E mo' queste chi diamine sono?

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Arrivati a scuola, lei scese e vidi che era tutta paonazza. E si allontanò senza dire una parola.
- Hey Parcy come te la passi? Sei tutto rosso, per caso hai la febbre?
-Eh? No Jack. Non ho la febbre. Forse sono rosso perché ho pedalato quasi per tutto il paese.
-Beh, dai, entriamo che sennò la Bebuz ci ammazza- Mi disse Jack. La Bebuz è la nostra professoressa di Storia, coordinatrice di classe. Bebuz non è il suo vero nome, è solo un soprannome che le abbiamo donato noi, che sta per Belva Buzzero.
Tutta la scuola mi conosce. Il perché? In circolazione ci sono molti perché ma quello che mi piace di più è perché sono uno studente modello. E mi piace perché odio sta cosa, soprattutto perché non apro neanche un libro, della scuola c'è da dire, perché gli altri gli leggo come se non ci fosse un domani. In realtà sono il secondo in classe, ma non ha importanza, il mio comportamento, secondo gli insegnanti, è quanto basta per essere uno studente esemplare e altri bla bla bla che scocciano anche me.
Allora, entrare senza essere visto era quasi impossibile ma per fortuna io e i miei compagni avevamo escogitato un piano, che consisteva nel entrare ed uscire dalla finestra. In realtà l'aveva escogitato Jack, ma che posso dirvi è estremamente geniale, soprattutto perché i prof l'hanno approvato appena l'hanno sentito.
-Ciao Parc- (giusto per farvi capire, si legge Pars) dissero tutti all'unisono, ormai abituati alle mie entrate dalla finestra.
-Ciao ragazzi- risposi io
Stavo chiudendo la finestra quando qualcuno mi tappa la bocca e gli occhi, qualcun'altra mi prende dalle caviglie e mi trascinano per tutta la stanza. Leccai la mano che mi teneva la bocca
-Che schifo Parc-
- che spiritosi che siete voi due gemelli eh?
- of course Parc-
I due gemelli, Jack e Rebecca, sono i miei migliori amici, dopo Summer ovviamente. Basta descrivervi una per l'altro e così farò.
Allora Rebecca era una ragazza dai capelli color carota e ricci e molto morbidi. Era alta più o meno 151 centimetri ( vi assicuro che Jack è più alto. È alto poco meno di me, ma la differenza tra noi due non si nota). Lei adorava nuotare, infatti era molto veloce e, quando facevamo delle gare tra noi due, vinceva quasi sempre lei ( 10 vittorie mie, 11 vittorie sue e 29 pareggi). Amava leggere, recitare e anche fare scherzi, molti scherzi. Ci conoscemmo quando ancora eravamo dei lattanti.
Mi misero subito giù, e pochi secondi dopo il suono orribilante della campanella doveva suonare, ma al posto della solito riiiiiiing partì: Never gonna give you up.
Mi girai e gli guardai in faccia chiedendo con gli occhi se fossero stati loro ed i miei amici annuirono con un sorriso da un orecchio all'altro. Mi giraie mi rigirai per guardarli in faccia e ci spaccammo dalle risate. Poco dopo sentimmo urlare il solito:- Arrivaaa!- e ci mettemmo tutti ai nostri posti.
-Buongiorno ragazzi-
-'Giorno- risposimo tutti insieme
Quando si sedette alla cattedra mi guardò e disse con un tono molto soddisfatto
-Blackstorm, il preside ti vuole nel suo ufficio.-
-Va bene prof, ora vado- risposi più tranquillamente possibile.
- Che hai fatto Parc?- mi chiese Becca
-Non lo so Becca- risposi.
Mi alzai e tutti mi seguirono con lo sguardo.
Il mio incubo più grande: il corridoio. Lungo come il collo del diplodoco, è ripercorso ai lati da porte tutte rosse, il soffitto è costellato da luci alcune gialle e altre bianche e i rumori che dovrebbero provenire dalle altre classi non c'è, c'è solo un silenzio tombale, e alla fine del corridoio alla sinistra, si ergeva la porta blu della presidenza.
Allora. La presidenza, in realtà non è poi così male. È molto luminosa e spaziosa, ha un tappeto rosso che ricopre tutto il pavimento e la parete destra è ricoperta da una libreria al centro, non c'è una cattedra, cosa che dovrebbe esserci, ma bensì quattro poltrone una nera e tre rosse e al centro un tavolino con una teiera e un servizio da tè.
Bussai alla porta
- Avanti.- disse una voce calma e molto amichevole.
- Permesso. Mi scusi preside Lightwolf, voleva parlarmi- dissi io mentre aprivo.
Appena entrati vidi sulle sedie rosse, oltre al preside, due ragazze, due gocce d'acqua in viso, due gemelle. E mo' chi diamine sono queste, siamo a metà del primo quadrimestre, non pensavo che si potesse cambiare scuola così facilmente.
- Nico, loro sono le sorelle Haywood. Le dovrai far fare a loro, ehm come dire, l'inserimento per così dire.
- Mi scusi, ma con le lezioni come farò? Cioè, voglio dire, sono onoratissimo di poter fare da orientamento alle sorelle Hollywood, ma lei sa meglio di chiunque altro che la Bebuz mi metterà un due se non ritorno in classe entro cinque minuti.
- Tranquillo Nico, parlerò io con la Bebuz.
- Nico, giusto?
- Ehm sì, cioè non proprio, solo il preside mi chiama per il mio terzo nome, però sì è giusto.
- Siamo le sorelle Haywood e non Hollywood.- disse ridendo quella con i capelli color rame.-ah e comunque io sono Gwendolyn, ma chiamami pure Gwen, e lei è mia sorella Olivia, ma chiamala come vuoi.-
-Gemelle?- chiesi. Che c'è cari lettore, ero solo curioso.
- Ma che bravo il nostro Sherlock.
- Ma grazie Watson.
"Almeno sono simpatiche" pensai e nel mentre le ragazze stavano parlando a sottovoce col preside e l'unica cosa che colsi è stata: - né è proprio sicuro che sia lui QUEL prescelto, colui che condurrà gli altri ... E se la Morte gli sta alle calcagna... sarebbe troppo per lui-
- So cosa dico. Fidatevi di me e di lui, soprattutto di lui. Non avrà ancora la sua memoria completa, ma il suo corpo e il suo instinto non hanno dimenticato. In più deve essere lui. Il suo sangue lo dice... Non cambierà fazione, farà parte dei dodici.
Le ragazze si alzarono e Gwen mi prese a braccetto e ci dirigemmo verso la porta. L'unica che cambiò atteggiamento da un secondo all'altro è stata proprio Gwen, infatti il Preside e Olivia sembravano tesi.

Eclipse: L'inizio della fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora