Pilot

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Camminavo per i corridoi di quell'accademia, mio zio Wu accanto a me. I pensieri mi giravano attorno cercando un modo per potermi abbattere ancora una volta. Ma non c'era più niente per farmi soffrire da quando ero diventato un ragazzo orfano.

Ma lasciate che mi presenti. Mi chiamo Lloyd Garmadon, ho attualmente 22 anni e una grande passione per la scherma. Sapete quello sport, definito "complicato" in cui si usano armi vere per vincere? Ecco quello... mi allenavo con mio padre prima che... insomma... prima che mi lasciasse per sempre... mia madre era morta qualche settimana prima che entrassi a far parte dell'accademia di mio zio. Un infarto l'aveva colta alla sprovvista, diciamo.

Ho i capelli biondi, occhi verdi, pelle chiara e numerose cicatrici procuratemi allenandomi con mio padre. Non che le rimpiangessi, facevano solo male, ecco.

<Non ti devi preoccupare, troverai presto nuovi amici. Per qualsiasi cosa comunque qua ci sono io... lo sai...> mi disse mio zio, fermandosi davanti ad una porta in legno massiccio. Sopra essa c'era un cartello, un'etichetta che indicava il nome "Palestra".

Non erano gli amici che mi preoccupavano sinceramente, ma non volevo dargli altro peso. Avrò anche perso un padre, ma lui... lui aveva perso il suo stesso fratello.

<Lo... lo so grazie. Alloggerò qui, vero?> chiesi cambiando totalmente il discorso.

<Sì... ma dovrai stare in camera con un'altra persona...>

<Fantastico...> mormorai mentre zio Wu apriva la porta che era davanti a noi.

La borsa con l'attrezzatura schermistica cominciava a pesare.

Entrando notai subito il colore delle pareti, giallo pastello. La palestra era immensa. Era divisa in tre "reparti", se possono essere chiamati così. Pedane, parte fisica e stretching. Buona impressione iniziale.

<Ragazzi! Venite tutti qui! Cole, dov'è finito Kai?> chiese mio zio.

<È di nuovo in ritardo...> rispose un ragazzo con la pelle scura, capelli neri lunghini, era il mio totale opposto. Teniamoci alla larga finché possiamo.

<Andiamo avanti senza lui... allora... vi volevo presentare un nuovo arrivato all'accademia... Lloyd!>

Feci un leggero inchino.

<È il ragazzo di cui ci ha parlato questa mattina?> chiese un castano. Un vero idiota dal viso.

<Avevamo detto di non parlarne davanti a lui!> gli sussurrò, troppo forte infatti la sentii, una ragazzina dai capelli biondi. Così chiari che sembravano quasi bianchi.

<Ragazzi silenzio! Se volete tanto parlare, presentatevi!> disse Wu.

Nessuno disse una parola.

<Ok, ho capito. Siete tutti dei fifoni. Parto io. Piacere, sono Nya Smith, sorella del ragazzo in ritardo, Kai. Ho 23 anni, mio fratello ne ha 24.> disse una mora avvicinandosi.

Questa ragazza mi piaceva. Determinata, fiera, sicura di sé... coi suoi occhi azzurri ti guardava dentro... era meglio degli altri per ora.

Si fece avanti un biondo con gli occhi azzurri.

<Io sono Zane ed ho 25 anni.>

<Harumi, 23 anni> disse quella bionda di prima.

<Ho 25 anni e mi chiamo-> disse il moro.

<Cole giusto...?> chiesi.

Questo annuì senza rispondere.

Una rossa mi tese la sua mano.

<Skylor, 24 anni...> strinsi la sua mano, aveva qualcosa che non andava.

Per ultimo parlò quello con la faccia da idiota.

<Io sono Jay e ho 23 anni.>

Perfetto ero il più piccolo, più piccolo anche dell'idiota.

<E tu sei...?> chiese il biondo chiamato Zane.

<Lloyd Garmadon, ho 22 anni>

Loro si guardarono.

<È prima che lo chiediate, sì, sono il nipote di Wu. Lui è mio zio.>

Si guardarono scioccati.

<Allora, vi lascio ad allenarvi. Lloyd, il programma lo troverai nel tuo dormitorio. Gli spogliatoi sono là a destra e se ti perdi ci sono mappe in tutta la struttura.>

Non riuscii a rispondere che se ne era già andato. Mi girai ed immediatamente caddi a terra, rovesciando sul pavimento tutto il contenuto della mia borsa.

<Cosa cazzo fai?!> urlai al ragazzo che mi era venuto addosso.

<Scusa non volevo, te sei quello nuovo giusto?> mi disse tendendomi la sua mano.

Mi alzai da solo senza rispondere e lo guardai negli occhi. Marroni, quasi rossi... i capelli castano scuro, gli coprivano il viso. Indossava una tuta sportiva color rosso fuoco. Una cicatrice gli dava l'aria di un menefreghista.

<Io sono-> cominciò lui.

<Kai Smith, 24 anni, mi ha già detto tutto tua sorella poiché non era ritardo come te. Ti consiglierei di arrivare in orario agli allenamenti e di stare più attento a dove vai. E inoltre gradirei di non essere etichettato come "quello nuovo",  preferirei essere chiamato Lloyd. Grazie, ora se non ti dispiace, vado a fare ciò per cui sono qui, allenarmi.>

Non gli feci dire una parola che, raccolte le cose, mi girai e me ne andai verso gli spogliatoi tra gli sguardi e le risatine degli altri atleti, ovviamente escluso quello Smith. Stiamo lontano da lui. Il più possibile.

La tua lama sul mio cuore (GREENFLAME)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora