CAPITOLO 1

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Il 14 luglio del 2020 vengo arrestata per omicidio.
La notte prima uccisi con un pezzo di vetro un ragazzo che cercò di violentarmi; alcuni testimoni chiamarono la polizia, che dopo solo qualche minuto arrivó da me per portarmi in questura.
Dopo avermi fatto l'interrogatorio ed avermi rinchiusa per una notte intera in una cella fredda e buia, mi portarono all'ipm.
Indossavo ancora gli stessi vestiti della sera prima; una maglia e dei leggins di pelle neri abbinati a degli accessori.

Subito dopo aver varcato il cancello del carcere in cui avrei trascorso i successivi 2 anni, notai dal finestrino dell'auto della polizia dei ragazzi giocare a pallone dietro ad una rete verde.

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Appena l'auto si fermò, tutti si avvicinarono ad essa curiosi di sapere chi fosse il nuovo arrivato, e quando una guardia mi aprii la portiera, sentii un ragazzo parlare

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Appena l'auto si fermò, tutti si avvicinarono ad essa curiosi di sapere chi fosse il nuovo arrivato, e quando una guardia mi aprii la portiera, sentii un ragazzo parlare.
"Ue zucchero filato, benvenuta in paradiso." Disse lui con accento napoletano, che rendeva il tutto più sputtanabile.
Mi avvicinai ad egli con aria minacciosa e con l'intento di tirargli un pugno, ma la guardia me lo impedì trattenendomi.
Il mio sguardo ricadde su un ragazzo appoggiato alla rete che fumava una sigaretta fissandomi, ma lo distolsi subito.

Il mio sguardo ricadde su un ragazzo appoggiato alla rete che fumava una sigaretta fissandomi, ma lo distolsi subito

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"Ua, cu chest nun s pazzej." Sentii dire da un ragazzo mentre mi portavano via.
"Come ti chiami?" Mi chiese la guardia accennandomi un sorriso.
"T/n." Risposi io con tono non amichevole, squadrandola dall'alto verso il basso.
"Io sono Liz, piacere." Disse lei. "Ti troverai bene qui." Continuò.
Non le risposi e presto arrivammo nell'ufficio della direttrice, che mi spiegò le regole dell'ipm ed altre cazzate simili.
Liz mi accompagnò poi nella mia cella, dove c'era anche un'altra ragazza.
"Aiuta T/n a sistemare le sue cose e poi raggiungeteci in sala comune." Disse la guardia alla ragazza mentre andava via.
"Piacer, ij so Rosa." Si presentò allungandomi la mano.
"T/n." Le risposi io stringendogliela.
Mi aiutó a sistemare le mie cose e subito dopo ci dirigemmo in sala comune accompagnate da Maddalena, un'altra guardia.
Quando arrivammo in sala comune, notai subito un ragazzo suonare al pianoforte una canzone a me familiare, quindi mi avvicinai lentamente ad egli osservandolo suonare, ma qualche secondo dopo si accorse della mia presenza e smisse.
"Ciao." Salutó accennando un sorriso.
"Scusa, non volevo farti smettere." Risposi io imbarazzata.
"Tranquilla, sei nuova?" Mi domandò.
"Sì, piacere T/n." Gli risposi.
"Filippo. Vuoi suonare?" Chiese poggiando le mani sulla parte superiore del pianoforte.
"Ehm, va bene." Risposi.
Mi avvicinai a Filippo che mi fece spazio accanto a lui e mi sedetti.
"Cosa suoniamo?" Mi chiese.
"Il brano che stavi suonando prima lo conosco, possiamo provare quello?" Domandai.
"Certo." Rispose sorridendo e spostando le mani sulla tastiera, ed io feci lo stesso.
Avevo studiato quella canzone al conservatorio l'anno precedente, per cui ricordavo ancora come si suonasse, anche se non ero più tanto esperta nel farlo.
D'improvviso avevamo l'attenzione di tutti i presenti, tra cui i ragazzi che poco prima mi avevano fatta arrabbiare.
Quando qualche minuto dopo finimmo di suonare, tutti iniziarono ad applaudire ed io sorrisi imbarazzata tornando da Rosa, che era seduta su un divanetto insieme ai ragazzi di prima.
"Posso?" Chiesi.
"Mh-mh." Rispose Rosa facendomi spazio sul divano.
"Suoni bene." Continuò, ma non feci in tempo a ringraziarla che un ragazzo parlò.
"Piacere Edoardo."Si presentò.
"T/n." Risposi.
"Che begl uocchj ca tien, T/n." Disse lui sorridendomi.
"Marò Eduà, manc è ruat e già c staj pruann." Continuò Rosa ridendo.
"Ma c staj ricenn ja." Rispose lui ricambiando la risata.
Dopo qualche secondo notai lo stesso ragazzo che prima mi fissava in cortile, fare lo stesso in quel momento seduto ad un tavolo.
"Ma chi è quello?" Chiesi a Rosa mentre lo guardavo.
"O' Piecur. Lassu sta, è nu Di Salv." Rispose lei con aria minacciosa.
Distolsi lo sguardo dal ragazzo ed iniziai a parlare del più e del meno con Rosa.

