Due piani sotto

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L'ha detto davvero. Lei, una Weasley, una serpeverde. Non pensava fossero condizioni che potessero coesistere.

Il Cappello le viene tolto dalla testa, registra la McGonagall solo distrattamente. Per un attimo, vede solo un unico punto luminoso. Poi si riabitua alla luce e le figure degli studenti tornano a fuoco davanti ai suoi occhi.

Con esse, i suoni.

Ginny rilascia il respiro che aveva trattenuto e, perforando il velo di nebbia intorno alle sue orecchie, le arrivano di nuovo il rumore dei piccoli movimenti di centinaia di studenti seduti l'uno accanto all'altro e il mormorio di tante diverse conversazioni. E nessun applauso o congratulazione urlato a gran voce.

Davanti a lei, al centro della Sala Grande, ci sono i tavoli di corvonero e tassofrasso. Sono il male minore, davvero. Alcuni, soprattutto studenti più grandi, la guardano un po' a occhi spalancati o come se fosse un esemplare davvero interessante. Altri, spinti dalla disattenzione dei propri coinquilini, si voltano verso di lei.

Chiaramente tutti credevano che sarebbe stata una grifondoro, come i suoi fratelli pensa con amarezza. Ignora che anche lei, all'inizio, si aspettava altrettanto. Dimostrerà quanto si sbagliano. Con questo in mente, si alza e si dirige con il passo più spedito e sicuro che riesce a raccogliere verso Alexander, che le fa spazio sulla panca. Intanto cerca di ignorare gli sguardi che sente sulla schiena e i sussurri confusi che la seguono. In ritardo, i serpeverde iniziano ad applaudire per la loro nuova compagna. Si estende un applauso educato anche attraverso gli altri tavoli.

Solo una volta seduta, si concede un'occhiata ai suoi fratelli.

Percy, oltre al farle un cenno, sembra completamento indifferente, Fred e George sembrano scioccati, un po' schifati e vagamente orgogliosi, non un buon mix nella sua esperienza personale e Ron, insieme ad Harry, è vistosamente assente. Forse è meglio, sarebbe sicuramente esploso. Però l'amica riccia di suo fratello le sorride in modo incerto. Prova a cercare l'altro ragazzo del treno, ma lascia perdere velocemente, distratta dai suoi nuovi compagni. Gli altri studenti di Serpeverde sembrano perlopiù indifferenti al suo arrivo, alcuni dei più grandi le sorridono leggermente e altri la guardano minacciosi, ma si rifiuta di piegare la testa. Non ha vissuto con sei fratelli maggiori per farsi intimidire da qualche occhiata. Distoglie lo sguardo, non volendo essere beccata a fissare nessuno.

Diventa un serpeverde anche l'ultimo studente dell'elenco, Jordan Wladok, che sorride a trentadue denti al ragazzo seduto di fronte a Alexander. Ginny non crede siano imparentati, non si assomigliano per niente: Jordan ha la pelle scura, gli occhi quasi neri e i capelli marroni disordinati lunghi fino alle spalle, mentre il ragazzo che lo accoglie con un abbraccio ha una rasata biondo scuro, occhi azzurri chiarissimi ed è molto più mingherlino.

«Ah scusate,» dice il nuovo arrivato quando si rende conto che gli altri sette compagni li stanno fissando «piacere di conoscervi tutti. Questo qui è Brian Selwyn, viviamo vicini, per questo ci conosciamo.» Jordan batte una mano sulla spalla dell'altro ragazzo, facendolo sussultare un po'. Scocca un'occhiataccia all'amico, ma borbotta un saluto agli altri.

Dopodiché, entrambi si rilassano nei loro posti, chiaramente non intenzionati a dire altro.

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