Bad ideas...

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Kai POV

Lloyd era cambiato radicalmente dalla morte di Harumi. Si rifiutava di credere che fosse morta, sperava che fosse solo uno scherzo... Nonostante sapesse benissimo che non era così.
Probabilmente la vera certezza l'aveva avuta al suo funerale, quando si era seduto accanto alla lapide e aveva percorso le lettere incise sulla pietra più volte fino a impararle a memoria.
A volte la notte lo sentivo sussurrare il suo nome, dire che gli dispiaceva, che non era sua intenzione e infine scoppiava in lacrime nel sonno.
All'inizio avevo provato a svegliarlo e parlargli ma la riposta era sempre no... quindi avevo imparato a sdraiarmi nel suo letto e abbracciarlo, senza asciugargli le lacrime.
Probabilmente, anche se non lo volevo ammettere a me stesso, ero ciò che gli impediva di farsi ciò che si era fatta Harumi. Se quella notte non mi fossi dichiarato, sarebbe insieme a lei...
Non si era più presentato agli allenamenti, nonostante Wu lo avesse assillato tanto da farmi imparare a memoria ciò che diceva ogni volta che bussava alla porta del dormitorio.
Inoltre, i tubetti di correttore, che erano scomparsi dopo il mio regalo delle stelle sul soffitto, erano riapparsi numerosi sul lavandino del bagno.
Non lo ammetteva a sé stesso, ma aveva paura che arrivasse l'estate per due motivi principali:
-sarebbe rimasto nel luogo dove era morta la sua più cara amica;
-io sarei tornato a casa tre mesi.
Della seconda affermazione non ero più convinto. L'idea doveva essere quella ma... adesso avevo paura che Lloyd non fosse in grado di tenere duro senza una persona pronta ad abbracciarlo.
Non aveva più neanche Jackson. Si era trasferito con la sua ragazza a New York e non l'avevamo più visto.
Anche Cole e Zane parlavano di un viaggio, verso la Francia, dove risiedevano le origini di Zane. Beh, ne parlavano, sì. Prima dell'incidente. Da quel momento stavano decidendo sul da farsi sul da farsi. Tutti lo stavano facendo.
Jay voleva chiedere a Nya di sposarlo, ma non era il momento.
Cole e Zane volevano trasferirsi, ma non era il momento.
Io volevo tornare alla mia città di nascita, poco lontano da là, quell'estate, ma non era il momento.
Lloyd voleva solo urlare, ma non era il momento neanche per quello.
Tutto ciò che potevamo fare era aggrapparci alla speranza che tutto sarebbe tornato normale. Prima o poi...

Lloyd POV

Stavo guardando il telefono per distogliere la mente da qualsiasi cosa la stesse assillando. Era come avere un grande groviglio nero nella testa che mi impediva di pensare, dormire, mangiare, allenarmi. Ero diventato un'ombra. Camminavo, sì. Le persone mi vedevano, si. Piangevo, si. Ma tutto il resto... Era un grande vuoto che non ricordavo. Di quel passo avrei dimenticato in pochi giorni come aprire gli occhi.

La sveglia sul mio telefono suonò. Avevo promesso a Kai che alle 17:00 lo avrei incontrato per fare un giro in centro e mi ero messo una sveglia poco prima per prepararmi. Non che volessi sembrare carino davanti a Kai, sapevo che non gli sarebbe importato finché avessi avuto quel viso pallido e malinconico. Cavolo. Mi facevo pena da solo. Sembravo un cane bastonato. Ebbi il pensiero di rinunciare. Non riuscivo ad alzarmi.

Aprii la rubrica e scorsi. Non sapevo cosa stessi cercando. Il nome di Kai era già passato. Quello di Jackson pure. Tutti erano passati tra le ultime chiamate. Mi fermai sul contatto di Harumi. Ci appoggiai il dito sopra e guardai l'orologio. Semza volerlo, o forse si non ne fui sicuro, cliccai sull'icona della cornetta del telefono. Squillò una volta. Poi due. Poi tre. Poi la segreteria.
"Se sentite questo messaggio, vuol dire che non sono disponibile o che non voglio rispondere! Credi a ciò che vuoi! ARRIVO LLOYD ASPETTA! E.... Dove ero arrivata? LLOYD, HO CAPITO, DÌ A SKYLOR CHE STO ARRIVANDO! Vabbè dovrò registrare di nuovo. HO CAPITO, ARRIVO! *biiiip*"
Una lacrima mi rigò il viso e lanciai il telefono sul comodino. Tirai il cappuccio sopra la testa in mi appallottolai nella mia felpa con scritto "Oxford University" sopra a lettere capitali.

Guardai l'orologio di nuovo solamente quando Kai bussò alla porta e, entrando e vedendomi in quelle condizioni, sospirò e si mise accanto a me. Mi circondò con il suo braccio e mi rifugiai nella sua spalla, ancora singhiozzavo. Mi accarezzò dolcemente il braccio e mi baciò la fronte.
<Mi dispiace...> sussurrai nella sua spalla.
<Tranquillo... Non importa... Usciremo un altro giorno...>
<Ma avevo promesso...>
<E io ho promesso di starti accanto ogni momento della tua vita, che tu stia piangendo o ridendo.>
Risi un po' a quella affermazione.
<Non l'hai mai detto in realtà...>
<Ah no?> chiese confuso.
Scossi la testa.
<Beh allora lo dico adesso.>
Mi rifugiai di nuovo nel suo petto.
<È tutto ok... Sono qua io...>

Annuì, ma probabilmente è possibile considerarla una bugia dato che appena Kai chiuse gli occhi, appoggiandosi sulla mia testa, i miei occhi caddero sulle forbici sulla mia scrivania senza che lo potessi controllare. I peggiori pensieri mi riempirono la testa. Gli occhi andarono sulla foto di me e Harumi sul mio comodino. Cercai di buttare giù la brutta sensazione nei polmoni che mi impediva di respirare senza successo.

...

Dopotutto le forbici non erano una cattiva idea.


La tua lama sul mio cuore (GREENFLAME)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora