CAPITOLO 1

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Come ogni mattina prima di alzarmi e prepararmi per andare a scuola, guardo il soffitto della mia camera di un colore avorio molto semplice, ma decorato da disegni che per me hanno un grande valore. Al centro di tutto è disegnato un sole e attorno ad esso ci sono tante piccole stelle che lo circondano. È insolita come cosa, lo so, ma tutto ciò rappresenta quella che era la mia vita, poiché Jonathan, sin da quando ero piccola mi diceva come quella parete ci rappresentasse, poiché lui era il sole, mentre io è Grace le stelle. Mi ricordo come se fosse ieri quando lui mi chiamava "stellina" poiché fra tutti i fratelli, ero la più piccola. Mi soffermo a guardarlo un po’ e poi con un sospiro mi alzo dal letto iniziando a prepararmi.

Oggi la mia voglia di andare a scuola è letteralmente sotto terra, però stranamente questa mattina sono particolarmente felice, anche se, allo stesso tempo mi sento in ansia per il provino di “Romeo e Giulietta” che si terrà questo pomeriggio. Dentro di me spero davvero che tutto vada per il meglio, e che mi affidino la recitazione di un personaggio rilevante della storia. Tutto ciò lo devo soprattutto a Jonny, è grazie a lui se tutto questo sta accadendo oggi.
È grazie a lui se quel giorno decisi di fare recitazione.
È grazie a lui se sto vivendo il mio sogno, e renderlo fiero di me  sarebbe il minimo.
Mentre cammino per la stradina che mi condurrà alla fermata del bus intravedo una macchina fermarsi. Cerco di fare finta di nulla, ingnorando come mi stia seguendo con la macchina, ma il proprietario di essa scende e si avvicina verso di me.

“Ei bella, come va?” mi saluta mettendomi una mano sulla schiena. Io cerco di allontanarmi, ma lui stringe la presa su essa.

“Potrebbe togliere quella mano,  per favore?”

“ E dai, cosa c’è di male? Stiamo solo parlando.”

“Lei è quello che sta parlando, mentre io mi stavo semplicemente facendo i fatti miei, non mi importa parlare con lei.”

“Sei molto scostumata Allison, non mi avevano detto che fossi così.” Mi immobilizzo all’istante. Come fa a sapere come mi chiamo?

“Sai, sei proprio come tuo padre, scostumata, proprio come lui.” Stringo gli occhi per farmi scivolare ciò che mi ha appena detto questo signore che non conosco affatto e che desidero si allontani alla svelta.

E come se qualcuno avesse appena udito i miei pensieri, poiché  una voce maschile che non riconosco mi arriva alle spalle.

“La lasci stare.”

“Chi saresti tu? Io non do ascolto ad un ragazzino come te.”

“Sono il suo migliore amico, se non le dispiace gradirei che togliesse le sue luride manacce da dosso a lei.” Mi sembra di averlo già visto questo ragazzo, ma non ricordo dove. Decido ugualmente di stare al suo gioco, penso voglia aiutarmi.

Il signore mi leva le sue schifose mani di dosso, mi guarda con un ghigno sul volto e va via.
Prima di partire però, riporta il suo sguardo su di me.

“Ci si vede Allison.” E sfreccia via.

Mi giro verso il ragazzo e gli rivolgo un sorriso timido.

“Grazie mille per avermi aiutata.”

“Di nulla. Comunque, piacere sono Brian.” Dice  allungando la mano per presentarsi.

Aspetta, ma lui è uno dei ragazzi più belli dell’istituto e io non l’ho riconosciuto? Sono veramente fuori di testa. Gli afferro la mano e mi presento a mia volta.

“Piacere mio Brian, io sono Allison.”

“Aspetta, aspetta. Ma tu sei la ragazza del teatro!” dice entusiasta, puntandomi il dito contro. Io rido e annuisco in fretta.

UNITIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora