Giugno 1916
L'estate ha già preso possesso della città. Il cielo è una coperta umida e incolore; nemmeno un refolo di vento riesce a mitigare l'afa.
Nell'ampio piazzale antistante la stazione ferroviaria, risuonano i rumori di una città vivace, in piena attività: il vociare dei passeggeri, il via vai dei carretti, il cadenzato ritmo degli zoccoli dei cavalli che trainano eleganti calessi, il cigolio delle biciclette e il camminare delle persone che passeggiano sul viale che porta nel centro cittadino.
Sono appena usciti dall'elegante edificio in stile neoromanico. Anselmo, con i capelli arruffati e la barba trascurata, stringe tra le braccia Rosa. La bambina, sfinita dal lungo viaggio, si è addormentata sulla spalla del padre. Al suo fianco, Agnese, visibilmente affaticata, ha il volto segnato da profonde occhiaie che parlano di sofferenza e stanchezza. L'azzurro dei suoi occhi ha perso la sua luminosità, sembra improvvisamente invecchiata.
Venticinque giorni di viaggio hanno lasciato il segno anche sui vestiti che appaiono logori, insudiciati. Rivoli di sudore colano sulla fronte. Sfila il fazzoletto dalla testa, se lo passa su viso e collo. Sbuffa per il caldo. La giornata, sul suo finire, ha il tipico calore delle città di pianura. Da ore, ovvero da quando è salita sul treno che da Genova l'ha portata a Treviso, avverte forti dolori alla schiena. Deve stringere i denti, il più è fatto e tra non molto sarà nella sua Ponzano.
Tonino si tiene aggrappato alla mano della madre, vorrebbe chiedere, sapere, capire. I suoi grandi occhi scuri sono sbarrati su quel nuovo paesaggio. È un bambino con il viso smunto, emaciato. Strattona la gonna della mamma, balbetta qualche cosa. Piagnucola per fame e stanchezza. Agnese estrae da una sacca di tela un pezzo di pane, lo mette nelle mani del figlioletto che inizia a sgranocchiare la crosta rancida.
Nel frattempo, Alessandro, appoggia due grosse valigie sul granito del marciapiede, emettendo un respiro pesante. Si toglie il cappello. Anche lui ha baffi e barba in disordine, gli abiti sgualciti. I suoi occhi, un tempo brillanti, ora riflettono la stanchezza di un lungo viaggio e l'incertezza del futuro. Si sposta i capelli dalla fronte, scruta il fratello, poi la cognata.
Al di là del piazzale, alcuni vetturini attendono pazientemente i clienti. Ha adocchiato un semplice carretto trainato da un ronzino. Il vetturino, un uomo dall'aspetto rude, controlla le persone che escono dalla stazione. Da quando l'Italia era entrata in guerra, nel 1915, aveva visto molti italiani rimpatriare dalle Americhe, proprio da questa stazione. Tutti vestiti allo stesso modo, con lo stesso sguardo perso.
Alessandro indica al fratello la fila di carretti e calessi fermi sullo spiazzo.
– Anselmo, tu resta qui, vado a chiedere a quel vetturino se ci porta a Ponzano. Agnese tu siediti sulla valigia assieme a Tonino, riposati un po'.
Anselmo annuisce, osserva la figura slanciata, forse un po' smagrita del fratello. Senza di lui non sa come avrebbe fatto durante la traversata oceanica. Grazie al ricavato dell'emporio hanno viaggiato in seconda classe, ma Agnese si era sentita spesso male, aveva vomitato molte volte. Erano stati giorni interminabili.
Alessandro, dal canto suo, aveva fatto di tutto per tenere a bada i bambini, per cercare di fare passare quei lunghi giorni di viaggio senza che se ne rendessero conto. Si era prodigato per non farli soffrire per le alte onde, raccontando loro favole che inventava al momento, cercando di farli ridere, di farli divertire. E sempre lui, il fratello maggiore, quello più maturo e responsabile, aveva cercato cibo, acqua e tutto ciò di cui la famiglia aveva avuto bisogno durante il viaggio, a bordo del traghetto partito da Port Arthur il 30 di maggio.
Si avvicina all'uomo con folti baffi scuri intento a spazzolare il suo cavallo.
– Scusi, signore, – inizia a dire, – lei ci porterebbe a Ponzano?
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LA MATRIARCA
Historical FictionNella pianura veneta, dal 1911 al 1960, una saga familiare si intreccia con le vicende dell'Italia rurale, tra amori passionali, dolori strazianti e l'ombra di due guerre mondiali. L'esodo verso il Nord America segna la vita di generazioni, mentre...