Ritmo. Se una canzone ne è priva, è una nenia. Se una vita ne è priva, è una noia. Il ritmo è come il sale, deve starci. Da sapore, ma se ne metti troppo, il piatto diventa immangiabile. Non riesci più a gustarlo come si deve; sei tutto preso dal tenere al guinzaglio la pressione e ti perdi il resto. Senti un unico sapore. Non ti gusti le varianti, i retrogusti, le sublimazioni aromatiche. Il ritmo, così il sale, vanno bilanciati.
q.b. (quanto basta), scriverebbero in una ricetta. Ma a me non è mai piaciuto seguire le prescrizioni alla lettera. Senza contare che, per vivere bene, non è mai esistita la formula perfetta. Io odio le imposizioni. Le odio così tanto, che se mi impongo qualcosa da solo, poi finisco irrimediabilmente col fare l'esatto opposto.
Sono un fautore della corrente contraria. Sono contrario a me stesso, per la maggior parte del tempo. Sono un pendolo che oscilla tra l'ontico e l'ontologico, in una danza costante e aggraziata per sistematica configurazione. Su e giù. Destra e sinistra. Avanti e indietro. Vuoto e pieno. Sono un connubio sregolato di intenti opposti. Intendi? Quando mi chiedi cosa voglio, non ho dubbi nel risponderti. Te. Fin da subito. Fin da sempre. Ancora prima di conoscerti. Ancora prima di incontrarti. E oscillo tra la voglia di possederti e l'ambizione di liberarti.
Perché ciò che di te desidero non si basa su tesi di sorta, né sull'antitesi che reagisce al contrario. Sintesi. Delle mie due nature, ambivalenti e ambigue. Σύνϑεσις. Mi metti insieme. Sei la scatola di cartone con dentro i mille pezzi di puzzle vibranti. Ti scuoto, mentre in silenzio ascolto il ritmo che fai. Sollevo un po' il coperchio, ti spio da uno spiraglio piccolo, rubato, ma inestimabile; dentro trovo me e te e le altre novecentonovantotto cose che ci uniscono.
Un bambino troppo curioso che non sa attendere. Non riesce ad aspettare di veder sorgere il sole per aprire il suo regalo di Natale. È da allora che procedo scalzo, nella notte, arricciando le dita sulle mattonelle fredde, scaldandomi con la promessa della felicità.
Chissà se esiste. Chissà se qualcuno l'ha mai trovata. Chissà che non sia un inganno della mente. Come l'oasi che appare tra le dune del deserto e spinge i viaggiatori ad avanzare verso l'orizzonte. È speranza. È un miraggio. È il gelato che si scioglie nel bicchiere prima che tu possa gustarlo. È l'idea che prima o poi, da qualche parte, ci si possa dissetare e riposare, sotto un sole che non brucia e senza la memoria di ciò che è andato perso.
Sapere che stai bene mi rende sereno. Che sia io o meno a concorrere alla tua felicità. Perché ciò di cui mi hai omaggiato continua a risplendere in me, sempre, anche mentre avanzo a piedi nudi nella notte fredda. Non è il buio che temo, ma la tentazione di abituarmi a percepire la realtà attraverso le ombre. Non ti permetterò di diventare un simulacro, né la sagoma proiettata sulla parete della caverna. Attorno al fuoco voglio che danzi. Nella fiamma voglio che ondeggi. E sulla terra, viva, bagnata, tenera, voglio che ti ergi.
Sembra ieri, ma è già ricordo. Sembra ieri. Ti ho sentita muoverti sotto di me e restituirmi un soffio di vita a fior di labbra. Hai parlato una lingua conosciuta, una formula antica ma di palpabile significato. Su e giù. Destra e sinistra. Avanti e indietro. Vuoto e pieno. Ritmo. Sale. Sapore. Mai troppo. Mai invadente. Nella bocca. Nella carne. I pezzi del puzzle riversati sul pavimento. Noi due svestiti sul letto. L'incastro è stato perfetto.
Il tuo respiro mi ha confessato cose che neanche tu sapevi. I miei occhi ti hanno detto molto più di quanto abbia mai scritto. Perché se è vero, che Amore non sa parlare, dunque parole non servono Amore. E se non lo servono, se non gli rendono il giusto tributo, che lo faccia il silenzio. Non il vuoto. Ma l'appagamento lascivo e ricco, che abbandona il verbo in favore della più esaustiva sazietà dell'essere. Non le parole. Il ritmo.
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Nudi
General Fiction- Dunque vuoi scoparmi? - chiese Adele, con candore forzato, come se gli avesse chiesto quanti cucchiaini di zucchero gradisse nel tè, - E sei convinto che io ti lascerò fare, anche - concluse, con un sorrisetto malizioso. - Voglio dimostrarti che n...