Con i piedi scalzi sul parquet di legno, Peggy cercò di fare il più piano possibile mentre cercava James per casa.
-Dove sei? Dove sei? Ovunque sei io ti troverò.- canticchiò a bassa voce, piegandosi sotto il tavolo.
Ma James non era nemmeno lì.
Proprio su quel tavolo, Steve stava tagliando delle zucchine per cena.- Ancora giocate a nascondino?-
-Sì, è il suo gioco preferito.- rispose Peggy, sentendo un rumore dietro al divano.
Fece un ghigno divertito e scattò in avanti, quando, improvvisamente, scivolò su una pozzanghera di ghiaccio e cadde per terra.
Allora il piccolo James, ormai di 5 anni, uscì da dietro il divano e corse a fare tana lungo il muro.
Su quello stesso muro, Steve aveva segnato la sua altezza: stava crescendo abbastanza rapidamente e aveva iniziato da poco ad usare i poteri.
-Non ci posso credere, mi hai fregato di nuovo!- borbottò Peggy, massaggiandosi la testa.
-Sto diventando più bravo di te!- affermò James.
Steve ridacchiò, facendo per tagliare un'altra zucchina.- Ha ragione.-
In quell'istante, quando Peggy lo affiancò, osservò che la sua mano stesse ancora tremando e ci poggiò sopra la propria.
-Papà, ci penso io...- gli disse lei, prendendo il coltello.
-L-La gamba...- bofonchiò Steve, sudando freddo.
Peggy abbassò lo sguardo sulla sua gamba e vide che anch'essa stesse tremando e, di scatto, Steve perse l'equilibrio e cadde a terra.
-Papà!-
Dalla sua testa iniziò a uscire sangue e, nel vederlo, James scoppiò a piangere.
Peggy si fiondò sul telefono e chiamò subito un'ambulanza.
***
Da un paio d'ore Peggy era in sala d'attesa per aspettare che il medico uscisse a dirle come stesse suo padre.
James si era addormentato sulle proprie gambe e nel mentre lei leggeva le ultime pagine del libro di Scott Lang: Guardati dal piccoletto.
Raccontava sostanzialmente della sua vita da quando era divenuto Ant Man e vi erano alcuni particolari che Peggy non conosceva.
Soprattutto la storia della madre della sua fidanzata Hope, Janet che, creduta inizialmente scomparsa, in realtà era persa nel mondo quantico.
Peggy era molto affascinata da quell'argomento e, da quando Cassie Lang era venuta a bussare alla sua porta qualche settimana prima, aveva letto libri su libri.
Scott, Hope e suo padre, l'inventore delle particelle Pym ovvero il dottor Hank Pym, erano partiti in un'avventura alla ricerca di Janet ed erano riusciti a riportarla nel loro mondo.
Il giorno in cui Peggy e Cassie si erano conosciute, la ragazza le aveva parlato della sua nuova e rivoluzionaria invenzione: un marchingegno per comunicare con il regno quantico e così poterlo studiare.
Peggy aveva da subito pensato che fosse un'invenzione rivoluzionaria e il mondo doveva assolutamente saperne.
Poco dopo che ebbe finito di leggere il libro, Sam entrò in ospedale col fiatone.- Eccomi, ho fatto il prima possibile.- esordì, notando il libro.- Wow, Tic Tac ha scritto davvero un libro?-
Sam usava chiamarlo così per la sua piccolezza e perché Scott si riduceva e ingrandiva a suo piacimento quando indossava la tuta.
Peggy ridacchiò.- Già, chi lo avrebbe mai detto?-
Successivamente, il medico uscì dal reparto con uno sguardo per niente rassicurante.
Peggy si alzò, portandosi il piccolo James sulla spalla.- Dottore, come sta mio padre?-
-Sta bene, non si preoccupi, nessuna commozione celebrale, ha solo perso un po' di sangue.- rispose l'uomo.- Per quanto riguarda l'altra cosa...-
Sam lo guardò accigliato.- Altra cosa?-
Il medico guardò direttamente la ragazza.- Signorina Rogers, suo padre ha il Parkinson: è per questo motivo che i muscoli non rispondono ai comandi. E' circa al secondo stadio e perciò progredito molto in poco tempo.-
Improvvisamente, le orecchie di Peggy smisero di sentire la voce del dottore e il suo cuore si fermò per un attimo.
L'unica cosa che percepì fu il bambino muoversi appena e gli accarezzò delicatamente la schiena, cullandolo.
Sam abbassò lo sguardo.- Quanto gli rimane?-
-Non possiamo stabilirlo con sicurezza, ma direi qualche mese.- rispose l'uomo. -E consiglio inoltre una struttura adatta a lui: intanto lo terremo una settimana in osservazione qui.-
Peggy si allontanò per cercare di reprimere le lacrime, ma non riuscì con i singhiozzi e James la sentì.
Si portò un dito alla bocca, dopo aver preso un lungo respiro.
D'un tratto, Peggy non si sentì più triste, anche se una lacrima le solcò il volto.
Si chiese come fosse possibile e forse c'era un'unica spiegazione.
Guardò James con la coda dell'occhio e si chiese se avesse ragione.
Sam li portò a casa e così Peggy mise James al letto.
-Domani devo andare a San Francisco...- sospirò Peggy, passandosi una mano sugli occhi.
-Ehi, fa quello che devi fare ci penso io a James.- le disse Sam, posandole una mano sulla spalla.
Peggy lo abbracciò.- Ti ringrazio, non dovrei metterci più di una giornata.-
Dalle parole del dottore, Peggy sapeva che si sarebbe dovuta preparare ad affrontare anche la morte di suo padre.
Sperò solo che succedesse molto più tardi del previsto.
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Watch out for the little guy. (Ant- Man Quantumania Fanfiction.)
FanfictionQuando una ragazza con un cognome importante bussa alla porta di Peggy, automaticamente la proietterà verso una nuova avventura. CONTINUO STORIA "ONE OF US- SPECIALE DI NATALE"