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Ci sistemammo per la notte in un centro commerciale, abbandonato e buio per ovvie ragioni, recandoci al secondo piano e quasi nascondendoci tra gli scaffali; l'idea nelle ore precedenti era stata quella di cercare un luogo che fosse il più sicuro possibile, dato che il re di spade si trovava ancora lì da qualche parte, a sparare a caso a chiunque incontrasse sul suo cammino.

Avevamo tenuto d'occhio la carta da gioco gigante, appesa ad un dirigibile che volava nel cielo sopra alle nostre teste, e c'eravamo recati dalla parte opposta fino a quando non avevamo trovato quel centro commerciale.

Ci aspettavamo che avremmo trovato altra gente che aveva avuto la nostra stessa idea, ma quando ci accomodammo in mezzo agli scaffali nella penombra, ci rendemmo conto che l'intera zona sembrava deserta.

Ormai era notte, e l'unica fonte di illuminazione consisteva nella luce della luna che penetrava da una finestra, poco distante.

Il volto di Chishiya, seduto proprio di fronte a me, si vedeva appena, ma ormai era come se ne conoscessi i tratti a memoria; ogni lineamento, ogni piccola ruga d'espressione, ogni sorrisetto compiaciuto, o di scherno.

Aveva evitato la mia domanda quando gli avevo chiesto di raccontarmi che cosa fosse successo quella notte in cui si era preso cura di me, dato che io avevo la febbre troppo alta e non ricordavo quasi nulla, se non il suo strano comportamento del giorno seguente e tutte le complicazioni che ne erano derivate, arrivando quasi a separarci definitivamente.

Ma io ero stata impositiva, volevo che mi parlasse e mi dicesse tutto, perciò il massimo che lui riuscì ad ottenere fu rimandare l'inevitabile, promettendo di raccontarmi tutto una volta che ci fossimo sistemati e preparati per la notte.

Ora che eravamo lì, seduti, il silenzio che calò tra noi fu davvero imbarazzante e carico di tensione, di parole non dette che in qualche modo dovevano venire fuori, uscire dalle sue labbra.

-Credi che siamo rimasti soli?-, gli domandai ad un certo punto, dando voce ad una preoccupazione che si era fatta spazio dentro di me quel giorno.

-Da quando siamo usciti dal game di cuori, non abbiamo più incrociato nessuno. Tu...tu credi che il re di spade possa in qualche modo aver ucciso tutti quanti?-

Chishiya mi guardò, studiando la mia espressione prima di formulare una risposta da darmi.

-No-, uscì dalle sue labbra come un sussurro, quasi avesse paura di svegliare qualcuno.

-Se vuoi sapere che cosa ne penso, io credo che i nostri amici siano ancora lì fuori da qualche parte, che ci cercano-

Sorrisi, felice e solo in parte sorpresa di sapere che aveva capito esattamente dove volevo andare a parare in realtà con quella domanda.

-Arisu di sicuro lo sta facendo. Ci starà cercando ovunque-

-Parla per te-, mormorò, un po' indispettito.

-Sai anche tu che non gli sono molto simpatico-

-Solo perchè fai lo stronzo-, notai l'espressione di disappunto che si dipinse sul suo volto, e mi affrettai a correggere quella mia ultima frase.

-Facevi lo stronzo. Sai, alla Spiaggia-

-Possiamo non rivangare i bei tempi passati?-, lo disse scherzando, ma io colsi la palla al balzo.

-E se invece lo facessimo una volta per tutte? Sai anche tu che continuerò a chiederti di parlarmi di quella notte, fino a quando non ti deciderai a farlo-

Lo sentii emettere un sospiro di rassegnazione.

-Non capisco perchè tu lo ritenga tanto importante. Che cosa credi che sia successo?-

The border behind us - Chishiya Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora