Dipende

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«Ancora!» disse Hinata mentre aveva già preso un'altra palla da passare a Kageyama. Non c'era dubbio, quei due avevano una resistenza fuori dal comune. Dopo ore di allenamento si ritiravano nel parchetto vicino scuola e con la sola luce del lampione continuavano con alzate e schiacciate, ancora e ancora. Non potevano farlo in palestra da quando avevano litigato a giugno, Daichi era stato irremovibile "assolutamente no." aveva detto. Ma quella litigata era acqua passata, ormai non ci pensavano più. Quindi avevano trovato un altro modo dopo aver fatto pace, cioè, il parchetto. Senza accorgersene, erano diventati più uniti.

«Arriva.» L'alzata di Kageyama era tecnicamente perfetta: le mani che avvolgevano la palla sembravano delicatissime e davano un eleganza unica all'azione, che arrivava perfetta allo schiacciatore. Poi, un colpo, solo in quei momenti Kageyama si lasciava sfuggire un sorriso, tutto era stato perfetto.
Alzare la palla a Hinata, in fondo, era un po' come rifugiarsi in un posto sicuro: quando la prendeva era sempre più divertente ed emozionante rispetto agli altri.
Era quasi come se perfino i loro battiti fossero cordinati, qualsiasi cosa facesse Kageyama, Hinata si adattava, era sempre pronto per schiacciare.

Continuarono ancora e ancora, il tempo passava ma per loro i minuti erano di poco conto. Non sapevano quante ore fossero passate né quante ne sarebbero passate, se, ad un certo punto, non fossero stati interrotti.
«Per quanto ancora ne avrete voi due?» Il coach Ukai li guardava dalla penombra, non sembrava arrabbiato ma a Hinata e Kageyama gli si gelò il sangue.
«Continuavo a sentire dei rumori. Venite, vi do qualcosa da mangiare, ma dopo, senza scuse, ve ne filate a casa tutti e due, chiaro?» annuirono senza fare storie.
Poco dopo si ritrovarono a mangiare dei nikuman mentre camminavano insieme, il coach li aveva raccomandati dicendogli di non fare tardi e di cercare di studiare. Andavano entrambi nella stessa direzione, avevano ancora un po' di strada prima di dividersi.

«Non hai paura di tornare a casa in bici a quest'ora?»
«No,perché?»
«Che ne so, non ci sono i cinghiali?»
«Non ci sono cinghiali qui, Bakageyama!»
«Se lo dici tu...»
«Ma poi perché di preoccupi così tanto? È da un botto che faccio quella strada» Quella voce lamentosa Hinata la faceva spesso. In questi casi, Kageyama non capiva mai se si arrabbiava davvero o no.
«Hai ragione, ci sono anche Yamaguchi e Narita-san come centrali, colpa mia, andremo ai nazionali anche senza di te.» Kageyama di fece sfuggire una risata.
«Baka!»
«Cosa?»
«So che preferisci me a loro!»
«Che c'entra? Come fai a dirlo?»
«Lo sento e basta!»
«Guarda che a me non cambia nulla se alzo a te o a qualcuno altro»
«Neanche a me cambia nulla se mi alzi tu o Suga-san o qualsiasi altro palleggiatore, ma comunque è diverso con te! Non senti anche tu quel gwaa quando alzi?»
«"Gwaa"?»

Kageyama non aveva la più pallida idea di cosa significasse, ma se avesse dovuto descrivere cosa provava forse era la parola giusta.
«Si! Quando ti senti ancora più felice, quando la palla che fa swoosh è ancora più divertente da schiacciare!»
«Beh, dipende...» pronunciandolo era arrossito. Non capiva bene le parole di Hinata, ma il messaggio era chiaro e anche lui provava quel "gwaa" e quello "swoosh" quando stava con lui, ma non avrebbe mai dato ragione all'altro.

Nel mentre i metri erano scorsi troppo velocemente e avrebbero dovuto separarsi.
Si fermarono entrambi e si guardarono, senza dire niente ma volendo dirsi tutto.
«Quindi ci vediamo domani»
Disse Kageyama.
«Dipende da cosa?»
«Che?»
«Gwaa dipende da cosa?»
«Brutto idiota, da te!»
«Lo sapevo!»
Hinata lo abbracciò, fu un movimento così istintivo che forse neanche se ne accorse. Tobio, invece, rimase immobile e, piano piano, una mano si appoggiò timidamente sulla schieda di Hinata.
Forse Hinata aveva presco coscienza di quel gesto perché, appena si stacco, salutò e corse via molto velocemente. Ma quello, in realtà
è stato l'inizio.

Il giorno dopo sembrava che non fosse successo nulla, si comportavano normalmente e nessuno dei due si azzardava a nominare quell'abbraccio di ieri. Poteva sembrare solo un abbraccio, ma non lo era, almeno per Kageyama.
La sua mente era piena di domande, troppe per i suoi gusti. Ma al centro c'era sempre lui, come un sole, Hinata.
No, quelle parole del giorno prima non erano bastate a far innamorare Kageyama, ma l'ha fatto realizzare che Hinata non fosse solo un rivale, non solo una persona a cui alzare la palla. Hinata era il rivale, quello con cui sarebbe stato sempre bello giocare, sia da avversari che da compagni di squadra. Hinata era il suo punto di riferimento, lui ci sarebbe sempre stato.

Probabilmente ci saranno altre parti.
Spero vi piaccia<3.

Dipende [KageHina]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora