi tiene sempre testa.

Credo lo faccia per tenermi in vita, come io scrivo per la stessa ragione.

Dorme nella mia camera, io nella tua, e a lui questa cosa diverte molto.

Ha trovato un orsetto sta mattina, mi ha chiesto se lo volessi coricato fra le lenzuola.

Scherzava, Manuel.

Io gli ho detto di sì.

Ha detto che di te si ricorda bene, e che gli davi un sacco ai nervi, anche quando avevi tre anni.
Mi sono messo a ridere ai suoi racconti, e gli ho dato sempre ragione.

"Si, è proprio il mio Simone, quello"

Non ti ha più rivisto, così mi ha detto.

Abbiamo parlato a lungo anche del nonno.
"Quello sì che era moribondo, mica come a te, Professo'" ha tentato di rassicurarmi, nel suo indelicato e perfetto modo.

Non ha torto, in ogni caso.

Lo ricordo lo sguardo di mio padre, anche prima della malattia, fin da quando ne ho memoria.

La morte gli aveva sempre vagato negli occhi, e come calamite non facevano che cercarsi.

Fu un sollievo la sua dipartita, non perché non lo amassi, ma perché non riuscivo più a sopportare di vederla fuori di lui, quella morte.

Anche mamma ne fu compiaciuta, lasciò un bacio alle sue labbra e venne subito da me.

"Se è andato via una ragione ci sta, non era più il suo posto questo" ed io le credetti, forse per necessità.

Fu solo cinque mesi prima che Jacopo andasse via, ed allora maledissi ogni sua parola.

Era dio a punirci, forse era il nonno stesso che non voleva più stare solo.

Ma per Jacopo, e per te amore mio, questa terra doveva essere casa a lungo e senza dolori, ed invece si è fatta tomba e patibolo per entrambi.

Fu Anita a piangere più di tutti, lo ricordo bene, ne era legatissima, forse quanto si è legati ai cani di cui ci si prende cura.

Manuel ne fu offeso, invece, quando io ti presi in braccio per portarti a salutare il nonno un ultima volta.

"Stavamo giocando" mi fece notare petulante, sedendosi poi da solo a quell'altalena, sbuffando aria a gonfiarsi le guance piene.

Credo anche lui avesse una stupida ed infantile cotta per te, non l'ho mai biasimato.

Mi ha portato in giardino nel pomeriggio.
Ho una sedia a rotelle adesso, te l'ho detto?

Neppure mi ha chiesto se ne avessi voglia, anzi, mi ha rimproverato ogni commiserazione.

"La dovete finì de respirà le lacrime vostre" mi ha detto, prima di mettermi una copertina in grembo e portarmi fuori.

Anna, quella dottoressa di cui ti ho parlato, aveva detto che i caffè non li potevo più bere.

Manuel me ne ha preparato uno lo stesso, e me l'ha messo sul tavolino da dama, prima di costringermi ad insegnargli a giocare.

Sono un gran pasticcione ormai, Simone, e le mie mani tremano tutte.

Mi stavo divertendo, ed ho fatto un disastro, che la moka si è versata tutta fra i pezzi.

A Manuel non è importato, ed io ho trattenuto le lacrime.

Ha mosso i pezzi sulla macchia di caffè e ha continuato a giocare.

Si è messo a ridere poi, "Sembrano bambini che saltano in una pozzanghera di fango" mi ha detto.

Mi ha portato fuori Manuel, te l'ho detto?
Non mi ha- non mi ha chiesto il permesso.

Abbiamo giocato a dama, e mi ha fatto il caffè.

Io non potrei berlo il caffè, la dottoressa me l'ha vietato.

Com'è che si chiamava, te l'ho detto?

Anita, forse? No, non era lei.

Non è importante, amore mio, sono andato in giardino oggi, nel pomeriggio, mi ci ha portato Manuel.

Avrai sorrisi sul tuo viso come ad Agosto grilli e stelle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora