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Chishiya's pov

Credevo in lei, forse persino più di quanto non credessi in me stesso.

Sembrava strano, detto da uno come me; la mia vita era sempre stata, a livello accademico e lavorativo, un continuo e progressivo susseguirsi di successi.

Non avevo mai fallito in alcun obiettivo che mi fossi fissato, le mie capacità mi avevano portato esattamente dove avevo programmato, ma una parte di me, una specie di vocina appena udibile nella mia testa, mi diceva che vi era qualcosa che mi era sempre sfuggito nonostante la mia genialità.

Non avevo mai capito davvero fino in fondo di cosa si trattasse, la vocina non me lo aveva mai detto esplicitamente, era più che altro una sensazione; era stato solo dopo aver conosciuto Y/n, che avevo capito cosa mi mancava.

Quella ragazza possedeva una determinazione diversa dalla mia, quasi opposta, che realizzai essere il tassello mancante che forse non avrei mai avuto; metteva tutta se stessa in azioni dalla minima rilevanza da un punto di vista pratico, si lasciava trascinare da ciò che era il suo cuore a volere, non la sua testa, e non l'avevo mai capita.

Credevo che un comportamento simile non fosse una cosa sicura, che rendesse le persone vulnerabili, e nonostante in parte continuassi a pensarlo, ormai desideravo essere come lei e non lo avrei mai ammesso.

Volevo essere perfetto, nonostante credessi in me da sempre.

Proprio quella ragazza che non credeva mai in sé, lei era perfetta, e la ammiravo in un modo che non riuscivo a spiegare nemmeno a me stesso; per questo, tentavo di mostrarle la mia stima nei suoi confronti offrendole il sopporto ed il conforto che non riusciva a dare a sé stessa, seppure fossi ancora impacciato nel farlo e mi richiedesse uno sforzo enorme.

Mentre la guardavo, in mensa, seduta accanto a me intenta a studiare le mosse della coppia sospetta, pensai a quanto fossimo ormai complementari e mi sfuggì un sorriso involontario.

Mi capitava spesso di sorridere in sua compagnia, e sapevo che lei interpretava la cosa come una reazione divertita o strafottente, quando in realtà era molto di più; era la consapevolezza di sentirmi completo e allo stesso tempo di star completando le mancanze di quella ragazza, a farmi sorridere in quel modo.

Quel sentimento di appartenenza, di familiarità che non avevo mai provato nei confronti di nessuno prima d'ora, mi rendeva sereno come non ero stato nemmeno da bambino con la mia famiglia.

-Che c'è?-, mi sorrise lei all'improvviso, accorgendosi del mio sguardo.

Avrei potuto tornare nel presente, uscire da quella strana direzione che avevano preso di nuovo i miei pensieri, ma decisi di non farlo; da quando avevo rischiato di perderla, non osavo più nascondere troppo astiosamente ciò che pensavo, perché sapevo che nonostante quel comportamento mi venisse naturale, era qualcosa che la allontanava da me.

Ma io la volevo vicina, sempre più vicina.

-Stavo solo riflettendo-, restai vago, vedendo la sua espressione farsi un po' più seria.

-Sta tranquillo; andrà tutto bene, lo sai che sarò con te fino alla fine-

Il mio sorriso si allargò; credeva fossi preoccupato per il piano, e voleva che fossi certo che avrei avuto lei al mio fianco per tutto il tempo necessario.

Avere accanto qualcuno tanto attento, amorevole ed empatico, era un regalo che non credevo di desiderare finché non lo avevo ricevuto.

-A dire il vero, non è di questo che si tratta-

Sul suo volto si dipinse un'espressione confusa e curiosa.

-In realtà, stavo pensando a noi-

La vidi spalancare gli occhi, colta alla sprovvista come al solito; amavo sganciare bombe del genere e vedere la sua reazione.

The border behind us - Chishiya Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora