Fin tanto che la speranza non l'avesse abbandonata, neanche lei avrebbe messo da parte il suo obiettivo di fuga, anche se ancora non aveva un piano concreto.
Si sentiva più fiduciosa avendo qualcuno come Oran al suo fianco in questa assurda città di fuoco, sapeva che se fosse stata sola non avrebbe avuto alcuna speranza. Nell'attesa di capire come organizzare la fuga, molti pensieri cominciarono ad assalirle la mente.
Quello più frequente, a cui però non poteva dare risposta, era un dubbio relativo al tempo. Sebbene a lei sembrasse che fossero passate delle ore, nel mondo "reale" poteva già essere un altro giorno, o al contrario, potevano essere passati solo pochi minuti. Chi poteva dirlo da là, bloccata tra fuoco e fiamme, in un luogo che non trova dimora neanche negli incubi più tormentati della gente.
"Vabbè, il tempo è relativo adesso che sono quaggiù, e visto che ormai sono morta, che mi importa di che ora è nel mondo reale" si disse Beatrice con un velo di tristezza che, in viso, le abbuiava lo sguardo.
I suoi pensieri adesso si spostarono su Viola. "Povera Viola" pensò, "dovermi aspettare in spiaggia tutto quel tempo e poi scoprire che non mi presenterò mai, perché di fatto sono morta". Le si spezzava il cuore al solo pensiero.
Per lei Viola era tutto, la migliore amica che ognuno vorrebbe. Come quando giocarono insieme per la prima volta all'asilo, quando si persero per i corridoi alle elementari, quando studiavano insieme tutti i pomeriggi alle medie e quando poi al liceo, nonostante non fossero più nella stessa scuola, continuarono a scriversi e tenersi in contatto; un'amicizia che sarebbe durata per sempre.
Avevano sempre vissuto come se fossero più che semplici amiche, quasi come due sorelle. Tra loro c'era un legame così profondo che quando una delle due stava male, anche l'altra percepiva qualcosa di strano, come succede spesso per i gemelli. Certamente questo era anche influenzato dal fatto che ne avevano passate davvero tante insieme, in tutti quegli anni di avventure. C'è un ricordo in particolare che non la lascerà mai: alle medie saltarono la gita scolastica e rimasero insieme per tre giorni consecutivi a divertirsi, guardare film, video, chiacchierare del più e del meno come se tutto il resto non esistesse. Tre giorni colmi di gioia e complicità.
Quando le tornavano alla mente questo tipo di ricordi Beatrice si emozionava sempre, d'altronde, la morte avrebbe potuto separarle, ma non far scordare la loro amicizia.
In quel momento di riflessione le venne una strana sensazione, come quelle intuizioni telepatiche che avevano sempre condiviso. Sentiva come se Viola stesse male ma contemporaneamente la percepiva vicina, come se le fosse accanto, costantemente, e vegliasse su di lei in qualche modo. Sentiva in Viola molta tristezza, ma al tempo stesso una vivida speranza, ma di cosa? Non si spiegava questa sensazione, non aveva mai provato una cosa del genere.
Cercò di pensare ad altro per il momento e, come prima, una strana sensazione l'assalì all'improvviso. Stavolta riguardava sua madre e la sua famiglia, era come se li sentisse tutti accanto a lei, lo percepiva quasi a pelle. Esattamente come per Viola, sentiva tristezza ma anche moltissima speranza in loro, di un'intensità incredibile.
Anche se questo fatto la incuriosì, decise di non badarci troppo, aveva cose più importanti a cui pensare. Per esempio da dove iniziare per rendere concreto il piano, visto che ancora non aveva la minima idea di cosa fare.
Oran intanto era rimasto con lei sul tetto di lamiere, osservando lo sguardo vuoto di Beatrice vagare costantemente. Si distese all'indietro, cercando di non cadere. Volse il suo sguardo alle alte nubi rossastre che dominavano il cielo in tutta la sua estensione, cercando di farsi venire in mente qualcosa che potesse aiutarla.
Dopo un po' che si trovavano lì, senza aver detto una parola e con quelle maledette urla incessanti sempre nelle orecchie, Beatrice era più sconsolata che mai, incastrata in quella situazione senza essere in grado di trovare una via d'uscita.
Cominciò a riflettere se avesse fatto qualcosa di così terribile da essersi meritata tutto questo, ma lei era una ragazza veramente buona, molto dolce, gentile e generosa. Non era perfetta, nessuno lo è, ma nulla di ciò che aveva fatto in passato la rendeva meritevole di una simile punizione. Eppure eccola lì, tra le macerie di una città di fuoco, senza sapere come fuggire e con l'assoluta incapacità di ragionare su un piano.
Addirittura aveva cominciato a sentire delle voci nella sua testa. Quello che le pareva assurdo era che non riconosceva nessuna di esse. Riusciva a sentire qualcuno parlare di lei, dire che al momento c'erano poche speranze, possibilità. Che cosa intendeva? Poche speranze di scappare? Di questo ne era consapevole anche lei purtroppo.
<< Che ne dici di cominciare cercando in giro? Magari troviamo qualcosa che può esserci utile, o magari camminando ti si schiariscono i pensieri, tentar non nuoce...>> disse Oran sorridendo per tirarle su il morale.
Beatrice annuì senza sollevare lo sguardo e insieme scesero dalla tettoia rientrando dalla finestra. Erano troppo in alto per saltare giù, e sotto vi erano numerosi detriti su cui era meglio non cadere.
Andarono al centro della piazza e presero una strada percorribile, in molte le fiamme ardenti avvolgevano muri e macerie in una morsa infuocata. A dire il vero non c'era un singolo centimetro di tutta quella città infernale che non fosse avvolto dal fuoco. Era ovunque e inestinguibile, il fumo che produceva andava ad alimentare le nubi che occludevano il cielo e in strada rendeva rischioso quasi ogni passo. L'unica soluzione per sfuggirgli era stare il più possibile al centro delle vie e cercare di non inciampare tra i resti carbonizzati. In alcune strade questo era praticamente impossibile.
Nonostante ciò, Beatrice e Oran riuscirono, andando piano, ad arrivare in una via molto strana con sfondo chiuso, i cui edifici erano interamente franati su sé stessi. La densa polvere, sicuramente derivata dal franare delle strutture, si era accumulata e aveva formato un deposito molto spesso sulla strada e sugli innumerevoli resti sgretolati che vi erano. A tratti restava difficile persino respirare senza inalare la polvere che aleggiava nell'aria, che si sollevava e spargeva a ogni loro passo.
La strada era appunto un vicolo cieco. Il muro che la chiudeva in contemporanea faceva sì che le macerie dall'altro lato non invadessero la via, ostruendo il passaggio. Un muro molto imponente. Era di vari metri sia in altezza che in larghezza, da cui in alto, nel bordo, sporgevano molti ferri arrugginiti e chiodi acuminati. Un quantitativo insolito di filo spinato lo percorreva per intero in larghezza, come se lo stesse tenendo insieme; sicuramente sarebbe stato impossibile superarlo.
Oran e Bea si scambiarono due occhiate confuse e scoraggiate. Non c'era niente lì che li potesse aiutare. Non c'era proprio nulla effettivamente oltre ai detriti, che invece si trovavano ovunque. Ormai erano entrambi demoralizzati. Tanta strada percorsa senza aver trovato nulla di utile. Fatica e tempo sprecati.
Mentre si voltavano per tornare indietro però videro avanzare verso di loro una schiera di quelle strane guardie che avevano intravisto dalla tettoia: erano giunte all'interno della città.
Subito Oran prese Beatrice per il braccio e, più velocemente che potevano, si nascosero dietro una parete piena di crepe, intatta per miracolo.
Le guardie stavano girando a vuoto, esattamente come quando i soldati perlustrano delle aree per controllare che sia tutto in ordine. Per loro fortuna, non sembravano avere un vero obiettivo quindi, non avendoli visti, tornarono indietro senza accorgersi di loro.
Appena non furono più in grado neanche di vedere le loro sagome da lontano, tirarono un sospiro di sollievo.
D'un tratto un rumore dietro di loro però li fece voltare di scatto, temendo che ci fosse un altro pericolo.
Quando si voltarono si accorsero invece che era una ragazza.
[Fine capitolo]
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Sogno Di Una Morte
Fantasy"Una luce accecante, il buio opprimente, sono questi gli ultimi ricordi di Beatrice prima che la sua mente sprofondasse nell'oscurità" Queste sono le cose che vide prima di perdersi dentro se stessa, prima di iniziare un viaggio disperato per torna...