"Tu appartieni a me"
Sto morendo di sete, e di fame e da come deglutisce Amelia anche lei deve sentire il mio stesso bisogno.
Non capisco come facciano questi soldati, sono rimasti seduti tutto il tempo senza fiatare ne bere o mangiare qualcosa.
Sono ancora esseri umani o la società gli ha trasformati in macchine?
Inaspettatamente il furgone si ferma bruscamente mandandomi contro la parete.
Stupido furgone!
Le ante si aprono e la luce piomba improvvisamente costringendomi a chiudere gli occhi per qualche secondo essendo stata troppo tempo al buio.
I due soldati scendono e raggiungono gli altri due stiracchiandosi.
Guardo Amelia. – Resta qui, capito?- dico seria.
- Dove stai andando?- chiede agitandosi.
- Torno subito, non preoccuparti- la rassicuro, ma non voglio dirle che ho intenzione di parlare di qualche scemenza solo per analizzare il territorio e rendermi almeno minimamente conto di dove siamo.
Allora: vado a far due chiacchere.
Scendo dal furgone provocando un lieve tonfo.
Mi avvicino pian piano ai soldati che mi guardano minacciosi, ma gli ignoro guardandomi attorno.
Una serie di campi non è proprio facile da collocare a qualche posto in particolare. Dove accidenti sono?
- Accidenti!- mi sfugge mentre faccio un giro su me stessa per osservar meglio.
- Puttana, tornatene dentro!- grida il soldato maniaco.
Oh no! Puttana a me non lo dici schifoso demente.
Cerco di mantenere il controlla ma il nervoso sale alle stelle.
- Chiudi quella bocca o il prossimo pugno te lo tiro io!- gli grido così che possa sentirmi.
Vedo il soldato dirigersi verso di me e sono contenta che lo faccia, visto che ho una gran voglia di scaricare la rabbia e poi, potrei sempre impossessarmi della sua pistola, impadronendomi del furgone e scappando con Amelia.
Certo, non so guidare, ma chissene frega, imparo in fretta io.
Un ottimo piano, se non fosse per Dimitri che lo blocca afferrandogli il braccio, facendolo fermare e dirigendosi verso di me.
Merda.
- Tu non impari proprio – dice calmo con uno sguardo feroce.
Trova il modo di levarti da questa situazione! Mi grido. Trova il modo!
- Mi ha definita usando un termine che non mi si addice- dico insicura, perché ho già provato sulla pelle la sua forza.
-Per adesso- commenta.
Stringo i denti per paura che la parola "Stronzo" mi esca di bocca da sola.
Abbasso gli occhi perché fissare a lungo il ghiaccio del suo sguardo mette un certo disagio.
Dimitri sposta leggermente il capo di lato guardandomi in maniera curiosa.
- Come è che con me il tuo coraggio svanisce misteriosamente?- chiede compiaciuto.
- Non svanisce un bel niente- dico quasi sussurrando.
Mi prende il mente e mi alza la testa, così che i nostri occhi si possano incontrare.
- Ma davvero?- chiede con un sorrisetto cattivo e Dio sola sa quanto vorrei toglierglielo.
- Si. Tu non sei diverso da loro. Siete tutti degli stronzi, nessuna eccezione- NON POSSO CREDERCI ! COME POSSO ESSER TANTO IMPULSIVA?
- Mi pare di averti detto di non darmi del tu- dice calmo mentre toglie la mano dal mio mento.
- Io non imparo mai- dico ricordandogli quello che lui ha detto poco fa.
- E qui che ti sbagli- dice afferrandomi i capelli e stringendo con una tale forza che sto per gridare, ma mi trattengo .
- Già- dico. – Tu sei diverso rispetto a loro. Il più stronzo!- ringhio.
Dimitri sorride e stringe ancor di più la stretta sui miei capelli – Tu non ci tieni proprio alla tua vita- commenta fissandomi.
- Preferisco morire qui, adesso che darti ragione diventando la tua sottana personale!- ringhio ancora.
Dimitri mi lascia andare di nuovo e mi tira una di quelle sberle che per un secondo ti fa perder la coniazione della realtà e Dio! Quanto brucia!
- Però, la tua fidanzata deve esser molto contenta di te visto che sei tanto gentile e dolce – commento.
Mi afferra ancora per i capelli stringendogli tra la mano sinistra– Non ho una fidanzata, ma potrei farlo fare a te quel ruolo, scopriresti meglio come posso esser gentile e dolce- dice stando al gioco.
- No grazie. Penso proprio che mi farò suora, con il carattere tenue che mi ritrovo quella è la strada giusta- controbatto.
- O no, ragazzina. Tu appartieni a me- dice improvvisamente. Cosa intende con questo?
- Non direi proprio- ribatto, ma forse sarei dovuta star zitta, perché un'altra sberla potente parte buttandomi con violenza per terra e le lacrime iniziano a minacciare di farsi vive.
Dimitri si abbassa al mio livello guardandomi con fare soddisfatto. – Cosa succede?- domanda. - La parte di te sarcastica e ribelle sta venendo a mancare?- chiede.
Stringo i denti. No, non posso piangere. – Vi al diavolo!- grido.
Dimitri sorride con fare malizioso, anche se controllato. – Ti passerà la voglia di parlarmi così- dice serio andandosene.
Mi alzo e caccio via le lacrime maledicendomi perché una mi è sfuggita.
Aspetto qualche secondo, così che Amelia pensi non sia successo niente e ritorno dentro.
- Stai bene?- chiede subito lei.
- Certo- mento sorridendole.
- Sto morendo di sete- dice guardandomi con aria scossa.
Maledizione, non posso andare a chiedere dell'acqua.
Però devo.
Per mia sorella farei qualsiasi cosa.
- Arrivo subito - le dico per la seconda volta.
Esco nuovamente dal furgone e mi dirigo ancora vero i soldati che allegramente pranzano, anche se saranno almeno le cinque del pomeriggio.
Vado verso Dimitri, che infondo è l'unico che "conosco".
- Ebrea?- dice guardandomi incuriosito. – Avete dell'acqua?- chiedo, ma sempre con quel mio stupido tono scontroso, che normalmente non uso mai, è da quando sono qui che mi comporto in questa maniera... io non sono così, ma non posso di certo farmi passare per una pappamolle.
Dimitri sorride e i tre soldati ridono.
- È per mia sorella- aggiungo.
Se non hanno compassione per me magari la hanno per Amelia.
- Solo se ti togli i vestiti- dice quello in parte a Dimitri.
Lo fulmino con lo sguardo.
- Ho capito- dico un po' di triste, visto che devo tornare da mia sorella senza nulla per dissetarla.
Quando sto per voltarmi una mano si protrae verso di me tendente una bottiglia d'acqua.
Dimitri.
Ok, questo non me lo aspettavo e non so se accettare, magari è solo un pretesto per farmi avvicinare tanto da catturarmi.
- Non mi spoglierò- dico seria.
- Non te l' ho chiesto- ribatte lui.
- Tu mi odi, perché fai una cosa simile?- chiedo curiosa.
- Hai detto che non era per te, giusto?- risponde facendomi capire che forse mia sorella gli fa tenerezza.
Assurdo.
- Si- dico stranita.
- Allora tieni- risponde guardando la bottiglia e poi me.
Mi avvicino in maniera cauta e afferro la bottiglia.
Sto per andarmene, ma non so per quale assurda ragione mi volto e sussurro un : Grazie.
Dimitri mi ignora completamente.
***- Tieni- dico a mia sorella e lei afferra la bottiglie svuotandola per metà.
- Ora tu- dice e io bevo poco niente, visto che so che un'altra bottiglia d'acqua sarà difficile da rimediare.
Passiamo tutto il pomeriggio in viaggio, fino a quando non facciamo una sosta, perché i soldati devono cenare.
Rimango stupefatta quando un sottano del generale arriva a portarci qualcosa da mangiare, facendo sorridere Amelia.
Il resto della nottata la passiamo viaggiando, però ora a sorvegliarci non c'è più il maniaco ma Dimitri.
Amelia gli da di tanto in tanto un'occhiata e, quando lui la guarda lei si volta tuffando il viso nel mio petto. Proprio come fanno le bambine.
Amelia non mi assomiglia affatto, forse per questo fa tenerezza a Dimitri, o almeno così credo sia.
Lui evita di guardarmi, ma io non riesco a staccargli gli occhi di dosso.
È maledettamente bello, per esser un gran stronzo.
I lineamenti sono fottutamente perfetti e ha proprio l'aria di un modello da copertina.
- Continui a fissarmi ebrea- dice facendo scivolare lentamente gli occhi su di me.
- Sei troppo bello- commento in modo sarcastico, anche se in realtà credo di pensarlo veramente.
- A si?- chiede in maniera maliziosa spostando il capo di lato.
- Bellezza sprecata a quanto pare- dico senza pensare e ho pienamente paura che si alzi e mi metta le mani addosso davanti a mia sorella.
- Anche la tua- dice.
Sgrano gli occhi.
Okay, questo non melo aspettavo.
Non so cosa rispondere.
Amelia si gira guardandolo con fare curioso.
- Quanti anni hai?- gli chiede e io la stringo a me, nel caso lui abbia un attacco d'ira.
- Vent'uno- dice lui.
- Io undici, gli ho compiuti oggi- dice allegramente lei.
Dimitri la guarda con qualcosa di dolce nel viso.
Assurdo. – Auguri allora- le risponde intanto che io rimango scioccata.
Stanno conversando? Stanno seriamente conversando? E in maniera normale?
Non parliamo per almeno un'ora, ma i suoi occhi continuano a fissarmi.
- Orai sei tu a fissarmi- dico scocciata.
- Quante volte ti devo ripetere che non devi darmi del tu?- ribatte seccato.
Mi mordo un labbro. – Quindi tu poi e io no?- chiedo con tono un po' troppo acido.
Lui sorride. – esattamente.
Che nervoso!
Noto che Amelia si è addormentata.
Finalmente ora posso parlare di cose più serie.
- Dove stiamo andando?- chiedo.
- Non ti deve importare- dice seccato
Oh, certo, questi idioti mi hanno rapita e la destinazione non dovrebbe interessarmi!
- Sarà un brutto posto, vero?- chiedo guardando mia sorella che dorme con la bocca leggermente aperta.
- Suppongo di si- mi auto rispondo.
Passa un'altra ora e il sonno inizia a pervadermi, ma cerco lo stesso di rimaner sveglia, nel caso io trovi una via d'uscita devo esser pronta per scappare, e poi il capitano mi deve delle risposte.
- Dimitri..- inizio dicendo ma subito mi blocca – Non chiamarmi per nome- dice serio però, sembra stupirlo il fatto che io abbia colto il suo nome quando una sola volta lo hanno pronunciato.
- Sei sempre così simpatico?- chiedo in maniera beffarda.
- E tu sempre così silenziosa?- controbatte.
- Andiamo, dimmi dove stiamo andando- lo prego.
Dimitri sembra veramente scocciato e una scintilla nei suoi occhi non promette bene. – Solo perché c'è tua sorella non significa che io non abbia l'impulso di prenderti a schiaffi chiaro?- quasi grida e io sussulto.
- Come siamo agitati- commento e subito me ne pento, perché Dimitri mi riserva un'occhiataccia.
- Non provocarmi ebrea – dice semplicemente, ma basta per farmi tacere.
Per un po', andiamo, non sono mai stata poi una ragazza silenziosa.
- Manca ancora molto?- chiedo, perché forse, basandomi sulle ore posso capire vagamente dove ci troviamo.
- Se continui così non ci arrivi nemmeno!- dice acido.
Smetto di parlare, anche perché non ho voglia di altri lividi, anche se ho una gran voglia di azzuffarmi con lui... se solo fossi molto più forte!
Dimitri dice all'autista di fermarsi per dagli il cambio, mentre io osservo la maniera aggraziata che ha di muoversi, certo, è sempre rigido e duro, ma quando cammina e i gesti che compie quando non ha tra le mani me sono piuttosto educati e aggraziati.
Che sia falsità ? o ferse sono io il problema.~Spazio autrice~
Ecco a voi il secondo capitolo, spero che man mano la storia entri nei vostri cuori, insieme a Rosalie e Dimitri!
Come sempre se vi fa piacere lasciate una stellina o un piccolo commento, mi farà piacere leggere le vostre opinioni.
Alla prossima 🥰
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Il tedesco dagli occhi di ghiaccio
RomanceQuesta è la storia di una giovane ebrea che dovrà tener testa al peggiore dei tedeschi, un uomo di ghiaccio che non conosce pace. I caratteri forti dei due protagonisti renderanno tutto più interessante e coinvolgente, riuscirà Rosalie a resistere...