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Sangue...

Rosso...

Sporco...

Di certo non era questo che il capo della Yakuza si aspettava di vedere quando, disintegrando l'ultima porta rimasta chiusa sul suo cammino, si ritrovò Tomura Shigaraki rannicchiato in un angolo, il capo chino a contatto col pavimento, un vetro al suo fianco coperto di quello stesso liquido scarlatto che circondava i suoi polsi, estendendosi di conseguenza sul volto data la vicinanza delle mani e delle unghie conficcate nella cute.

Non era certo questo che si aspettava dopo che twice lo aveva informato di quella possibile alleanza

Non era quello che si aspettava quando si presentò al covo con diverse ore d'anticipo, solo per scrutare personalmente il territorio nemico

Non si aspettava di certo di non trovare nessun ostacolo mentre entrava e frugava nelle stanze in cerca di una qualche imboscata, né tantomeno, di vedere quello scempio una volta sorpassata l'unica porta che non riusciva ad aprire

E Gli occhi di chisaki si spalancarono, mentre convulsivamente e senza nemmeno rendersene conto, le mani iniziarono a sfregarsi sul cappotto fino quasi a strapparne la stoffa.

Sporco

Questo era tutto quello che riusciva a percepire, a vedere, mentre sentiva quello stesso sangue, che si estendeva a chiazza d'olio sul pavimento, sporcare le sue mani ancora una volta, mentre un sibilo gli invadeva i timpani annullando qualsiasi percezione di spazio e tempo, che sembrò fermarsi in quell'istante e riavvolgersi, fino a farlo tornare bambino, in quel luogo, che per quanto colorato e all'apparenza gioioso, puzzava di alcool e droghe, puzzava di marcio e corruzione, puzzava di sporco, che giorno dopo giorno si impregnava nei vestiti, nella pelle e nella bocca di quel piccolo bambino, che quando sviluppò il suo quirk, decise di prendere in mano la sua vita, ponendo fine a coloro che la vita gli avevano sottratto.
Ed effettivamente tutto era sparito, non c'erano più persone di ogni sorta di rango che si aggiravano per casa, non c'erano più urla, non c'erano più corpi nudi che si abbassavano ad animali dietro ad ogni porta.

Non c'era più niente, solo un grande tanfo ferrico ed un unico colore a tinteggiare quelle pareti, mentre il bambino si guardava le mani schifato e spaventato da quel rosso, che non sarebbe mai più riuscito a dimenticare o a lavare via dal suo corpo, da quando per ricominciare a vivere si era visto costretto ad uccidere chiunque si fosse messo sulla sua strada, rimanendone inevitabilmente coinvolto.

T: "a-aiut...ami"

Un sospiro, un soffio a malapena percettibile ma che risvegliarono il villain dal suo stato di trance, che senza ragionare si precipitò verso quel ragazzo, mentre in un ultimo sospiro chiudeva gli occhi e si lasciava andare contento, che il suo desiderio, espresso nel giorno del suo ultimo compleanno, si fosse per la prima volta avverato. 

Passarono i minuti, le ore e di quel ragazzo ancora nessun segno di vita.

Chisaki era ancora lì, seduto sulla brandina di quella rudimentale camera da letto e Tomura giaceva inerme con il capo sulle sue gambe mentre con la punta delle dita gli accarezzava i capelli spostandoglieli dal viso sul quale ricadevano.

Il sangue era sparito, le braccia nuovamente integre, dopo che con il suo quirk le aveva curate senza lasciare cicatrici.

Un sospiro più pensante dei precedenti e quelle gemme dorate di chiusero nel tentativo di rielaborare gli eventi appena passati

C: "che cazzo ho fatto... Perché l'ho fatto..."

Un mugugnio infastidito e gli occhi del ragazzo si riaprirono in tempo per vedere quelle gemme di fuoco riapparire dolorosamente da sotto le palpebre.

Buon compleanno Tomura Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora