Simone aveva sempre avuto una precisione millimetrica nell'eseguire gli schemi durante le partite di rugby, tuttavia quel giorno non ne sbaglia uno, ma ben due e, una volta terminato il match, i compagni glielo fanno notare, sotto gli occhi di Fabio e Manuel, entrambi venuti per assistere alla disputa del quinto incontro del campionato.
«Mea culpa, lo faccio stancare troppo!» Fabio gioca con il sarcasmo, facendo ridere tutti, meno che Manuel e in quanto a Simone, il viso gli si fa rosso «Vorrà dire che non ci vedremo più prima delle partite» gli lascia un bacio sulla guancia e qualcuno tra gli spettatori vorrebbe cavarsi gli occhi.
Non a caso Manuel si dilegua dal gruppo non appena gli è possibile e, seppure contro producente, decide di controbattere quella battuta perché, quando lui e Simone erano quello che erano, il secondo non aveva mai sbagliato uno schema, quindi quel Fabio il sarcasmo poteva pure risparmiarselo.
«Quando stava con .. con qualcun altro non ha mai avuto questi problemi. Sei sicuro che non t'ha sentito parlare e c'ha ancora sonno?» suona un silenzio glaciale e Manuel ci mette svariati minuti a comprendere a pieno quel che aveva appena detto.
«Come, scusa?»
«No, dicevo» quasi trattiene un risata «Ti pavoneggi davanti agli altri, ma sai anche tu che c'ha le occhiaie perché sta studiando come un folle pe' l'interrogazione d'inglese».
Lui corruccia le labbra «E tu che ne sai di quello che fa o non fa Simone?» al che l'altro decide di far finire quello screzio a suo favore «Perché si da il caso che io e il ragazzo tuo viviamo sotto lo stesso tetto, praticamente agiamo in simbiosi. Poi, a dirla tutta, ieri gli ho fatto compagnia, mentre attendeva una tua risposta per oggi. Se mi permetti, mo vado a recuperare r casco de Simone che, da qui, andiamo direttamente a cena: tranquillo ci stanno pure mia madre e suo padre, non è 'n appuntamento romantico!» così si dilegua, sentendo gli occhi dell'altro incendiarlo dalla rabbia che, per il punto incassato, sono assolutamente irrilevanti.
Difatti passa con piacere il casco a Simone quando esce dallo spogliatoio, così avrà quell'oggetto in mano mentre si dirige da Fabio.
«È proprio il massimo della simpatica il tuo amico Manuel, eh.»
«Ciao anche a te!» gli passa una mano tra i ricci «Che t'ha fatto? Non mi sembri mutilato a nessun arto e, considerando che all'inizio me menava, sei assolutamente rientrato nelle sue grazie!» e lo sa che non è così, che Manuel non lo può vedere e gli metterebbe volentieri una busta della spesa in testa - così gli ha detto l'ultima volta - ma tant'è.
«Comunque stasera non ci possiamo vedere più .. papà ha fissato una cena con Anita e pure noi due dobbiamo andare. Uhm ci possiamo vedere domani, se riesco a finire di studiare. Mi accompagni agli allenamenti?» inclina il capo su di un lato frattanto l'altro annuisce e «Poi andiamo in un posto che no, non ti rivelerò!» l'avvisa, conscio della sua smisurata curiosità.
Fatto sta che ci rosica e non poco quando vede Simone salire in sella alla moto di Manuel, reggendosi alla sua giacca e incastrando il capo tra la sua spalla e il collo. Stringe i pugni e comprende, con molto amaro in bocca, che lui è probabilmente il chiodo con cui il corvino vuole scacciare il ricordo di un sentimento ancora troppo vivido che brucia sotto pelle.
Manuel si sente vivo più che mai, ora che ha le braccia di Simone avviluppate attorno alla propria vita - che, paradossalmente è pure una metafora della realtà perché lui, nelle mani del minore, lascerebbe veramente le redini della sua esistenza. Così arrivano davanti al locale, un grande amplesso raffinato, ma non troppo, contornato da un prato colmo di fiori e un laghetto poco lontano. È un posto tranquillo, si respira quasi aria di casa e probabilmente non è dettato dal luogo, ma dalla compagnia.
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DueMilaMinuti
FanfictionEd ho usato duemila minuti per capire di me in fondo cosa pensi Ho trovato solo la rabbia, forse siamo troppo diversi.