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A pochi chilometri dall'arrivo si sentiva già il profumo del mare e i gabbiani volavano liberi dell'aria.
"Ma dove siamo?" Chiese Ronnie irrequieta. Mitch alzò la mano dal volante e indicò un grande cartello sopra alle loro teste:" Santa Monica". La guardò da sotto i suoi occhiali scuri,aveva voglia di baciarla ma il semaforo diventò verde e dovete premere il piede sull'acceleratore. Mancava poco.
Parcheggiata la macchina e sistemate alcune cose Mitch prese Ronnie per mano e cominciò a camminare spedito. "Pensi di fare il misterioso tutto il giorno o di farmi capire cosa ti passa in quella testolina cocciuta?" Fece lei con un tono di sfida giocosa; si sforzava di essere più naturale possibile.
"Seguimi"
Ronnie alzo gli occhi come per dire" quanta pazienza "poi lo seguì trepidante.

La passerella di legno faceva un rumore sordo sotto ai loro piedi e la musica delle onde faceva da sottofondo. Il molo era meraviglioso... in lontananza si vedeva qualche barca e faceva caldo. Ronnie però percepiva qualcosa; la gola infatti le diventò subito secca e il labbro cominciò a tremare: un altro flashback.
Lei e altre tre persone si tuffavano da una piattaforma in mezzo all'acqua. Erano tre ragazze: una con capelli lunghissimi e scuri, l'altra alta e con i capelli colorati e l'altra più minuta. Ridevano e urlavano. Le loro voci suonavano familiari, ma non ricordava i loro nomi. Avevano tutte costumi colorati e occhi vispi e marroni. Sembrava quasi sentire il sapore del Salso in bocca, come quando bevi l'acqua di mare. Poi tutto cominciò a girare come in un vortice, all'inizio piano...poi sempre più veloce fino a non capire più niente, le gambe si fecero deboli e per un attimo diventò tutto nero. Mitch lo notò :
"Ronnie, tutto ok??" Disse afferrandola per i polsi. A quel contatto la ragazza si riprese con un gemito.
"Non so cosa è successo, mi fa male la testa.." Ronnie si guardò il polso sinistro, quello che le aveva fatto male nella presa: c'era un segno strano in rilievo, una specie di linea chiara sulla pelle: una cicatrice..ma non continuò a capire quindi Mitch, vedendo il suo volto interrogativo, decise di parlare:" Tempo fa dentro di te c'èrano dei demoni che ti facevano del male, venivano di notte quando tutto era buio e c'era silenzio. Giungevano di soppiatto, ti riempivano gli occhi di lacrime e facevano sgorgare il dolore fuori dalle vene,come fiumi in piena" fece una pausa e raccolte le mani di Ronnie dentro le sue ,portandole vicino al cuore " e' stato un brutto momento ma io ti alzai dal pavimento di quel bagno e ti promisi che sarebbe andato tutto bene, ti dissi che quei demoni non sarebbero più tornati perché avrei combattuto io per te e ne saremmo usciti vincitori" si bloccò per un attimo come se avesse troppe parole incastrate in gola,poi con la voce tremante proseguì
" ora quei mostri piano se ne stanno andando ma hanno lasciato le cicatrici."
Ronnie ascoltava quella parte della sua vita come una bimba ascolta il nonno raccontare le storie.
Lo guardò negli occhi, i suoi grandi occhi liquidi poi ,senza una parola, lo abbracciò forte affondando il viso nel suo collo.

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