Parc ma che cazzo fai? Non vorrai mica morire

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- Che due palle, quando smette sta qua? - Dissi. La lezione era veramente noiosa. La Bebuz è impossibile da seguire e non riesce a trascinare la classe nella sua materia che a dirla tutta, è anche molto interessante.
- Becca, facciamo un po' di "marachelle" ?- mi chiese Jack.
Stavo per rispondere quando qualcuno bussò alla porta.
-Avanti- disse la Bebuz
- il preside vuole vedere I gemelli.- Disse una ragazza molto carina per me, nella media con l'altezza, con i capelli lisci castani e gli occhi color miele. La sua pelle era un po' abbronzata, giusto dell'abbronzatura che uno ha dopo l'estate.
Le sue sopracciglia non erano né troppo grandi e né troppo sottili, perfette. Il naso alla francese e le labbra perfette le ritrovavano il viso come una scultura di Michelangelo. La sua voce mi fece sciogliere le orecchie da quanto era bella, e poi mi resi conto che stava parlando di noi, me e Jack.
- anche con la signorina Basser, ma è già di là. E il colloquio con i suoi studenti sarà un po' lungo.- disse lei con una voce dura alla nostra prof.
- Va bene. Burden, andate.- disse con un po' di delusione nella voce.
Ci alzammo e uscimmo dalla porta
- Non è per lo scherzo di sta mattina, vero?- chiese Jack
- Qualcosa di più importante Jack.
- Tipo salvare il mondo da qualcosa di più grande di noi? - buttai lì senza pensarci
- Esatto Becca.- Rispose lei senza degnarmi uno sguardo.
- Ah ok ... aspetta, COOOSA?-
- Ora non proprio il mondo, ma Parcy.
- Bello scherzo chiunque tu sia, per me non è affatto divertente e se non è divertente per me , re degli scherzi, non lo è per nessuno. E non mettere in mezzo Parc!- Disse Jack. Era su tutte le furie. E io, Rebecca, sua sorella ero l'unica a capire.
- Calmati un po'. È una situazione leggermente complicata. Conosciamo già cosa siete in grado di fare, ma senza Parcival il vostro potere è del tutto inutile.-

Chi se

Arrivammo quasi subito all'ufficio del preside. Quando aprimmo la porta vedemmo una ragazza tale e quale alla ragazza che ci aveva portato seduta per terra, sulla poltrona c'era Summy con Parc nella peggiore delle sue condizioni. Summy aveva un rigolio limpido continuo sulla guancia, stava piangendo.
- È morto?
- No, ma servite voi sennò lo perderemo.
Lasciai cadere la borsa per terra, ora che ci penso, perché avevo lo zaino? Vabbè non importa. Lasciai cadere la borsa e andai incontro a Summer.
-Eccoci Summy, rito?
- Sì, Il Rito

~~~~Jack~~~~

Odio vedere Parcival in quelle condizioni, ma la cosa che odio di più che sono sempre l'ultimo a sapere le cose. Che cazzo è il rito? Mi son chiesto appena l'hanno nominato.
- Ah cazzo, è vero, Jack il Rito non è nient'altro che... Come spiegarlo... Vabbè vieni dobbiamo farlo tutte e tre- Disse Summer
- È già successo per questo Becca lo sa, non è così?
- Sì gli svanimenti sono ormai più frequenti , circa due volte al mese facciamo questo rito, ma prima d'ora erano solo per prevenzione. Ora è questione di vita o di morte.-
Alla parola "morte" Parc ebbe un sussulto e un rigolio rosso gli scese dall'occhio.
- Su, fa come noi- mi incitò mia sorella. La odiavo quando mi diceva cosa fare, ma devo ammettere che è veramente brava.
- Ok ma solo perché Angelo è in pericolo.-

~~~~~Liv~~~~~~

OH. MIO. DIO. Quanti nomi può avere una persona? Senza contare anche i soprannomi. E i cognomi. E le abbreviazioni. È impossibile poi ricordarseli tutti.
La preoccupazione che i suoi amici avevano era bellissima, prima di conoscerli non credevo che si potesse voler tanto bene ad una persona al di fuori della propria famiglia.
- Loro sono la mia famiglia.- riecheggiò la voce di Parcival nella mia testa. Alzai lo sguardo, quei tre erano chiusi in un cerchio attorno a Parc, della polvere gialla usciva dal punto in cui teoricamente ci dovrebbe essere il cuore. Inondava tutto il corpo di Parc e sembrava che togliesse vitalità agli altri. Tutt'un tratto gli occhi di Parcival si spalancarono e gli altri disfecero il cerchio che avevano creato. Jack e Summer riuscirono a sedersi a stento, mentre Rebecca aveva qualche difficoltà a stare in piedi e quando cadde riuscì a prenderla. La sua pelle era soffice come il cotone. I suoi morbidi capelli mi sfioravano la pelle come piume di pulcini appena nati. Non so perché ma ebbi l'istinto irrefrenabile di abbracciala e di baciarle la testa come faceva mio padre quando ero piccola.
- Non dovevate. Non dovevate fare assolutamente QUEL rito. Summer te l'avevo già detto.- disse Parcival.
- Senti Angelo, o salvavamo te o Parcival non tornava da noi
- Perché parlate di loro come se fossero persone diverse?- Chiese ingenuamente mia sorella
- Perché siamo persone diverse. O meglio siamo la stessa persona ma a volte facciamo prevalere emozioni al posto di altre creando così noi tre. Parcival è quello innocente e che racchiude sia me che Angelo. Angelo è quello scontroso mentre io, beh, te lo devono dire gli altri ma ormai Parcival riesce a controllare le emozioni e perciò noi stiamo scomparendo diventando solo nomi. E scusami Summy se Angelo si è arrabbiato con te.- Disse perciò Nico. - Ora però vorrei parlare col preside. Con permesso.- E se ne andò.
- Che emozioni fa prevalere Nico?- chiese la mia sorellina.
- È l'esatto opposto di Angelo, è premuroso e gentile.- Rispose Jack.
- Ma che cazzo è successo qui?- chiese una voce che proveniva dall'entrata.

Eclipse: L'inizio della fineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora