Holaaaaa!! Ho ritrovato questa storiella nelle bozze, l'ho riletta e non mi sembrava così male queeendi here we are. Metto le mani avanti dicendo che la forma/stile dei primi cinque capitoli non mi fa impazzire perché, essendo cose vecchie , il mio modo di scrivere è parzialmente cambiato e questo non lo sento più molto mio, ma vabbèee chiudete un occhio 😔 concludo ringraziando infinitamente illa_lia per la bellissima copertina !! 🤍🤍
Come accade nei film o nei più fitti dei libri gialli, per comprendere le azioni che muovono i personaggi, è necessario sapere quel che hanno nel loro background, cosa compone il rispettivo bagaglio culturale o, magari, conoscere in maniera dettagliata quali sono i loro hobbies, se qualche malattia grave li ha afflitti durante l'infanzia o se hanno avuto incontri ravvicinati con il surreale, il mondo della fantasia o se qualche fantasma si è mai impossessato del loro corpo.
Niente di tutto questo - fortunatamente - ha scosso la breve vita di Simone Balestra, tuttavia, al fine di comprendere perché ha dovuto chiedere a Manuel quella cosa, è necessario fare un piccolo recap di quel che è accaduto nella sua quotidianità in seguito all'incidente che avrebbe dovuto procurargli la morte.
Esatto: Simone Balestra aveva deciso di morire in quella notte priva di stelle, andandosi a schiantare contro un muro per mezzo della sua Vespa, a causa del doloroso mal di cuore che gli attanagliava il petto da troppi mesi. Precisamente - se qualcuno avesse memoria breve - da quando nell'allora terza B si era fatto spazio un ripetente dall'aria strafottente, i ricci scombinati e i connotati di Manuel Ferro.
Sì, lo stesso Manuel a cui ha dovuto chiedere quella cosa giusto un paio d'ore prima, senza ricevere risposta alcuna.
Il loro rapporto, se così si può definire, è stato assai frastagliato, quasi le loro linee della vita fossero state disegnate da un bambino quando, non sa ancora dividere le forme, allora riduce tutto ad uno scarabocchio indecifrabile. Tant'è che prima si odiavano, o così dicevano agli altri.
Poi erano diventati complici fino a sembrare uno Peter Pan e l'altro Ombra, tanto non potevano stare separati.
Fino a qua tutto bene, poi un casino micidiale.
Durante una noiosa gita scolastica dirottata su Darwin, quei due avevano pensato bene di allontanarsi dal gruppo e il geniale cervello di Simone, elaborando un piano non così perfetto com'aveva pensato, per la prima volta venne appeso e rifiutato in malo modo da Manuel, in seguito ad un bacio rubato.
Le carte s'erano mescolate e ogni dubbio era venuto a galla.
Le maschere cadevano, la paura aumentava e i dissapori si facevano sempre più fitti nella loro amicizia che, inconsciamente, si stava dirottando al livello successivo.
Poi era arrivato il compleanno di Simone - sul quale, per certi versi, sarebbe meglio stendere un gran velo pietoso - nel quale la tensione tra lui e l'amico era esplosa nella maniera più distruttiva di tutte.
Apparentemente era stato il miglior regalo che potesse mai chiedere - giacché era stato amato, ed aveva fatto altrettanto, con il ragazzo per cui provava forti sentimenti - tuttavia, sempre paragonando la sua vita ad un film o un libro, Simone poteva giurare di aver toccato il punto più ascendente di tutti.
Non me ne pento di aver rubato le chiavi, sinceramente. Ne valeva la pena. Hai capito di cosa sto parlando no?
No, de che?
Di me e te. Di stanotte, penso che sia stato bello.
Io penso che forse era meglio se non succedeva.
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DueMilaMinuti
FanfictionEd ho usato duemila minuti per capire di me in fondo cosa pensi Ho trovato solo la rabbia, forse siamo troppo diversi.