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I'LL LOOK AFTER YOU

Aren't we too young for this?

Kaila

<<Grazie per averci ospitato.>> ringrazia JJ.
<<Siete i miei fratellini, mi sembra il minimo.>> ridacchio.
Anche se in questo momento da ridere non c'è niente.
Non erano lì, non possono sapere se è stato lui.
Non ho dormito tutta la notte per questo. Non riesco a smettere di pensare a questo. Chiunque ci starebbe pensando.
Lascio i ragazzi al Wreck e torno a casa.

Rafe uccidere una persona?
Rafe Cameron è stronzo, ma non ucciderebbe mai una persona. Almeno credo...Non è vero. Non può essere vero. Come fanno ad esserne certi?
Ok, va bene. John b non ucciderebbe nessuno. Conosco quel ragazzo, non ucciderebbe mai niente, solo per rabbia, solo Ward.
Ma non lo sceriffo, lei lo aiutava.
Perché avrebbe dov-
I miei pensieri si bloccano non appena mi ritrovo Rafe davanti nel pianerottolo.
<<Cameron?>> le parole mi muoiono in bocca.
Lui si alza di scatto e io faccio un passo indietro.
Ha gli occhi rossi e sta piangendo.
<<Dimmi che non è vero...>> lo supplico.
<<Kaila.>> dice serio.
<<No.>>  gli occhi mi diventano lucidi.
Si sente una porta aprirsi e subito entriamo in casa.
Mi avvicino a lui.
<<Rispondimi, cazzo!>>

Rafe

Si avvicina ancora di più.
<<Dimmi che non è vero!>> dice tra le lacrime.
Non rispondo.
Lei fa un passo verso di me e mi afferra la mano <<Rafe...ti prego.>> mi supplica.
Rafe, mi ha chiamato Rafe.
Cerco di non incrociare il suo sguardo <<L'ho fatto.>> mando giù il groppo che mi si era creato nella gola.
Lei si ammutolisce.
Cazzo.
<<Perché- perché lo hai fatto?>> mi chiede, vedo il terrore nei suoi occhi. Ha paura di me. Ma io non le farei mai del male.
<<Kaila.>> la chiamo con gli occhi lucidi.
<<Rafe...>> le trema la voce.
<<Non sono una cattiva persona.>>
<<Hai ucciso lo sceriffo!>> è come se mi stesse infilando un coltello nello stomaco, spinge sempre di più e il coltello entra più in profondità.
<<Io, non, io non farei mai del male.>>
<<Dovrei crederti?>>
<<Kaila.>>
<<Cristo!>> impreca andando in cucina.
<<Ti prego. Ascoltami. L'ho fatto per proteggere mio padre. Lo giuro. Lo giuro sulla mia fottuta vita.>> le afferro il polso.
<<Non toccarmi!>> si scosta.
<<Kaila, non urlare, se ci dovessero sentire...>> provo a dire ma vengo bloccato <<Sentirebbero che sei un assassino. Cioè, la verità.>>.
Cazzo.
Cazzo.
Cazzo.
Perché?
<<Vuoi rinunciare a tutto quindi? Ai tuoi soldi?>>
<<No, non lo farò.>> ci tiene così tanto a dei soldi?
Il silenzio cala nella stanza.
<<Sei uno psicopatico.>>
<<I-io...>>
Lei sbuffa e va verso la mensola dei liquori.
Stappa la bottiglia e prende un sorso direttamente da essa.
<<Lasciami pensare.>> si allontana.
<<Per ragionare devi essere lucida.>> le urlo dalla cucina.
Lei non risponde.

Dopo un po' di tempo inizio a preoccuparmi, quindi
corro in camera sua e apro la porta.
<<Cosa vuoi?>> è possibile che sia già ubriaca? Non regge un cazzo.
Barcolla verso di me e mi spinge <<Vattene.>>.
<<No, sei pericolosa ubriaca.>>
<<Che vuoi? Ricordi cosa è successo l'ultima volta? Tre te e me.>> si indica poi sposta l'indice su di me.
E come dimenticarselo.
Afferro la bottiglia di vino non appena ne beve un altro sorso.
<<Ehi!>>
<<È abbastanza, smettila.>> gliela allontano.
<<Tu non puoi-!>> si blocca di scatto <<devo vomitare.>> inizia a correre verso il bagno.
La seguo e le afferro i capelli quando si abbassa verso il water.Inizia a vomitare l'anima. Cristo, devo chiudere a chiave quel mobile.
<<Non hai mangiato vero?>> le chiedo.
lei scuote la testa senza guardarmi. Ecco perché ha vomitato, l'alcol è salito più in fretta.
Afferra un pezzo di carta igienica e si pulisce le labbra.
Si appoggia al muro e chiude gli occhi.
<<Dovrei denunciarti e aiutare i Pogues...ma non posso farlo.>>
<<Che vuoi dire?>> dico aggrottando la fronte, confuso.
<<Quando avevo quindici anni ero amica di un pogue. Anzi, migliore amica.>> inizia a spiegare <<non aveva dei bei genitori, se così si possono chiamare, lui era un po' tossico io non fumavo più di tanto. Un giorno era venuto davanti casa mia tutto sporco di sangue. Suo sangue. Il padre lo aveva picchiato. Un'altra volta. Ma quella volta aveva esagerato, era davvero arrivato al limite, lo stava per uccidere! Non ci vedevo più niente per la rabbia. Quell'uomo stava per uccidere il mio migliore amico.
Così andai a casa sua...>> delle lacrime iniziarono a rigarle il viso.
<<Kaila, tu lo hai...?>>
<<No, non ci sono riuscita. Gli ho sparato ad una gamba, ma non è morto. Diceva che non dovevo rovinarmi la vita per un pogue. Che se lo avessi ucciso lo avrei avuto sulla coscienza per sempre.>>
<<Lui non ha fatto niente?>>
Scuote la testa.
<<No. Mi ha solo denunciato per furto di una collanina in oro. I miei genitori pagarono subito il risarcimento, poi mi mandarono in collegio...se io non avessi visto il terrore nei suoi occhi, lo avrei ucciso.>>
Mi avvicino di poco a lei e le accarezzo la coscia.
<<Capisci che ti sei rovinato la vita con tutto questo Rafe?>> si volta verso di me.
Si, l'ho capito.
Lei appoggia la testa sulla mia spalla e io continuo ad accarezzarle la coscia <<Andrà tutto bene te lo prometto.>> le lascio un bacio sulla testa.

;

Kaila

Ormai si è fatta notte.
Rafe si è addormentato nel mio letto e io sono ancora sveglia, sconvolta.
Sento il mio telefono squillare.
Lo afferro e rispondo.
<<Pronto?>>
<<Tesoro!>> mia madre mi strilla nell'orecchio.
<<Mamma, tutto bene?>>
<<No! Affatto! Io e tuo padre stiamo passando a prenderti. Dobbiamo andare da tua sorella. John b è morto...>> John b cosa? 
<<Che stai dicendo?>>
<<Siamo giù.>> mi informa.
Io chiudo la chiamata ed esco di casa. Inizio a correre le scale fino ad arrivare al piano terra, dove apro la porta con forza e vado verso la macchina.
<<Mamma?>> la chiamo.
<<Li stavano cercando, li hanno persi nella tempesta.>>
<<"Li hanno" chi?>>
<<John b e Sarah.>>
Sarah Cameron?
Sono scappati insieme?
<<Dimmi che non è vero...>>la supplico.
<<Ti sembrano cose su cui scherzare.>> no.
Dopo un po' di tempo arriviamo nel posto.
È pieno di tendoni. C'è l'intero dipartimento dello sceriffo. Dei poliziotti vengono subito verso di noi e ci portano in un tendone dove ci sono Pope con i suoi genitori, Kie e JJ.
Corro verso mia sorella e l'abbraccio.
Lei mi stringe forte a se e scoppia a piangere.
<<Mi dispiace.>> le sussurro.
<<Non ce l'hanno fatta, Kai.>> piange a dirotto.
Sento i miei genitori avvicinarsi, allora mi allontano.
Mi guardo intorno e vedo JJ solo seduto su una sedie con le lacrime che gli rigano il viso.
<<Jayj.>> lo chiamo.
Lui alza il volto verso di me a si alza.
<<Vieni qui.>> apro le braccia e lo accolgo in un abbraccio.
<<Ci sono io, stai tranquillo.>> lo stringo a me.
<<Va tutto bene.>> gli ripeto.
<<Ho perso il mio migliore amico, l'unica persona che mi era rimasta, la mia famiglia.>> dice tra le lacrime.
<<Lo so, lo so...>>
...

𝐷𝐼𝑆𝑇𝐴𝑁𝑇 || R•KDove le storie prendono vita. Scoprilo ora