Capitolo 2

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CAPITOLO 2

Kaila spaventata cedette, e seguì il ragazzo che le cingeva saldamente le spalle per non farla scappare facendole male, ma lei  zitta  continuava il percorso, le sembrò tutto così strano, ed era spaventata, voleva a tutti i costi uscire da quella situazione.

Ad un tratto, sentendo una vibrazione nella tasca della sua felpa, le venne in mente di chiedere aiuto

"Posso avvisare mia madre che torno a casa più tardi del solito?" Inventò.

"Non inventare scuse, ti osservo sempre su quella spiaggia e non torni mai a casa prima delle otto, sarai a casa per quell'ora, fidati"

"Stalcker del cazzo" si lasciò sfuggire quasi in sussurro Kaila. lui sentì e aumentò la presa sulle spalle per poi fermarsi"

"Come hai detto, scusa?!" Rispose facendo uscire di poco la lama dalla tasca dei jeans

Kaila alzò gli occhi al cielo per poi stare zitta e continuare a camminare...non che avesse altra scelta.

"Eccoli" disse il ragazzo indicando i suoi amici in lontananza.

Li raggiunsero, uno era biondo, alto con degli occhi di un colore chiaro, che con la luce del tramonto non riusciva ad identificare, l'altro sembrava essere il suo opposto, all'apparenza asiatico, con occhi e capelli scuri.

Si avvicinarono ai due, il biondo frugò nelle sue tasche per poi tirarne fuori una banconota e passarla al ragazzo al ragazzo moro.

"Amico non avrei mai pensato che ce l'avresti fatta" si complimentò con il ragazzo  difronte a lui per poi presentarsi a Kaila. "sono Luke" le disse con un sorriso che l'avrebbe fatta sciogliere se solo non fosse stato per il ragazzo al suo fianco, il quale le si presentò come Michael, che le incuteva terrore.

"Avete scommesso su di me?!" Kaila sbottò infastidita

"Tranquilla piccola, avrai anche tu una ricompensa" le disse il ragazzo dai capelli blu con un ghigno malizioso.

"Posso andarmene adesso?" Chiese cercando di mantenere la calma

"piccola, ti ho detto che saremo andati al molo e andremo al molo" le disse cingendole nuovamente le spalle.

Sbuffò infastidita per poi seguire i tre lungo la riva, calciando dei sassolini sulla sabbia lungo il percorso, dopo poco arrivarono al ponte che collegava la riva all'alta torre che si innalzava nell'oceano, lo percorsero e il moro, dopo aver aperto la porticina del faro con un calcio, condusse i due amici e Kaila all'interno.

Salirono delle scalette a chiocciola fino ad arrivare al punto più alto della torre, il pavimento era fatto con delle travi di legno umide, che sotto i loro passi sembravano volere cedere, anche le pareti erano di legno, con incise delle lettere, appena visibili con la luce rossastra del tramonto.
Quel posto le incuteva terrore e anche se in sua compagnia c'erano le stesse persone che l'avevano trascinata là, era sollevata di non essere sola.

Nella leggera luce di quel luogo si accese una piccola fiamma che Michael  portò alla bocca per accendere una sigaretta che teneva salda tra le labbra, poi passò l'oggetto ai due ragazzi al suo fianco che lo imitarono.

"Vuoi?" Chiese il moro a Kaila porgendole il pacchetto di sigarette

"Non fumo" rispose semplicemente, facendo ridacchiare Michael, per poi rannicchiarsi sulle travi marce, portando le ginocchia al petto, sperando che quel momento finisse il prima possibile.

"Beh ovvio...rilassati un po' Kay"

"Dai dolcezza rilassati, prendi" disse il moro passandole la sua canna.

Lei la prese e la porto timidamente alle labbra, voleva rilassarsi, ne aveva bisogno e anche se non lo ammetteva a se stessa, voleva seguire la massa per una volta e sentirsi parte di qualcosa, aspiró , tossendo poi forte subito dopo, cosa che anzi di preoccupare, fece ridere i ragazzi.

Inaspettatamente diede un altro tiro, e poi un altro ancora, passandola nuovamente al moro subito dopo.

"Wow non me lo sarei aspettato da una come te" ridacchiò il biondo guadagnandosi un sorriso complice da Michael

Lei, invece di soffermarsi sul "una come te" che aveva usato, come avrebbe solitamente fatto, si mise più comoda, per quanto comodo potesse essere un molo, appoggiando la schiena alle travi marce e distendendo le gambe restate fino ad ora contro il suo petto, quasi come per difesa.

Chiuse gli occhi e la tensione svanì, si sentì libera anche solo per poco, non si chiedeva più cosa ci faceva in un molo con tre sconosciuti, non si chiedeva più come poter uscire da quella situazione o se ne sarebbe uscita, si sentiva libera.

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⏰ Last updated: Sep 30, 2015 ⏰

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Reject || Michael CliffordWhere stories live. Discover now