Ciocche bionde gli sfiorano il mento. Il respiro solleva appena il lenzuolo sul corpo caldo di Giuseppina. Antonio la osserva. Non è una bellezza classica. Il suo volto, genuino e senza pretese, contrasta con le forme prorompenti, e con la passione travolgente più da donna matura che da ragazza di diciannove anni. Un sorriso gli sfugge, involontario. La sua bellezza è selvaggia, come un fiore cresciuto in un campo incolto.
All'improvviso spalanca gli occhi, un poco sporgenti, da cane fedele. Uno sbadiglio le cambia l'espressione del volto. Si mette la mano sulla bocca per coprire la dentatura non perfetta.
– Antonio... perché mi stai guardando così? Mi hai fatto prendere un colpo.
Lui ride divertito.
– Quando dormi sei buffa, - dice mentre avvicina le labbra al suo collo liscio. Poi, con uno scatto scende dal letto. È nudo. Lei ammira le sue fattezze: le spalle larghe, i glutei sodi. Il suo corpo, forte e muscoloso, la attrae irresistibilmente. Una sensazione per lei nuova, mai provata. Sospira, e nei suoi occhi risplede tutto il suo amore per quell'uomo che le ha rubato la verginità e il cuore.
Un'ondata di nostalgia la sorprende. Ricorda la prima volta che lo ha visto al matrimonio di Rosa, con quel sorriso che l'aveva disarmata. Era una ragazzina ingenua, ai suoi primi turbamenti. Ma ora le cose sono cambiate. Da un mese è diventata la sua amante. Ha paura di perderlo, di vederlo partire di nuovo.
– Devo andare, non posso sempre raccontare bugie a mia madre. Ma... ma... tu, hai intenzioni serie con me? - Chiede la ragazza, quasi balbettando, con un filo di voce appena percettibile.
Antonio spalanca la finestra, lasciando entrare l'aria tiepida di una mattina di aprile baciata da un sole dorato. La campagna è un'esplosione di colori, un tripudio di sensi che hanno il potere di riportarlo indietro nel tempo, ai giorni della sua infanzia. Questa è la sua casa, in quello stesso letto in ferro battuto sua madre lo aveva partorito. L'azzurro del cielo è talmente intenso da farlo esclamare ad alta volce - Qui è una meraviglia! Avevo quasi dimenticato la bellezza di questo luogo, il silenzio, i profumi, il canto degli uccellini. Ah! Finalmente sono nella mia terra, a casa mia! Non mi sembra ancora vero...
Inspira a pieni polmoni poi si gira verso Giuseppina, seduta al centro del letto, il lenzuolo stretto sul seno. I loro sguardi si intrecciano. Un sorriso tirato gli increspa le labbra.
– Hai detto qualcosa? Non ho sentito. - Chiede con aria assente.
Mente. Ha sentito benissimo ma non ha nessuna voglia di affrontare l'argomento. Giuseppina lo attrae fisicamente, a lui basta averla nel suo letto. Da quando ha incontrato Agostina i suoi pensieri sono tutti per lei; brama di rivederla al più preso.
Siede sul bordo del letto posando una mano sulla guancia della ragazza. Il suo tocco è leggero, quasi distratto. Gli occhi vagano per la stanza, evitando i suoi.
– Parli sempre con la voce bassa, come se ti vergognassi. Non c'è nulla di male in quello che facciamo...
L' interpretazione di un uomo che ha conosciuto solo l'amore carnale gli riesce benissimo. L'autostima è un sottile piacere, si insinua nella mente e nell'animo; come una biscia striscia tra i pensieri più arditi, gli fa gonfiare il petto di amor proprio. Ma è un'illusione fragile, destinata a svanire.
Giuseppina gli prende una mano, se la porta sul cuore. Il suo sguardo è pieno di speranza, ma anche di una paura che la fa tremare. Il ticchettio della sveglia sul comodino sembra scandire i minuti e i battiti uniti in un unico suono.
– Lo senti? Batte forte solo per te. Fin dal primo momento che ti ho visto. Sei stato il mio primo amore e non ci sarà nessun altro... - si morde un labbro, stringe ancora più forte la mano di Antonio.
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LA MATRIARCA
Historical FictionNella pianura veneta, dal 1911 al 1960, una saga familiare si intreccia con le vicende dell'Italia rurale, tra amori passionali, dolori strazianti e l'ombra di due guerre mondiali. L'esodo verso il Nord America segna la vita di generazioni, mentre...