ranpoe

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i suoi occhi erano di un verde berillo intenso e il suo profumo ricopriva ogni singolo centimetro della nostra casa. non c'era giorno in cui non sentissi il suo odore su una mia felpa stropicciata o sul suo vecchio cuscino. è da quando te ne sei andato che ho un nodo alla gola e un vuoto allo stomaco, la tua assenza mi lacera sempre di più e apre tutte le mie ferite. non riesco a dimenticare quel tiepido pomeriggio del 21 ottobre, il giorno del tuo compleanno. io ero andato a comprarti dei fiori, i tuoi preferiti. ricordo ancora quella torta posta sul davanzale, con sopra una scritta " tanti auguri ranpo" e sotto una faccina sorridente, proprio come lo eri tu. ti cercavo dappertutto, intrepido di saltarti addosso per farti gli auguri, ti cercavo e ricercavo ancora. ma tu non c'eri. sono entrato in stanza sperando che fosse uno scherzo e che come al tuo solito saresti uscito fuori sorridendo, ma non l'hai fatto. mi sono accasciato a terra in ginocchio e sono scoppiato a piangere, un pianto ininterrotto che sembrava non finire mai. la verità mio caro e dolce ranpo è che da quando mi hai lasciato, non sono più lo stesso. ti vedo insieme a me e mi sembra di averti accanto, ma sono completamente solo. quando è ora di cena apparecchio ancora per due e prima di andare a dormire ti do la buonanotte. ma tu ormai non ci sei più.
ricordo ancora quel tuo sguardo, le guance rosse e la scintilla nei tuoi occhi ogni volta che mi parlavi. ti emozionavi anche le per piccole cose e amavi goderti la vita, così tanto che ti è stata sottratta ingiustamente all'improvviso. ricordo ancora il nostro primo incontro. tu eri seduto su una panca, lontano da tutti, e intanto sorseggiavi un thè alla pesca. avevi il viso spento e probabilmente era successo qualcosa. sai, è da quando sono piccolo che mi sento timido e non ho il coraggio di fare un primo passo. ma in quell'esatto momento la mia mente e le mie paure si sono spente appena ti ho visto. sapevo che in qualche modo io avevo bisogno di te e tu di me, e perciò mi sono fatto avanti. mi sono seduto accanto a te e ho aspettato che il tuo dolce sguardo incrociasse il mio, e così fu. accennasti un sorriso, come per dire "sto bene" quando in realtà non era così. ti passai il mio libro di poesie e da lì iniziammo a parlare e confrontarci. era come se il mio cuore ti conoscesse da sempre, ranpo. passavamo i pomeriggi insieme a parlare di casi da risolvere e poesie, e spesso stavamo in silenzio a guardarci negli occhi. quel pomeriggio in cui ti hanno portato via da me ho pianto, lo ammetto. ho pianto perché non sono riuscito a fare nulla per salvarti. ho pianto perché metà della mia anima era andata via con te e io mi sentivo perso, perso come una barca che vaga in mezzo al buio. tutt'ora piango perché dopo anni non sono riuscito a risolvere il caso della tua morte e perché scrivere poesie da quando non ci sei più è diventato complicato. le parole non mi escono più così facilmente come una volta e io vado in crisi. oh ranpo, se solo potessi riaverti qui, avrei tanto da raccontarti. so solo che nonostante sia passato tanto tempo da quando ci siamo visti per l'ultima volta e da quando ho sentito la tua voce (che ora a malapena ricordo), in una stanza piena di gente sceglierei solamente te. tu eri il sole e ora il mondo è un posto oscuro senza di te ranpo.

unable to live without your eyes (bsd one shots)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora