Capitolo 2- L'errore di calcolo:

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Dopo sei ore di volo, Peggy atterrò a San Francisco e, in particolare, nella libreria in cui Scott Lang stava facendo la presentazione del suo libro.

Era venuta tanta gente e così la ragazza si nascose tra le persone per paura che la riconoscessero e che rubasse la scena a Scott.

Egli stava leggendo l'ultimo passo del libro, dove chiedeva scusa a sua figlia di non esserci stato per alcuni dei suoi compleanni, dato che era scomparso per 5 anni.

-Mia figlia è stato il primo dei miei pensieri quando sono venuto in contatto con Mia O'Neil.- proseguì Scott.

Peggy non si aspettava che continuasse proprio su quel paragrafo e che la guardasse dritta negli occhi, riconoscendola tra la gente.

-Mia è stato un grandissimo punto di riferimento nel nostro viaggio: probabilmente non ce l'avremmo fatta senza il suo ottimismo e il suo coraggio.- aggiunse Scott, con un leggero sorriso.- E ho avuto anche il privilegio di assistere ad un matrimonio nel bel pieno della battaglia!- commentò, facendo ridere chi lo stesse ascoltando. Infine, sollevò di nuovo lo sguardo.- Che riposi in pace: grazie, Mia.-

Quando Scott chiuse il libro, tutti presero ad applaudire e Peggy gli sorrise.

Si diressero poi tutti verso il piccolo rinfresco e Scott le porse una coppa di champagne.- Benvenuta a San Francisco.-

-Grazie.- rispose lei sorridendo.- E ti ringrazio anche per il passo che hai scritto su di lei, ne sarebbe felice.-

Scott annuì un po' dispiaciuto.- Era una grande donna...Grande donna, grande coraggio...-

Peggy immaginò cosa stesse per dire.- E grande culo, lo dite tutti.-

Scott non voleva essere scortese, ma fece un cenno con la testa prima di bere.- Assolutamente sì.-

In quel momento, mentre Peggy rideva, il telefono di Scott squillò.

L'uomo guardò lo schermo un po' confuso.- Perché mi chiamano dalla prigione?-

***

Scott e Peggy corsero alla centrale di polizia, dove dentro incontrarono anche Hope Pym, la figlia del famoso scienziato.

-Oh ciao, tu devi essere Peggy, molto piacere.- esordì la donna, stringendole la mano.

Peggy ricambiò la stretta, senza smettere di pensare che ella possedesse una bellissima tuta nera ed oro con le ali che la facesse rimpicciolire ed ingrandire.- Salve, il piacere è tutto mio...Ma, cosa è successo?-

In quell'istante, una poliziotta di colore urlò il nome di Cassie e la ragazza dai capelli biondi legati in una coda uscì dalla cella.

-Cassie, ma che diavolo hai combinato?!- le domandò suo padre.

Cassie venne condotta ad una scrivania per lasciare una firma.- Niente...Cose da galera.- rispose sarcasticamente.

Peggy osservò che un agente la stesse fissando piuttosto arrabbiato.- Dove l'hai messa? So che ce l'hai tu!-

-Non so di cosa stia parlando: era tutto un po' confuso grazie a tutti quei lacrimogeni che avete lanciato.- borbottò Cassie, frugando nella propria borsa.- Ah, ma ho trovato questa.- gli disse, lasciando sul tavolo una miniatura di una volante della polizia.- Buona giornata, signori.-

Peggy trattenne una risata mentre entrarono tutti e quattro in macchina.

-Hai rimpicciolito una macchina della polizia!- esclamò Scott.

-Non potevo rimanere lì a fare niente, stavano sgombrando un accampamento di senza tetto. Quelle persone sono rimaste senza casa dopo il blip, era tutto ciò che avevano.- spiegò Cassie.

Watch out for the little guy. (Ant- Man Quantumania Fanfiction.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora