Addio?

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"Buongiorno prof" dissi con il sorriso (finto) stampato sulla faccia alla prof di storia entrando dal portone principale del mio liceo di roma. Feci un cenno a dario, il bidello più simpatico del mondo e salii le scale. Non le salii per andare in classe, non mi fermai. Continuai per le scale fino al quarto piano, ci vado spesso in quel corridoio, non ce mai nessuno, tanto spazio per pensare. Aprii la porta di vetro che difideva le scale dal piano e mi diressi verso la finstra più grande, quella da cui si poteva vedere tutta Roma. appoggiai il mio zaino nel quale non cera alcun libro, solo una lettera scritta a mano per la mia famiglia. Ho deciso di lasciarla sul davanzale della finestra. mi sedetti con le gambe a penzoloni verso il vuoto, con la coda dell occhio leggevo e rileggevo quell'enorme scritta sulla lettera "Vi ho sempre voluto bene, Marco." era l'ultimo saluto che avrei fatto alla mia famiglia. Ero pronto a lasciarmi andare quando sentii un rumore, era la porta di vetro che si aprì e che si chiuse subito dopo. "Vaffanculo è finita." sentii dire da una voce femminile, commossa. vidi dopo poco la finestra dell'ala difianco aprirsi e una ragazza che si stava legando i capelli. Ella si sedetta, esattamente come me sul davanzale della finestra. "Che fai qui?" le urlai. "Non sono cazzi tuoi, modello viziato di merda" mi rispose. Una ragazza acida evidentemente, ma non per scelta, per stanchezza. "Guarda che mi sto per ammazzare, lasciami godere gli ultimi secondi senza gente stronza" le risposi. "No non hai capito, oggi mi ammazzo io. tu torna domani, tanto la tua vita è perfetta, non hai bisogno di buttarti giù." disse con aria ironica. mi girai, mi alzai in piedi e andai verso la sua finestra. "Cretina, che ne sai tu della mia vita." le gridai urlando, neanche in quei ultimi momenti potevo essere felice. "Non urlarmi mai più addosso. non sei il re del mondo, sono felice che ti ammazzi" mi disse quella simpaticona. "Beh sappi che stai offendendo un malato grave, un ragazzo che ha una vita di merda." lei mi guardó facendomi il dito medio "Ma che ne sai tu della gente che sta male, sei ricco, magro, bello, popolare. Che ti manca?" rise. "Sono annoressico, non riesco a mangiare, appena ingoio qualcosa vomito. perdo sempre piu chili, la mia vita è rovinata." dissi angosciato da quella che, inevitabilente sarebbe stata la sua reazione. "Beh si, non è bello. Io sono qui perchè sono troppo grassa, brutta. non riesco a vedermi allo specchio, mi sento uno schifo. Devo togliere il disturbo a questo mondo marcio, mi butto." ripete piu volte quell'ultima frase. "Mi butto, ora mi butto" ma niente. non riusciva a lasciarsi cadere. "Vengo li con te, ci lasceremo cadere insieme, va bene?" le chiesi.

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