Capitolo 16

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Mia madre è disperata. In un certo senso io non lo sono. Ora mi sento leggera, non mi sento più macchiata da quel senso di colpa che fino a poco fa mi trafiggeva il cuore, spezzandomi le membra e la cassa toracica.
Non so se sarei più felice di risvegliarmi per proseguire la mia vita, per vedere come va a concludersi la mia storia, o giungere alla fine dei miei giorni ora. Chissà cosa penseranno tutti.
Come minimo l'intera scuola crederà che io fossi talmente tanto depressa da decidere di togliermi la vita, così, da un momento all'altro. So che sarebbero capace di crederci.
Mi guardo ancora da fuori.
Il mio viso pallido e immobile mi fa scattare qualcosa nel cuore, ma non ci faccio caso. Sono imbottita di flebo in tutto il corpo, e i medici mi stanno intorno e parlano fitti tra di loro. Non riesco a capire precisamente cosa stiano dicendo. Mi osservo nuovamente. Indosso ancora i vestiti dell'incidenti. Una laguna rossa sta continuando ad allargarsi sopra al mio petto, mente dalle deboli braccia germogliano fiori e gemme di sangue. Pensavo che la morte fosse il peggior dolore, ma mi sono accorta che esistono cose più brutte di questa. Ora ne posso essere veramente testimone. Esco dalla stanza per andare a vedere come sta la mamma, ma una voce mi ferma.
"Juniper, la tua vita è attaccata ad un filo, puoi decidere te cosa farne"
Mi giro e vedo la morte.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 24, 2015 ⏰

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