9. Stupido Charles. Stupida Matilde.

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Charles era distrutto, non riusciva a darsi pace sul perchè le aveva dato quel bacio sulla mano.
Cosa gli era passato per la testa? Lei era stata carina a vedere insieme qualche giro di una gara che nemmeno le interessava, e lui si era permesso di sfiorarla con le labbra.

Si malediceva per non aver avuto pazienza, avevano ragione quei dannati giornalisti che di domenica in domenica gli rinfacciavano la sua irruenza.

Per qualche ora pensò addirittura di aver sognato tutto, magari si era addormentato durante il gp e aveva sognato quella splendida ragazza che lo aveva fatto persino ridere.

Ma lo sapeva che Matilde era reale: si sentiva così bene quando entrava nella stanza, era l'unica che lo avevo trattato come un ragazzo qualunque, senza nessun filtro, ed essere visto per una volta debole lo aveva fatto sentire al sicuro con lei. Lei e quella ingenua ammissione di non avere ben chiaro chi lui fosse. Lei e il suo "semplicemente Charles".

Era abituato ad avere continuamente gente intorno che apprezzava qualsiasi suo gesto, ma con lei era diverso, con lei non era nessuno, niente Ferrari, niente Formula 1, nessun vantaggio su tutti gli altri esseri umani del mondo...come aveva potuto pensare che avrebbe gradito quel bacio.

Stupido Charles.

Matilde era rimasta per quasi mezz'ora accovacciata davanti la porta chiusa della stanza di lui, per riprendere quel minimo di ragione che le sarebbe servita per tornare dalle colleghe.

Il problema non era lui, non era stato quel bacio delicato che le aveva mandato il cuore a mille, il problema era lei e la fottuta paura che aveva di trovare qualcuno che le piacesse.

Matilde non aveva mai avuto un ragazzo, Matilde non aveva mai voluto un ragazzo.

E ora davvero Charles stava riuscendo a farle battere il cuore?
Chi era quel pilota magnetico che in qualche attimo aveva stravolto tutto?
Era semplicemente Charles, quel Charles solo suo, che l'aveva fatta sentire speciale.

"Ma che ti ha rapita? Sei rimasta là dentro più di un'ora" Avevano commentato le colleghe sarcastiche, quando era tornata da loro, ma lei non aveva nemmeno risposto, non si era voltata, non aveva dato retta a quella supposizione.
Non sapevano che ci sarebbe voluta rimanere ancora, che non appena aveva messo un piede fuori dalla porta, sarebbe già voluta tornare da lui, non si sopportava per averlo lasciato solo.

Stupida Matilde.

Passarono i giorni, più di uno, più di due, più anche di tre.

Charles a chi entrava nella sua stanza chiedeva di lei.
"Vorrei poter parlare con la Dott.ssa Rinaldi, può per caso chiamarla?" Sempre la stessa domanda.
"C'è per caso Matilde in turno? Potrebbe farla venire qua?" Sempre la stessa speranza.

I colleghi di Matilde non tardavano a riportarle quanto il pilota chiedeva, ed ogni volta lei faticava a rispondere che sì, ci sarebbe andata, per poi passare davanti la sua stanza e non avere il coraggio di entrare.

"Ma che succede con Leclerc? Oggi mi ha richiesto di te!"
Una delle sue colleghe sputò il rospo di fronte alle altre.
Matilde rimase senza fiato, incapace di controllare il rossore delle sue guance.
"Stiamo mettendo su il programma per il recupero muscolare...è proprio impaziente eh" Mentì, come meglio poteva.
"E lo fate di notte come l'altra sera?" Rise sguaiata una delle sue colleghe.
"Smettila Rosalba"

Nessuno ci aveva creduto.

Spazio autore <3

Spero che questo capitolo non vi abbia annoiato, ma l'ho trovato così tenero che ho voluto inserirlo anche se non ci sono molti passi avanti nella trama.
Però sono così dolci quei due...li amo!

Lasciate una stellina se vi sta piacendo la storia, ci tengo! Grazie :)

See you soon.

Suoki

Le favole NON esistono - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora