È Dicembre inoltrato ormai, gli alberi sono spogli, le temperature sono fredde, le giornate sono corte e il buio arriva presto tant'è che il Sole tramonta così precoce che la merenda di metà pomeriggio si fa praticamente al buio. Mentre Manuel è intento a cercare qualcosa da sgranocchiare per lo spuntino sente la porta aprirsi: non sta aspettando nessuno e in casa c'è solamente Simone, perciò va a controllare.
Appena esce trova il corvino imbacuccato nel suo giubbotto nero e con la sciarpa che copre metà il viso, lasciando scoperti solamente i suoi grandi occhi color miele.
«Che stai a fa' Simò?» urla quasi Manuel.
Il corvino sobbalza giacché non si era accorto della presenza del riccio «Sto andando in garage a prendere le scatole per fare l'albero di Natale, Manu» dice con fare innocente. Per Simone, seguire le tradizioni, è sacrosanto ma quest'anno non ha potuto rispettare quella di fare l'albero l'8 di Dicembre perché il trasloco dei Ferro gli ha scombussolato le ultime settimane impiegando le forze di ognuno di loro.
«T'aiuto.»
«Ok, però vestiti, fa freddo» il maggiore ridacchia e prosegue la camminata verso il ripostiglio «Facciamo veloce». Ed in poco tempo il salotto, che già è pieno di scatole del trasloco, viene letteralmente invaso da decorazioni natalizie.
Il corvino prende il telecomando della tv, apre Spotify e fa partire la playlist di canzoni natalizie cantate da Taylor Swift «Simò davvero?» lamenta Manuel rendendosi conto che anche a Natale deve sorbirsi quella cantante «Taci. Piuttosto prendi questo e aiutami» Simone gli lancia una specie di mazzo di rami da districare e dividere per dimensione.
Dopo circa mezz'ora l'albero è montato e mentre Simone è impegnato a scegliere i globi da mettere sull'albero e la loro disposizione, Manuel va in cucina e prepara la cioccolata calda; ha bisogno di una pausa.
«Manu!»
«Eh?!» urla per farsi sentire.
«Preferisci blu e rosso oppure argento e rosso?»
Il riccio si passa una mano sul viso ridacchiando: è incredibile quanto Simone in queste cose sia ancora tremendamente un ragazzino perfettino.
«Simò, per me lo possiamo fa anche arcobaleno, basta che per cena è finito.»
Ormai la cioccolata è pronta, quindi prende il vassoio, poggia la tazza di Super Mario - la sua - e quella di Luigi - di Simone - infine la panna spray perché il corvino ne va matto.
«Simò pausa» annuncia Manuel facendo ingresso nel salotto con il vassoio tra le mani. Scavalca un paio di scatoloni e appoggia il tutto su uno di essi.
«L'hai fatta tu?» domanda scettico il minore.
«Vedi qualcun altro? Io, a volte, me chiedo come fai ad esse' il primo della classe» lo prende in giro e in risposta riceve un dito medio.
Dopo aver spruzzato un grosso quantitativo di panna spray, Simone prende la tazza e beve un sorso di cioccolata, sporcandosi la punta del naso con la panna.
Il riccio inizia a ridere come se davanti a lui ci fosse la scena più divertente del mondo, nel frattempo il corvino non comprende e lo guarda piuttosto dubbioso «Manu ma tutto ok?»
«Si ma - ma hai il-» neanche riesce a parlare per quanto ride «Viè qua» Simone avvicina il viso alla mano a mezz'aria di Manuel che con l'indice gli pulisce via quel poco di panna sulla punta del naso «Ecco qui, t'eri sporcato» il corvino è seriamente combattuto se essere imbarazzato o preoccupato ma non ha tempo per pensare perché il suo cuore ha preso ad accelerare da quando Manuel le loro pelli sono andate in contatto.
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DueMilaMinuti
FanfictionEd ho usato duemila minuti per capire di me in fondo cosa pensi Ho trovato solo la rabbia, forse siamo troppo diversi.