Passó circa mezz'ora ed il comandante iniziò a parlare attirando la nostra attenzione.
"Dato che oggi è arrivato un nuovo detenuto e che è il compleanno di Beppe, abbiamo deciso di farvi pranzare insieme." Disse lui.
Tutti iniziarono ad esultare tranne me, che ero totalmente indifferente.
"Mo tutti in mensa, forza." Continuò.
Tutti ci mettemmo in fila indiana e poco dopo notai che il ragazzo "misterioso" che mi ha fissata per tutto il tempo era in fila dietro di me.

Quando arrivammo in mensa, Filippo si avvicinò a me e mi chiese se volessi sedermi al tavolo con lui, così accettai, ma poco dopo esserci seduti arrivò anche "O' piecur".
"Ciao, piacere Carmine." Si presentò.
"Io sono T/n, piacere." Risposi addentando un pezzo di pane.
"Bleh!" Dissi poi sputandolo nel fazzoletto.
"Poi ti ci abitui." Disse ridendo riferendosi a quanto facesse schifo il cibo del carcere.
"Speriamo." Risposi ridendo.
Subito dopo arrivò Edoardo alle spalle di Carmine e gli schiacciò addosso un bicchiere d'acqua, poi gli sussurrò qualcosa all'orecchio,; Penso di aver sentito "stalle lontana."
Notai la rabbia negli occhi di Carmine quindi decisi di alzarmi senza dire niente ed andare a parlare con Edoardo.
"T/n lass sta." Urlò Carmine mentre mi dirigevo furiosa da Edoardo.

"Ma c cazz faj?" Gli dissi una volta arrivata da lui tirandogli uno schiaffo.
"T/n te a sta accort a chist, è nu Di Salv. O saj pcchè sta ca dind?" Rispose con un tono di voce alto.
"E c cazz m n essa fottr? Pur tu staj ca dind, e pur ij. Semm tutt quant criminal." Dissi.
"Chill a ccis n'omm, è pericolos, e pur O' Chiattill." Continuò lui.
"Ma tu chi cazz sij p m ricr cu chi aggia sta o chell c'aggia fa? Pensi che scelga le persone con cui devo stare in base ai loro cognomi? Perchè se è così ti sbagli, ij nun stong appriess e regol ro sistem." Risposi furiosa.
"Vabbuò, scus, ma ij t'agg avvertit." Disse.
Me ne andai via alzando gli occhi al  cielo e non degnandolo di una risposta e tornai in mensa da Carmine e Filippo.

Mi sedetti al mio posto ed iniziai a mangiare, fin quando Carmine non parlò.
"Che vi siete detti?" Domandò.
"Niente di importante, non vuole che stia con voi." Risposi.
"E tu?" Chiese. "Che gli hai risposto?" Continuò.
"Che non mi interessa se sei un Di Salvo ed altre cazzate accussì." Risposi notando Edoardo tornare infuriato al suo tavolo.
"Grazie." Disse Carmine.
Non sapendo cosa rispondergli stetti in silenzio, fin quando non mi accorsi che Edoardo continuava a fissarci.
"M'è passat pur a famm." Dissi sbattendo la forchetta nel mio piatto, alzandomi e andando a rimettere il vassoio a posto.
"M vac a fumà na sigarett." Dissi a Maddalena uscendo dalla mensa.


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