Capito 3.

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Tara sbuffò annoiata, fissando il focolare posto al centro dell'accampamento, guadagnandosi un'occhiata di sbieco da parte di Pan e dello Sperduto incappucciato che sedeva vicino al suo capo, su un tronco vicino al falò. La guardarono per poco, poi tornarono a farfugliare tra loro.
Alle orecchie della mora le loro conversazioni parevano ronzii lontani, complice la distanza che li divideva da lei. Il fuoco riusciva a scaldarla, nonostante distasse qualche metro da lei; pensò che il ragazzo immortale c'entrasse qualcosa. Evidentemente il calore doveva bastare per tutta la banda, e lui aveva usato la magia per poter disperdere più calore per un'area più vasta. Grattò il legno della prigione con le unghie, ritirando la mano poco dopo, poiché leggere scosse le avevano attraversato i polpastrelli.
"Ma che diavolo?" pensò incuriosita. Il suo sguardo venne catturato da quello di Peter Pan, che sembrava avesse pensato la stessa cosa.

«Ancora nessuna novità sul ragazzo, Felix?» chiese il giovane Pan.
«No, Peter. La Jolly Rogers è stata completamente setacciata questo pomeriggio, come ordinato. Del ragazzo ancora nessuna traccia. (Riferimento a Henry, n.d.r.)»
L'eterno bambino si sistemò comodamente, poggiando i gomiti sulle ginocchia e unendo le mani in una stretta ferrea. Felix - il ragazzo incappucciato - osservò a lungo con il suo sguardo vuoto Tara, che guardava in giro dalla sua gabbia, per poi tornare al suo capo; riflesse, prima di porre la fatidica domanda.
«Che cosa ne facciamo di lei?» chiese indicando con il capo la ragazza in questione. Peter corrugò le sopracciglia in maniera pensosa, prima di decretare la sua decisione.
«In qualche modo devo sbarazzarmene, è un pericolo da non sottovalutare. Non è un caso che quel pesce abbia predetto il suo arrivo e che sia spuntata dal nulla. Ma, dato che per eliminarla definitivamente, devo disintegrarle il cuore, dovrò trovare un altro modo per strapparglielo via.» commentò seriamente. Il biondo incappucciato trattenne il respiro; il capo lo suggestionava sempre, quando poi il viso gli si trasformava in quella maschera di serietà e di spietatezza, il fedele Sperduto provava una sensazione negativa e forte, che si preoccupava di allontanare dal suo torace.

Tutti gli Sperduti mangiavano, affamati e distrutti per la giornata pesante; avevano pattugliato l'isola tutta la mattinata e nel resto della giornata avevano fatto la loro solita visita poco amichevole a Killian Jones sulla sua nave, in cerca del ragazzo avente il cuore del vero credente. Quel cuore, ancora più importante di quello della prima Salvatrice, avrebbe permesso a Pan di raggiungere la perfezione; poteri di una grandiosità inimmaginabile e vita eterna. Sarebbe stato l'unico Re indiscusso di Neverland e, perché no, di tutto l'universo. I pensieri dell'eterno bambino erano sempre rivolti alla gloria o al terrore che si divertiva a disseminare nel prossimo.
Per lui era soltanto un gioco.
«Vado a dare un'occhiata alla nostra ospite.» commentò Felix, in procinto di alzarsi. Venne bloccato dalla mano del capo, che si apriva totalmente sul suo torace, riportando lo Sperduto seduto.
«Ci penso io.» commentò, in con un tono che non ammetteva repliche.
Il biondo incappucciato osservò Peter raggiungere la prigioniera, con passo felino e attento; si sentì come colpito da una sensazione fulminea che gridava impetuosa che qualcosa era destinato a cambiare radicalmente.
Tara si irrigidì dopo aver visto i due parlare tranquillamente, guardandola di sbieco ogni poco, e l'eterno bambino alzarsi dirigendosi verso la gabbia di legno dove era stata reclusa. Quando l'ebbe raggiunta, si sedette a terra e le sorrise sadico.
«Ciao, Salvatrice. Hai fame?» chiese lui, prendendosi gioco di lei. In risposta, la mora mostrò la sua irritazione.
«Ti hanno mangiato la lingua?,» commentò ironico alzando un sopracciglio, poi continuò con fare strafottente, «Posso sapere il tuo nome o non sono degno?»
«Sai benissimo come mi chiamo.»
«È tanto chiedetelo? Posso avere l'onore? Sai, non ti dona la veste cinica.»
«E a te non ti dona quella di demone sanguinario.» sputò velenosa Tara, pentendosi all'istante e aspettandosi il peggio da parte del suo interlocutore. Contro ogni aspettativa, nel ragazzo nacque un'ilarità fragorosa.
«Fidati,» finì con un risolino, «non hai visto ancora niente.»
Il ragazzo immortale si accinse ad aprire la gabbia, sfiorandola con le dita per bloccare momentaneamente l'effetto della magia che la sigillava. Quand'ebbe finito, creò dal nulla una pagnotta e una bottiglia di vetro colma d'acqua, avvalendosi dei suoi poteri.
Spinse leggermente le sbarre mobili della struttura verso di sè e porse il pane e la bevanda trasparente verso la prigioniera. Accadde un fatto raro; il ragazzo venne preso alla sprovvista dalla reazione di Tara, e cadde assieme a lei sul terreno rigido; la Salvatrice gli si era catapultata addosso, in un tentativo di fuga. Non si voleva arrendere, voleva tornare da Wendy e da Trilli, ma sopratutto, voleva tornare a casa. L'eterno bambino afferrò prontalmente i gomiti di lei per spegnere ogni tentativo di libertà, fissandola arrogantemente negli occhi, con quel suo sguardo intimidatorio.
«Mettitelo in testa, ragazzina, da qui non te ne andrai. Punto.» sputò velenoso, prima di spintonarla dentro la gabbia e chiuderla, per poi abbandonare l'accampamento insieme al fidato braccio destro.

Queens and Kings || Peter Pan (OUAT)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora