5. Resta

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"Si, puoi avvicinarti per favore?"
Matilde rimase stupita dalla richiesta del pilota, ma molto più dal tono dolce e delicato, quasi remissivo, che aveva usato per farle quella domanda.

Charles faticò non poco a tirarsi su dai cuscini, e Matilde gli corse accanto per aiutarlo, ma si fermò non appena il pilota le face cenno che avrebbe fatto da solo.  Quando il ragazzo fu quasi seduto, i loro occhi si incrociarono per un istante, verde nel verde, ma Charles li abbassò subito tornando a tenere china la testa.
"Devi pensare che io sia una persone orribile" disse tutto d'un fiato.
Matilde rimase sorpresa da quella frase, e guardò il monegasco con fare interrogativo.
"E' venuta due volte e per due volte ho fatto lo stupido, volevo scusarmi con lei"
Il buffo mix tra il tu della prima frase e la forma di cortesia che Charles aveva usato per scusarsi, tradivano il suo italiano di solito perfetto.
"Non si preoccupi, capisco la sua frustrazione. Davvero, non si preoccupi Sign. Leclerc"
Matilde invece scelse accuratamente le parole da usare, voleva sembrare comprensiva, ma in ogni caso professionale, non appena però pronunciò "Sign. Leclerc" il viso di Charles si illuminò in un sorriso, facendo apparire due meravigliose fossette al lato delle guance.
"Così mi mette in imbarazzo dottoressa, nessuno mi chiama mai Sign. Leclerc" ammise il ragazzo.
"Va bene mi dica lei come preferisce." Anche Matilde stava sorridendo, abbassando nel mentre lo sguardo per non scontrarsi di nuovo con quell'occhi verdi.
"In realtà andrebbe bene solo Charles, mi sento molto più tranquillo"

Le loro frasi furono interrotte dal telefono del pilota che prese a squillare sul comodino, lui fece per sporgersi a prenderlo, ma Matilde vedendo la sua difficoltà a raggiungerlo glielo passò, facendo poi cenno che sarebbe uscita per lasciarlo alla sua telefonata.
Fu Charles prima di rispondere a dirle: "Resta"
E Matilde non potè far altro che restare, restare a guardare i suoi occhi verdi, quel viso delicato e dolce, quel corpo pieno di lividi e quelle gambe che per adesso non funzionavano più.
Dalla voce di Charles scorsero via alcune frasi in francese, sembravano un po' seccate anche a Matilde, che non parlava affatto quella lingua.
In meno di un minuto Leclerc chiuse la chiamata.
"Vedi, cioè vede dottoressa..."Si corresse imbarazzato.
"Non serve, anche a me va bene solo Matilde."
Charles le sorride di nuovo e stavolta guardandola dritta negli oggi riprese:
"Ok, vedi Matilde, permettimi di scusarmi ancora per come mi sono comportato, è che mi chiamano continuamente per fare interviste, tutti si aspettano da me che torni in pista il prima possibile, tutti pretendono che sia un supereroe"
Charles si portò le mani sul volto, sopraffatto da quelle richieste pressanti che gli arrivavano da ogni parte del mondo.
"Non io" si lasciò scappare Matilde, pentendosi subito per quelle due parole che le erano uscite fin troppo spontanee e dolci.
I loro sguardi ancora incastrati si sganciarono quando Matilde spostò il suo subito altrove.
"I-Intendevo dire, dal punto di vista medico so quali sono le tappe del recupero" si riprese, ma Charles non le credette.
"Grazie, ho bisogno di qualcuno che veda oltre Leclerc" le disse volgendo il viso.

Matilde sarebbe voluta fuggire da quella strana confidenza, ma non riusciva a spostare il suo corpo via da lì. Aveva appena scoperto che i suoi occhi, la mente, il cuore e ogni sua singola cellula era attratta da quel magnete che era Charles Marc Hervè Percival Leclerc.

E lui? Lui la guadò riflessa nel vetro della finestra, i lunghi capelli rossi incorniciavano il viso pallido pieno di lentiggini, avvolta nel camice bianco stringeva al petto una cartellina con chissà quale informazione su di lui,  Charles sapeva che lo sguardo basso di Matilde celava due magnifici occhi verdi, li aveva visti.

Accadde tutto in un attimo di lunghissimo silenzio.

Spazio autore <3

Finalmente qualcosa si interessante tra Charles e la nostra Matilde...
Non vedo l'ora di farvi leggere il resto...hihihi.
Se vi è piaciuto questo capitolo, lasciate una stellina!
See U soon

Le favole NON esistono - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora