Ch 6
Il mio sonno fu molto turbato, la mia mente mi fece rivivere ancora ed ancora l'ultimo calpestamento di Sarada, quando la mia giovane Padrona mi aveva rotto numerose osse del viso con i suoi bei e potenti piedi. Le microfratture, che chissa per quale insano motivo avevo scelto di non farmi curare dalla signora Uchiha, mi facevano male e forse era quel dolore che generava i miei incubi senza fine, dove Sarada mi calpestava ancora una volta, riducendo, quella che una volta era una sua compagna di classe, in una poltiglia senza valore.
Con la notte era arrivato anche il freddo ed il mio corpo nudo fu scosso da numerosi brividi mentre mi muovevo dentro la mia piccola cuccia alla ricerca di una posizione più confortevole e calore che non avrei trovato. Come ero finita in quella situazione? Come avevo lasciato che Sarada e sua madre mi usassero in quel modo degradante, ad essere il loro cagnolino fedele, pronto a tutto pur di servire i suoi proprietari?
Ma la domanda per cui avrei voluto davvero una riposta era un'altra. Perchè diavolo la mia mente ed il mio corpo mi stavano tradendo in quel modo, facendomi amare tutto quello che loro mi facevano? Più Sarada e Sakura sama mi umiliavano, più martoriavano il mio corpo, più io ero travolta da quel piacere insensato che riusciva a farmi entrare in un'altra dimensione come una di quelle droghe che ogni tanto circolavano nel villaggio e che tanti problemi stavano causando all'Hokage, impreparato ad affrontare un tale nemico che riusciva a distruggere le menti degli abitanti di Konoha più di un potente shinobi.
Senza riuscire davvero a riposarmi durante la notte, crollai poco prima dell'alba e quando aprii di nuovo gli occhi, il sole era già alto nel cielo.
"Oh no, oh no. Arriverò un'altra volta in ritardo" pensai con orrore e senza ricordarmi di essere legata con una pesante catena, gattonai fuori dalla cuccia e cercai di mettermi in piedi velocemente.
Solo quando la catena rischiò di soffocarmi mi ricordai davvero in che situazione mi trovavo e disperata non sapevo proprio cosa fare. Avrei dovuto chiamare le mie padrone per farmi liberare? O dovevo aspettare il loro arrivo? Ma era davvero troppo tardi, Sarada doveva essere già all'accademia, lei non era arrivata in ritardo neanche una volta e dubitavo fortemente che lo avrebbe fatto proprio quel giorno.
"E se anche Sakura sama è gia in Ospedale?"
Per un folle momento pensai di fondere la catena di metallo con un jutsu di fuoco, ma scartai subito quell'idea perchè temevo troppo la furia delle mie padrone se avessi danneggiato una loro proprietà e poi non ero affatto sicura di riuscire a rifare di nuovo quei jutsu che avevo fatto per puro caso contro Sarada nei nostri due precedenti scontri. Ricordandomi la conversazione che avevo origliato la sera prima, non potei chiedermi anche io, come Sakura sama e Sarada, come fossi riuscita ad utilizzare una tecnica su cui non solo non mi ero mai allenata ma di cui non conoscevo neanche i sigilli.
"Ok, mi sono allenata più volte con il Katon:Endan anche se non sono mai riuscita a creare delle fiamme prima della battaglia con Sarada, ma la palla di fuoco suprema di Sarada? Come diavolo ho fatto?" Mi chiesi sempre più confusa, cercando di ricordare esattamente cosa fosse successo durante la nostra ultima battaglia.
Ripensai a quando Sarada si era scagliata contro di me, come il movimento delle mani mentre faceva i sigilli mi era sembrato così lento. Che avessi visto i sigilli che stava facendo e li avessi copiati? Era davvero possibile una cosa del genere?
Non ebbi il tempo di trovare una soluzione a quella domanda perchè finalmente qualcuno apparve nel giardino. La signora Uchiha era chiaramente diretta verso di me e non potei che ringraziare silenziosamente che non fosse gia andata a lavorare. Se avessi saputo quello che sarebbe successo dopo, forse avrei pensato qualcosa di diverso.
- Finalmente sei sveglia. Peccato che ormai sia troppo tardi per andare all'accademia, ma in effetti i cani non hanno bisogno di un istruzione, no?-
Quello non era decisamente un buon modo di iniziare la giornata, Sakura sama mi aveva appena vista e già stava progettando di farmi abbandonare l'accademia ninja, incurante di tutti gli sforzi che avevo fatto per entrare e per seguire le dure lezioni di Shino sensei. Non ero un talento naturale come Sarada e Boruto, non avevo il fisico e la forza di volontà di Metal Lee e di certo non appartenevo ad un clan che potesse insegnarmi tecniche segrete nate e sviluppate nel tempo, ma ero ancora una kunoichi e forse stavo persino diventando brava, cioè, avevo persino battuto Boruto... sicuramente grazie ad un colpo di fortuna ed alla sua stupidità ma l'avevo comunque battuto. E la signora Uchiha voleva privarmi di tutto ciò?
- Voglio una risposta dal mio cane quando faccio una domanda - Sakura sama disse mettendomi violentemente un piede in testa e schiacciando la mia faccia contro il terreno.
Le microfratture alle ossa del mio viso tornarono a fare male mentre la mia Padrona cercava subito di rimettermi al mio posto, come se avesse capito che nella mia mente stava germogliando un seme di ribellione e che questo doveva appassire immediatamente. La forza di Sakura sama era spaventosa, Sarada non era neanche lontanamente forte come la madre ancora e potei percepire bene quanto l'allieva del quinto Hokage fosse ad un livello decisamente superiore. Il suo piede nudo mi schiacciava brutalmente ma Sakura Sama non sembrava nemmeno che si stesse sforzando, il suo controllo del chakra doveva essere impressionante e non volendo fare la fine di quel marionettista dell'akatsuki, che si narrava fosse stato distrutto senza pietà dalla forza di una giovane Haruno Sakura quasi venti anni fa, mi affrettai a dire quello che speravo potesse rendere la mia padrona felice.
- Woof! -
Seppi di aver fatto la cosa giusta non appena la signora Uchiha tolse il suo piede dalla mia testa ma prima che potesse dire altro, pensai di mostrarle il mio rispetto e con devozione cominciai a leccarle i piedi come un bravo cagnolino. I piedi di Sakura sama era molto belli ed amavo lo smalto rosso nelle sue dita, che tornai ad esplorare con la mia lingua come avevo già fatto nei giorni precedenti. Non mi importava che la mia padrona avesse camminato scalza nel giardino, avevo gia leccato le scarpe ed i piedi di sua figlia ricoperti di fango e quel sottile strato di polvere tra le sue dita e sulle sue suole non mi spaventava e sapevo che avrei reso Sakura sama orgogliosa di me se avessi ripulito tutto con devozione e perizia.
Leccai quei piedi per molti minuti e non pensai nemmeno ad una volta che qualcuno poteva vedermi facilmente mentre mi umiliavo in quel modo ai piedi di un'altra persona, ancora vicino la mia cuccia, nuda e legata ad un albero con una pesante catena di metallo.
- Ok ora basta, torna in casa e vestiti. Dobbiamo andare in un posto e c'è qualcuno che devi conoscere - Sakura sama mi disse, sganciando la catena dal mio collare e liberandomi finalmente dopo ore e ore.
Ovviamente non le dissi che sapevo gia chi voleva farmi incontrare o avrei dovuto confessare che avevo origliato la conversazione che lei aveva avuto con sua figlia la sera precedente, ma mentre mi rivestivo, felice per essere di nuovo un normale essere umano, mi accorsi di essere molto nervosa. Avevo molto sentito parlare del famoso Sasuke Uchiha, come tutti fin da bambina ero cresciuta con i racconti della quarta guerra ninja quando il mondo degli shinobi aveva messo da parte ogni rivalità e si era unito per fronteggiare la minaccia di Madara Uchiha ed il suo terribile piano di far cadere tutto il mondo in un'illusione eterna. Avevo sentito parlare di Kaguya che era l'essere supremo che si era rivelata essere il grande nemico della guerra ed ovviamente avevo sentito ogni cosa su come il settimo Hokage ed il suo amico/rivale avessero sconfitto quella Dea che sembrava provenire da un altro mondo. Quindi era abbastanza normale che fossi curiosa di conoscere Sasuke Uchiha e temessi di essere vista come una schiava dal padre della mia Padrona e dal marito di Sakura sama che sembra ossessionata di sapere come avevo usato quei due potenti Jutsu contro su figlia.
"Ma davvero il padre di Sarada sarà in grado di capire come ho fatto?" mi chiesi mentre seguivo la signora Uchiha fuori dal villaggio, addendrandoci in quella che veniva chiamata ancora la foresta della morte.
Dopo aver camminato per diversi minuti, finalmente sentimmo delle voci e poco dopo vidi Sarada poco distante, che mostrava ad un uomo quanto fosse migliorata con gli shuriken. Sasuke Uchiha era alto, aveva lunghi capelli neri ed uno sguardo severo, quasi malvagio. I suoi occhi neri si posarono su di me e fui subito scossa dai brividi, come se quell'uomo potesse vedere dentro di me e stesse studiando la mia stessa anima. Potevo percepire la sua potenza, il suo chakra spaventoso e "freddo" e per un attimo fui tentata di voltarmi e fuggire via.
- Guarda mamma, papà mi ha insegnato una nuova tecnic... -
- Non ora Sarada. E' lei? - Sasuke Uchiha disse interrompendo la figlia, la sua voce era calma ma per qualche motivo spaventosa come il suo sguardo.
- Si, se sei d'accordo non perderei altro tempo e la farei combattere - Sakura sama rispose e per un folle istante temetti che avrei dovuto affrontare quell'uomo che avrebbe potuto annientarmi in meno di un secondo.
- Sarada - Sasuke disse e la figlia fece un passo in avanti, come se sapesse già cosa doveva fare.
Era chiaro che la famiglia avesse gia parlato e deciso di testare le mie abilità per capire come ero riuscita a "copiare" la tecnica segreta degli Uchiha e quindi non fui sorpresa quando mi fu ordinato di combattere nuovamente contro Sarada. Era il nostro terzo scontro in pochi giorni ed oramai conoscevo bene il suo stile di combattimento ed i suoi attacchi ma questo non mi aiutò a schivare i suoi pugni quando la mia compagna di classe corse verso di me più veloce che mai.
Questa volta Sarada stava usando da subito il suo Sharingan e sapevo bene che avrei dovuto dare tutta me stessa per non essere annientata in pochi secondi. Ma era impossibile, quegli occhi riuscivano a leggere ogni mia mossa, e la ragazza anticipava ogni mio movimento, oltrepassando le mie difese senza nessuna difficoltà. Sarada mi colpì tre volte in faccia con un pugno e con un calcio allo stomaco mi mozzò il fiato. Disperata provai ad usare un nuovo jutsu di fuoco ma fallii miseramente e la mia padrona con un sorriso soddisfatto mi colpì in faccia con un calcio e mi fece volare contro una grossa quercia.
- Alzati Erika, lo scontro non è ancora finito. Voglio che tu faccia di tutto per vincere, usa tutto il chakra che hai e non trattenerti...o sarai punita- Sakura sama mi disse mentre Sasuke Uchiha osservava lo scontro in silenzio, sicuramente non impressionato dalle mie misere abilità.
Nonostante volessi ubbidire gli ordini della mia Padrona e renderla fiera di me, i minuti seguenti furono come i precedenti e Sarada continuò a colpirmi senza sosta fino a quando Sasuke Uchiha, disse :
- Sarada, usa la tecnica che ti ho insegnato -
- Papà sei sicuro? Non è troppo pericol...si Papà - Sarada rispose dopo uno sguardo del padre.
Non capendo cosa stesse succedendo, osservai Sarada raccogliere il suo chakra in una mano e quando i miei occhi videro il suo braccio circondato da quelle che sembravano scosse elettriche, uno strano rumore assalì le mie orecchie, come se mi mille falchi fossero pronti ad attaccarmi. Ero sfinita e non sarei mai riuscita ad evitare quella tecnica, che sembrava davvero letale. Mi accorsi che stavo tremando dalla paura ed indietreggiai mentre delle gocce di sudore scivolavano dalla mia fronte. Poi Sarada corse verso di me, la sua mano che sfiorava il terreno e che sembrava prendere sempre più forza. Quel fulmine mi stava per colpire ed io sapevo che sarei morta, non potevo fermarlo, non potevo sopravvivere. Volevo chiudere gli occhi ma per qualche motivo non lo feci, lo vidi arrivare, potevo sentire il calore di quella scossa elettrica, quel rumore così particolare. Solo quando l'attacco di Sarada si concluse mi accorsi che lo stesso fulmine ricopriva la mia stessa mano e che aveva deviato il suo colpo letale. Riuscii a vedere la faccia sbalordita della mia compagna di classe prima che le mie orecchie smettessero di funzionare, e di collassare per l'ennesima volta.
Mi risvegliai poco dopo e Sasuke Uchiha mi teneva un occhio aperto, che stava studiando con grande attenzione. Non sapevo se stessi sognando o se fosse tutto reale, ma non avevo la forza di oppormi o di pensare e quindi rimasi in silenzio mentre Sakura Sama chiedeva :
- Quindi? Come ci è riuscita? -
- Sei riuscita a vedere i suoi occhi mentre la colpivi, Sarada? - l'uomo chiese girandosi ad osservare la figlia -
- Credo di sì, erano...viola -
- Non dirmi che questa patetica ragazza ha il rinnegan - Sakura sama disse scioccata.
- No. Ho visto anche io bene i suoi occhi durante lo scontro e non ha il rinnegan. Però questa ragazza possiede un'abilità oculare altrettanto rara. Tra le leggende degli Uchiha si narrava che un tempo un donna del clan avesse sviluppato un particolare sharingan...viola e fin da subito con tre tomoe. Secondo la leggenda quella donna era in grado di copiare anche le altre tecniche innate ma le consueguenze per il suo fisico erano spaventose e che il suo occhio consumasse il suo chakra fino a ridurla quasi in fin di vita dopo ogni utilizzo -
- Uno sharingan...ma come è possibile, Erika non è un Uchiha!- Sarada disse sconvolta, non potendo credere che quell'incapace, quella compagna di classe che era diventata la sua leccapiedi, potesse in realtà appartenere al suo nobile clan -
"Un Uchiha...io?" Mi domandai sconvolta tanto quanto la mia compagna di classe e padrona. Era davvero possibile che nelle mie vene scorresse il sangue di quel nobile e potente clan? Mio padre era nato a Kumogakure ma era stato abbandonato subito dopo la nascita e non aveva mai saputo nulla riguardo le sue origini. Mia madre invece era la figlia di un pescatore e come tutta la sua famiglia aveva vissuto per generazioni nel paese delle onde prima di incontrare mio padre dopo la fine della quarta guerra ed andare a vivere con lui a Konoha, nonostante il suo sogno di diventare una kunoichi, la mamma non era mai riuscita a controllare il chakra ed alla fine aveva dovuto accettare di vivere senza gloria ed avventure come il resto della sua famiglia.
"No, non può essere la mamma. Se sono davvero un Uchiha, deve esserlo stato anche Papà" continuai a pensare mentre Sasuke continuava a studiarmi con attenzione, come se cercasse dentro di me uno strano potere che non pensavo di avere.
- Dovrò fare delle ricerche, tenetela d'occhio e non dite a nessuno quello che abbiamo scoperto-
- Ma papà, parti di nuovo? Sei appena arrivato! -
Non sentii cosa Sasuke rispose, Sakura Sama che sembrava furiosa con me, mi afferrò per un orecchiò e cominciò a trascinarmi via violentemente. Potevo capire perchè la donna fosse arrabbiata, era colpa mia se il suo amato marito doveva lasciare subito il villaggio, lasciando le due donne nuovamente da sole.
Pochi istanti dopo Sarada ci raggiunse, anche lei sembrava furiosa ed ero sicura che avrei subito una punizione molto severa per averla privata del suo adorato padre e per aver infangato il nome Uchiha per il solo fatto di essere accostato ad una nullità come me. Non potei fare a meno di notare che la mia compagna di classe si era tolta le scarpe e stava camminando per la foresta a piedi nudi e fu inevitabile chiedersi se quella fosse una delle punizioni che mi attendevano nelle seguenti ore.
Quando arrivammo alla residenza degli Uchiha, le mie due padrone mi gettarono con violenza per terra e mi ordinarono di spogliarmi nuovamente, nessuno dei tre aveva dimenticato il mio vero ruolo in quella casa. Non appena fui nuda, Sarada agganciò rudemente il guinzaglio al mio collare e mi mostrò le sue piante dei piedi sporchissime.
- Puliscimi i piedi schiava, un lurido verme come te non merita altro che una lingua nera -
Per un folle istante fui stranamente soddisfatta di sentire quelle parole, nella foresta avevo previsto correttamente quello che Sarada avrebbe fatto ma questo di certo non mi avrebbe evitato una nuova terribile umiliazione ai piedi di quella ragazza che oramai sapeva di potermi fare qualsiasi cosa e che io avrei obbedito ad ogni suo ordine. Dopo aver tirato fuori la lingua, ed aver strisciato fino ai piedi della mia giovane ma autoritaria padrona, cominciai a leccare le sue piante sporchissime, pensando incredibilmente che Sarada aveva ragione.
"La mia Padrona non merita di avere piedi così sporchi, tutta quella roba, quel nero, dovrebbe stare nella mia lingua, nella lingua di una misera schiava"
Tutta quelle sporcizia non rendeva però meno belli i piedi della mia Padrona ed ancora una volta mi sentii onorata di poterla servire come il cane fedele che ero diventata e mentre la mia lingua si muoveva senza sosta, cercando di raccogliere quanto più sporco possibile e di riportare le suole di Sarada al suo colore originale, non potei chiedermi ancora una volta cosa ci fosse di sbagliato in me. Come potevo accettare tutto quello che mi stavano facendo? Come potevo sentirmi onorata di essere uno strumento per pulire i piedi di una ragazza della mia stessa età? Una ragazza che mi disprezzava più di ogni altra cosa e potevo vedere nei suoi occhi tutto il suo disgusto e l'orrore per ciò che aveva scoperto quel giorno, che nelle nostre vene poteva scorrere lo stesso sangue. Sapevo che Sarada stava pensando senza sosta a quella rivelazione fin da quando avevamo lasciato Sasuke ed infatti qualche minuto dopo, mi disse :
- Come puoi avere il nobile sangue degli Uchiha? Tu, una perdente la cui più grande aspirazione nella vita è di mangiare lo sporco tra le mie dita dei piedi, tu che sei un verme che merita solo di essere schiacciato sotto le mie suole... -
Non sapevo cosa rispondere, così tenni lo sguardo basso e continuai a ripulire con attenzione i piedi della mia proprietaria, sapendo però nel mio cuore che lei aveva pienamente ragione.
- Ti ho fatto una domanda, schiava! - Sarada quasi urlò, colpendomi violentemente con un calcio in viso, facendo riesplodere il dolore delle mie ferite.
- Non lo so Padrona, non so se nelle mie vene scorre davvero il nobile sangue degli Uchiha ma so che avete ragione, che io non lo merito e che sarei solo un onta per il nome di un clan così nobile. Il mio posto è qui Padrona, sotto i vostri piedi, dove un verme come me merita di stare ed è solo un onore ed un privilegio poter servire una vera Uchiha, poter ripulire i piedi della vera discendente del clan più potente mai esistito -
Dopo aver detto quelle parole in cui credevo con tutto il cuore, ricoprii i piedi di Sarada di baci per qualche istante, prima di mettere un suo piede sulla mia testa, per mostrarle la mia sottomissione e ribadire che sapevo bene quale fosse il mio posto nel mondo.
- Ricomincia a leccare, i miei piedi sono ancora sporchi - Sarada disse qualche minuto dopo, ma sapevo che la ragazza era compiaciuta di quello che avevo appena fatto e delle parole che avevo detto.
Cercando di non farle perdere il buon umore che aveva riacquisito, ritornai a leccare le sue piante dei piedi con passione e devozione, godendomi quell'onore che solo io, avevo nel mondo. La mia lingua continuò a lavorare per ore, non mi fermai nemmeno quando i piedi di Sarada erano perfettamente puliti e continuai ad adorare la mia padrona mentre lei, che si era distesa nel suo letto, guardava la tv cercando di liberare la mente dalle preoccupazioni che la scoperta di un nuovo sharingan aveva creato nella sua giovane mente.
Mentre succhiavo le dita dei piedi della mia Padrona mi chiesi che dove fosse andata la signora Uchiha, che non vedevo da ore, e mentre la mia lingua esplorava ogni centimetro di quelle magnifiche dita dentro la mia bocca, notai che mi bruciavano gli occhi e che avevo dei brividi di freddo. Anche Sarada dovette notare qualcosa di strano perchè ad un certo punto allontanò i piedi dalla mia faccia e si alzò dal letto.
- Stai male vero? Credo che tu abbia la febbre -
- Io...non lo so, mi sento strana da un po' - risposi, felice che Sarada sembrasse preoccupata delle mie condizioni di salute.
- Appena torna la mamma, le dirò di darti un'occhiata - la mia padrona disse, accarezzandomi i capelli e per un istante non seppi trattenermi e le baciai la mano con devozione - Sai, è andata a prendere una "cosa" che ti farà impazzire-
Essendo una ragazza curiosa, non potei che cominciare a farmi mille domande su dove fosse Sakura Sama o cosa stesse facendo, ma non dimenticai però di servire la padroncina vicino a me.
-No, basta leccarmi i piedi, se hai qualche malattia non voglio essere contagiata. Però puoi ancora essermi utile, mettiti quella coperta così la smetti di tremare, poi vai sotto la scrivania -
Grata di potermi coprire con qualcosa, mi affrettai ad obbedire alla mia padrona che nel frattempo si era seduta e stava cominciando a fare dei compiti. Una volta sotto la sua scrivania, Sarada mi ordinò di stendermi sulla schiena e qualche istante dopo, i suoi piccoli e meravigliosi piedi si poggiarono sul mio seno.
- Perfetto, un poggiapiedi morbido e caldo - Sarada disse con un risata prima di concentrarsi nuovamente sul suo libro ed io, libera dalle preoccupazioni dell'accademia, con i meravigliosi piedi della mia padrona sul mio corpo, mi addormentai in un istante, stanca e con la febbre sempre più alta.
Non sapevo per quanto tempo avessi dormito, Sarada stava ancora studiando quando mi risvegliai e notai che i suoi piedi erano ora poggiati sul mio viso e che le sue dita stavano giocherellando con il mio naso. Non potei fare a meno di annusare quell'odore che avevo imparato ad amare ed i miei respiri intensi dovettero essere così rumorosi che Sarada si accorse presto che mi ero risvegliata.
- Bentornata tra di noi, cane. Credo che la febbre sia scesa, forse era solo stanchezza o qualcosa legata a quello sharingan viola, hai sentito mio padre, ha degli effetti collaterali devastanti sembra -
-Non lo so padrona...mi dispiace di essermi addormentata - risposi cominciando a sbaciucchiare i piedi della mia compagna di classe, sentendomi in colpa per non averla potuta servire in quelle ore mentre lei studiava.
-Non preoccuparti, mi ha servito anche dormendo, sei un favoloso poggiapiedi. La mamma è tornata con la tua sorpresa, se ti senti in forze, possiamo andare a vedere... -
Non me lo feci ripetere due volte e pochi secondi dopo stavo gia gattonando dietro Sarada che mi teneva al guinzaglio e che sembrava davvero curiosa di vedere la mia reazione a quella sorpresa che sembrava incredibile. E lo era per davvero, la mia bocca si aprì per lo stupore per la scena che trovai davanti i miei occhi, Sakura Sama rilassata sul divano e lì, proprio di fronte a lei per terra, con un piede della padrona di casa sulla schiena ed uno in bocca, c'era mia madre.
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Shinobi bullying (italian version)
FanfictionLa vita di Erika all'accademia ninja di Konoha è tutt'altro che semplice ed una sua compagna di classe le farà presto capire il vero posto di una ragazza ordinaria in un un mondo di potenti shinobi e nobili Clan. Tutti i personaggi della storia hann...