18. A terra

255 16 24
                                    



Matilde non riusciva a togliersi dalla mente quanto fosse ingiusta quella forsennata corsa verso un recupero che Charles non stava sostenendo.

Era furiosa, dopo una notte a ripensare a quella caviglia destra che si sarebbe di certo spezzata di nuovo se non curata con la dovuta calma. Possibile che nessuno se ne stesse occupando?

Passando vicino alla palestra, vide che Charles era la, e si mise dietro un angolo di un corridoio dal quale vedeva bene che il carico di lavoro che gli stavano mettendo sulle gambe era senz'altro dannoso. Non riusciva a sentire quello che si stavano dicendo, ma ad un certo punto il medico fece cenno al pilota di provare ad alzarsi sulle gambe.
Matilde strinse i pugni e fra sè incoraggiò Charles: "Dai che ce la fai" le importava davvero di lui.
Ma Charles fece fatica anche solo ad appoggiare il piede a terra, il medico nel mentre lo incitava con ampi gesti.
Il pilota allora staccò le mani dal lettino dietro di lui, ma immediatamente tornò a far forza sulle braccia per rimane in piedi, il suo viso si contorse in una smorfia di fatica e di dolore, il medico tardò a sostenerlo e Charles cadde sulle ginocchia emettendo un gemito di dolore.

Matilde, non riuscì più a rimanere dietro quell'angolo e corse da lui.
"Charles" lo chiamò.
Il pilota era a terra con intorno i due medici che cercavano di aiutarlo a tornare seduto.
"Toglietevi, lasciatelo stare" Matilde si avvicinò a loro e li scansò via, allontanandoli con una spinta.
Charles era a terra, davanti a lei, con la testa fra le mani che non riusciva a rialzarsi.
"Come stai? Ti sei fatto male?" Chiese lei preoccupata accovacciandosi di fronte a lui.
"Non è niente Mati" i suoi occhi però tradivano lo spavento che aveva appena preso.
"Ancora con questo niente Charles, ma voi non lo vedete che non ce la fa? Siete pazzi?" Disse rivolta ai colleghi che stavano guardando la scena di lato.
"Seguiamo le tabelle Rinaldi" ribatterono loro.
"Quelle tabelle sono folli, totalmente sbagliate" alzò la voce Matilde.
Charles, con l'aiuto di lei era riuscito a rimettersi seduto, mentre gli altri due nella stanza confabulavano guardando le cartella clinica del pilota.

Matilde si avvicinò a loro ancora arrabbiata per quello che era successo.
"Tutti questi fogli non contano niente, Charles non ce la fa, siete medici non esecutori di una stupida tabella!!! MEDICI!" La sua voce era decisamente alta.
Charles non l'aveva mai vista così furiosa, si sentì confortato che qualcuno fosse dalla sua parte e fu grato che quella persona fosse proprio Matilde, non voleva però che lei si mettesse nei guai o compromettesse il suo lavoro a causa del suo piede che non si decideva a tornare in funzione in fretta.
"Mati, tranquilla ce la faccio"
"Charles, lasciami fare il mio lavoro per favore. Torno da te più tardi"
Matilde lo guardò, non per chiedergli se fosse d'accordo con quello che stava per fare, ma per dirgli con gli occhi, che sarebbe andato tutto bene, che ci avrebbe pensato lei.

Si voltò e uscì dalla stanza sbattendo la porta, percorse a grandi passi il corridoio e si trovò di fronte lo studio del Direttore, dove entrò senza neanche bussare.
"Dottoressa!" Il medico sobbalzò seduto al di là del tavolo
"Direttore, dobbiamo rivedere le tabelle di recupero di Charles" sputò fuori il rospo Matilde
"Non credo di seguirla Dottoressa" disse l'uomo tornando a guardare i fogli che aveva in mano.
"Dobbiamo rivedere le tabelle di recupero di Leclerc." Ripetè Matilde con tono più alto.
"Poco fa è caduto a terra!!!" Ormai la ragazza aveva il fiato corto.

Il direttore si aggiustò gli occhiali sul naso e la guardò dritta negli occhi:
"Le tabelle impostate sono perfette, lei non se ne occupi Rinaldi. Sa benissimo che l'unica cosa che dobbiamo fare è riconsegnarlo in piedi alla Ferrari nel più breve tempo possibile" suonarono quasi come una sentenza le parole del Direttore.
"Non è giusto, adesso è un paziente e dobbiamo scegliere il meglio per lui, dobbiamo stare attenti a quello che..."
"L'unica che deve stare attenta è lei. Devo forse prendere questa interferenza come una mancanza di fiducia in me e nel nostro progetto?" Il Direttore la guardava con aria di sfida, la stava forse velatamente minacciando di estrometterla dal Team di lavoro? Matilde sapeva che ne sarebbe stato capace, non era un uomo che ammetteva di essere contraddetto.

"No Direttore certo che no!" Mentì, ma non poteva fare altrimenti, aveva bisogno di quel posto e proseguendo a lavorare con Charles avrebbe potuto continuare a seguirlo...e quindi aveva detto al Direttore quello che voleva sentirsi dire.
"Bene allora siamo d'accordo. Buon lavoro dottoressa." la liquidò lui disinteressato, tornando a guardare il computer.
E Matilde uscì dalla stanza con la testa bassa e un unico pensiero in mente: Charles era tutto tranne che un progetto.

Spazio autore <3

Spero che questo capitolo in cui Matilde mette fuori un po' del suo carattere vi piaccia. E' una tosta alla fine. Ha fatto bene a parlare con il Direttore o ci saranno guai in vista?
Vi lascio come sempre i capitoli aperti sul finale, perchè lasciare al lettore la libertà di immaginare come prosegue una storia è sempre uno splendido modo per terminare.

Grazie a tutti coloro che stanno leggendo "Le favole NON esistono" se vi va lasciate un commento e uno stellina.

See you soon.
Suoki

Le favole NON esistono - Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora