Capitolo 5- Gli universi sono fatti di probabilità:

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Atterrò con facilità su un pavimento rosso, ovvero il colore del cuore del nucleo, che stava proprio sopra i propri occhi.

-Darren, mi ricevi, sono arrivata.- esordì parlando al chip, ma nessuno le rispose.- Darren?- alzò gli occhi al cielo.- MODOK?-

-Che c'è?- borbottò lui.

-Che poi che cosa vuol dire MODOK?-

-Mental Organism Designet Only-

-Sì, sì, okay ho capito, troppo lungo.- mugugnò lei, gesticolando.- Ci sono, ora che cosa devo fare?- domandò Peggy, ma non fece in tempo a dire qualcosa che, improvvisamente, si sentì spingere in avanti e davanti a se apparve un'altra Peggy, uguale identica a lei.

-Ma che diamine?- bofonchiarono entrambe contemporaneamente.

Da lei ne spuntarono altre ancora.

-MODOK, che sta succedendo?!-

-Entrare era la parte più facile ragazzina, adesso devi raggiungere il nucleo. Quelli che vedi intorno a te sono tutte possibilità di quello che potrebbe succedere.- spiegò Darren.

Intorno a lei cominciarono ad apparire milioni di varianti che parlavano tutte insieme, confondendola.

-Secondo me rimarremmo qui per sempre.-

-Noi spariamo ghiaccio e siamo alte 2 metri, perché mai dovremmo rimpicciolirci?!-

-Lo sapevo che dovevo scappare con James alle Canarie.-

-State zitte!- gridò Peggy a squarciagola. -Andiamo! Non ci siamo allenate tutta una vita per poi arrivare a questo!-

-E chi si è allenato.- bofonchiò una variante obesa che stava mangiando una barretta di cioccolato.

Peggy fece una smorfia schifata.- Oh andiamo, deve esserci un modo per metterci tutte d'accordo.-

-La verità è che la maggior parte del tempo non sai nemmeno quello che fai.- commentò una di loro, a braccia conserte.

-Non è vero!-

-Se sapessi quello che facessi nostra madre sarebbe ancora viva.-

-Ehi! Non nominarla!- urlò un'altra, dandogli un pugno.

Si creò il caos intorno a Peggy che fu costretta a tapparsi le orecchie.

Inevitabilmente, in quel momento, la ragazza ripensò a Steve e che non era nemmeno riuscita a parlargli prima di partire per San Francisco.

-Papà...-

Sentendola sussurrare quella parola, tutte le altre varianti si fermarono.

-Ascoltate, io devo tornare da mio padre, prima che sia troppo tardi!- continuò Peggy stringendo i pugni.- O me ne pentirò per sempre.-

Le varianti iniziarono a guardarsi fra di loro, con ammiccamenti vari.

-Ha ragione. Forza, tiriamola su!-

Ad un certo punto, Peggy venne presa per i fianchi e tutte le altre crearono una catena umana per sollevarla verso il cuore del nucleo.

Sorrise entusiasta e, quando fu abbastanza vicina, lanciò uno dei dischetti, ma esso andò solo a frantumarsi verso gli anelli.

-Cazzo!-

In quel momento, le varianti iniziarono a cadere e Peggy avrebbe fatto un bel volo se qualcuno non l'avesse afferrata.

Una donna con una tuta nera e oro che dietro aveva quattro ali.

-Ti ho presa!- esclamò Hope.

-Hope!-

-Forza, facciamolo insieme!-

Peggy si aggrappò ad Hope ed entrambe si avvicinarono al nucleo, lanciando tutti i dischetti che possedevano.

Alla fine, gli anelli divennero più piccoli, fin che Peggy non cadde a terra e in mano si ritrovò una sfera di metallo: il nucleo della navicella multiversale.

***

Intontita, Peggy riaprì gli occhi e osservò Hope, svenuta, che veniva portata via.

-Lasciatela stare!- esclamò Peggy, ma prima che potesse fare qualcosa, una delle guardie le puntò l'arma contro.

Giunsero anche MODOK e Kang, che raccolse da terra il nucleo con un ghigno sul volto.- Mi ricordavo fosse più scaltra.- commentò egli, mentre Peggy veniva fatta rialzare dalle guardie.

-E io di un altro colore.- borbottò Peggy, ricevendo subito dopo un pugno sullo stomaco.

Kang si fece serio.- Portatela dentro.-

Peggy venne spinta dietro Kang con la forza e fu in quel momento, affacciandosi oltre il ciglio del burrone, dove ergeva la città da Kang costruita, che vide un enorme esercito di guardie e astronavi.

Sgranò gli occhi poiché non aveva mai visto una tale armata.

Contemporaneamente però, non lontano da lì udì un ronzio strano, come di una zanzara che si stesse nascondendo.

Peggy venne condotta all'interno del palazzo di Kang dove vide che in realtà ciò che apparteneva a Kang non era una navicella, ma un trono concentrico e d'orato.

Il nucleo andava inserito proprio in cima.

-Ti chiederai perché lo sto facendo.- esordì Kang, rigirandosi la sfera tra le mani.

-No, ma tanto me lo dirai lo stesso, giusto?- sbuffò Peggy.

In quel momento, sopra le loro teste, comparve una scia bianca e luminosa che Peggy aveva già visto in passato: la linea temporale.

-Io ho visto tutto, Peggy, so come va a finire.- le disse Kang.- La linea temporale era in grave pericolo, incursioni su incursioni. Io ero la loro ultima speranza e così ho fatto quello che dovevo fare.-

Peggy sollevò le sopracciglia.- Hai iniziato una guerra, vuoi dire.-

-Mi diedero del folle e così persi tutto. Io la chiamo conquista.- affermò Kang a denti stretti.

-No, tu volevi solo vendetta perché eri stato battuto.- dedusse Peggy, assottigliando gli occhi.- Da chi sei stato battuto...?-

-Ora basta!- gridò Kang, apprestandosi ad inserire il nucleo nel trono.- Finalmente.-

Il trono si illuminò d'oro, ma solo per qualche secondo.

Kang, confuso, riprese la sfera in mano che si rivelò essere solo una palla di sabbia che le si sgretolò tra le dita.

-Che cosa hai fatto?! Avevi fatto una promessa!- urlò rabbioso.

-Ops, forse avevo le dita incrociate.- mugugnò Peggy, storcendo la bocca.

Proprio in quel momento, iniziò a risuonare un forte allarme per il palazzo.

-Io ti avrei potuto dare tutto.- affermò Kang.

Peggy scosse appena la testa.- Lo hai detto tu: l'universo è fatto di probabilità, 50 e 50. Se mi avessi dato un futuro con mio padre, allora a morire sarebbe stata mia madre. Le tue promesse sono solo inganni...E tu non mi sembri proprio il Dio degli Inganni.-

Improvvisamente, ci fu un' esplosione proveniente dalle prigioni e Peggy capì che il suo piano era andato a buon fine.

Watch out for the little guy. (Ant- Man Quantumania Fanfiction.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora