Rachel

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Guardarlo giocare dal vivo dopo tre anni è ancora intenso. Lui è nato per stare sui pattini, quando entra nella pista sembra un tutt'uno con il ghiaccio, d'altronde il suo cuore è puro ghiaccio. Lui non pattina, sembra quasi che faccia l'amore con la pista. 

Il campionato è iniziato da tre settimane e non hanno ancora perso una partita sia in casa che in trasferta. Lui, Ivan e Bjorn sono una macchina da guerra, quando partono all'attacco non c'è difesa che li possa fermare. Dopo che mio fratello ha 'deciso' di andare a Boston, loro sono diventati la punta di diamante di Toronto.

Sento in cuffia i commenti dei miei colleghi seduti in tribuna stampa mentre la sottoscritta è a bordo pista per intervistare gli allenatori tra un tempo e l'altro. Da quando sono arrivati a Toronto la squadra è cresciuta, è diventata sempre più forte e lo scorso anno ha portato a casa la Stanley Cup. Ribadiscono l'ironia, sono dovuti arrivare un italiano, uno svedese e un russo per portare la squadra di nuovo ai vertici della classifica. Nonostante Giovanni non sia il capitano ufficiale, tutti lo riconoscono come tale. La sua precisione nel tiro e la sua velocità di reazione sono i suoi punti di forza. E' indubbiamente un atleta di grande talento, considerato che l'Italia non è famosa per l'hockey su ghiaccio. Alle ultime due olimpiadi invernali non si è qualificata e di conseguenza non ha partecipato.

Alla fine del primo tempo il tabellone segna 2 goal per Toronto, entrambi di Giovanni, e 0 goal per Montreal. Raggiungo Robertson, l'head coach dei Meaple Leafs per l'intervista a bordo pista, quando mi vede non crede ai suoi occhi, appena restituisco la linea a Channel 4 mi stringe in un abbraccio paterno

"Rachel sono molto felice di vederti finalmente dall'altra parte del microfono. Sapevo da tuo padre che eri stata assunta da Channel 4"

"Grazie Luke, stento a crederci anch'io" non riesco a finire di parlare perché la squadra rientra dagli spogliatoi e cerco di rimanere defilata, non voglio che Giovanni mi veda.

La partita continua con un secondo tempo piuttosto bilanciato e nessuna delle due squadre riesce a segnare. Mentre il terzo e ultimo tempo vede di nuovo Toronto predominare con un goal segnato da Ivan. I Canadiens escono sconfitti.

Alla fine della partita raggiungo i miei colleghi in sala stampa per le interviste post partita, mentre mi accomodo al mio posto cerco di nascondere il tremore delle mie mani, questa sarà la prima volta che ci vedremo dopo che lui mi ha spezzato il cuore. Il primo ad uscire è l'head coach seguito da due ragazzi della difesa che sono al loro secondo anno a Toronto, dopo di loro escono Ivan, Bjorn e Giovanni come ultimo.

Quando prende posto davanti ai microfoni il mio cuore salta un battito, è ancora più bello di quello che ricordavo, i suoi capelli biondi sono un po' più lunghi dell'ultima volta che ho avuto la possibilità di passarci le mani in mezzo, la barba corta e ben curata ricopre la mascella squadrata e copre la fossetta che si forma quando sorride. Le sue labbra sono piene e morbide e avvampo al ricordo di quello che sanno fare e a quanto mi piaceva morderle e succhiarle. Quando salgo a guardare i suoi occhi mi perdo un attimo, quegli occhi che mi hanno fatto innamorare al primo sguardo, quegli occhi che mi incatenavano a lui mentre i nostri corpi erano uniti dalla passione sanno ancora incantarmi. I nostri sguardi collidono, lo vedo sorpreso di vedermi qui ma è un lampo, di nuovo la sua espressione torna ad essere impassibile.

Il suo sguardo mi trapassa e il mio inferno personale torna ad aprirsi, le sue iridi si scuriscono, da grigio azzurro diventano argento liquido segno che la sua calma è solo esteriore. Dentro sta bruciando, bruciando di rabbia, rabbia che è diretta verso di me e so già che appena possibile mi vomiterà addosso tutto il suo veleno. Ci siamo distrutti a vicenda, siamo stati due meteore che si sono scontrate lasciando il vuoto dietro di noi.

Mentre tutti stanno uscendo, rimango a sedere perché le mie gambe si sono fatte di gelatina e non mi sento ancora sicura di poter camminare fuori da questa stanza. Come se sapesse che sono ancora qui lui rientra e si dirige verso di me

"Cosa cazzo ci fai qui?" mi domanda mentre mi prende per un gomito per farmi alzare

"Buona sera anche a te Giovanni. Sto facendo il mio lavoro, sono la nuova inviata di Channel 4, purtroppo per te ci rivedremo spesso" gli rispondo con tono di voce fermo, non deve capire quanto mi destabilizza la sua vicinanza, quanto il suo tocco mi infiamma ancora il sangue

"Cerca di starmi il più lontano possibile, non puoi comparire così all'improvviso e pensare che tutto sia a posto. In questo momento non posso permettermi di pensare anche a te" mentre parla si avvicina per sovrastarmi e sento il profumo del suo bagnoschiuma al sandalo che invade le mie narici riportando alla mente i momenti di passione che abbiamo condiviso

"Di cosa hai paura? Che tutte le bugie tornino a galla? Che i tuoi compagni di squadra scoprano la verità su di te? Dovevi andare via tu e non mio fratello" gli riverso addosso tutto il veleno che ancora ho dentro nonostante non abbia mai smesso di amarlo perché alla fine lui sarà sempre l'unico nel mio cuore

"Sono passati tre anni, fattene una ragione Rachel, vai avanti e cresci. Tuo fratello ha deciso di andare via non per quello che è successo tra di noi ma perché sapeva che sarebbe finito in panchina. Non è mai stato alla mia altezza, la scazzottata è stata solo un pretesto" non so come ma la mia mano si alza e lo schiaffeggio

"Le tue bugie non hanno più effetto su di me. Se lui fosse rimasto tu saresti stato relegato in panchina e alla fine del contratto saresti tornato a Bolzano con la coda tra le gambe" non posso credere che le cattiverie che mi ha detto possano essere la verità.

"Credi quello che vuoi, come hai sempre fatto. Scendi dal tuo piedistallo e guarda la realtà che ti circonda per una volta" dopo avermi detto queste parole esce dalla sala stampa senza voltarsi indietro.

Quando finalmente trovo il coraggio di uscire da questo posto ho la testa piena di dubbi, ripenso alla sua ultima frase. Ricordo molto bene che lui e Logan hanno litigato e fatto a botte dopo che sono corsa a casa di mio fratello in lacrime perché Giovanni mi aveva lasciato. Lui lo ha raggiunto negli spogliatoi prima dell'allenamento e li hanno litigato davanti a tutta la squadra. Sono entrambi finiti in panchina per due settimane alla fine delle quali Logan è andato ai Bruins in cambio di un difensore, del terzo pick del primo round e del sesto pick del secondo round al Draft. Giovanni è rimasto in panchina altre due settimane e al suo rientro è stato spostato in prima linea. 

Provo a chiamare mio fratello mentre mi dirigo verso casa, non risponde e parte la segreteria. Guardo l'orario, oggi non giocava e l'allenamento è finito da diverse ore, sarà sicuramente impegnato con qualche puck bunny, da questo lato non si smentisce mai. 

Raggiungo il mio appartamento e quando entro chiamo mia madre che risponde al primo squillo

"Ciao bimba mia, com'è andata la tua prima diretta?"

"Bene, è stato emozionante trovarmi a bordo pista per intervistare il coach e alcuni giocatori"

"Hai visto Bianchi?" mi domanda titubante

"Visto? Direi che avremmo potuto incendiare il palazzetto. Ci siamo incrociati dopo le interviste post partita e non siamo andati troppo sul sottile. Mi sono accorta che ci sono ancora delle cose non dette tra di noi" confesso

"Lo ami ancora?" mi chiede

"Si, non credo di aver mai smesso di amarlo" ed ammetterlo ad alta voce fa ancora più male perché vorrei tanto stare di nuovo tra le sue braccia, sentirmi ancora amata "ma non ti ho chiamato per questo. Giovanni mi ha detto una cosa che non credo sia vera ma ho dei ricordi un po' annebbiati delle settimane dopo la nostra rottura" la sento sospirare

"Forse è meglio che parli direttamente con Logan. Credo che solo loro due sappiano esattamente quello che è successo. So solo che litigarono al telefono due sere prima della scazzottata"

"Due sere prima? Ma Logan ancora non sapeva di noi" devo assolutamente parlare con mio fratello "Sei sicura mamma?"

"Si, sono sicura perché era a cena da noi, Giovanni lo ha chiamato e hanno iniziato a discutere, parlavano di un patto che avevano fatto"

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A sabato prossimo

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