«Padre vi prego», disse la giovane Principessa.
Il grazioso salotto dell'ala est del castello di Bardarm, costellato da quadri di re precedenti, incorniciato da tappeti provenienti dall'oltreoceano, poltrone dai bordi laccati oro e dalle federe rosse sgargianti. La Principessa ci era mai stata, aveva dato solo qualche rara sbirciata tra l'entrata e l'uscita dei servitori. Suo padre non voleva che la si vedesse passeggiare davanti il salotto, le malelingue diceva. Anche se probabilmente non voleva che origliasse mentre discuteva della sua vita. Non voleva nemmeno che partecipasse alla vita politica del regno, ma doveva essere comunque al corrente delle azioni intraprese da suo padre e da altri re. Perché quando si sarebbe sposata non avrebbe dovuto mettere in imbarazzo suo marito e ovviamente non doveva mettere in mostra il suo sapere.
Fino a quel momento Julie pensava che questo le sarebbe tornato utile se si fosse sposata, non quando si sarebbe sposata. Ma suo padre aveva altri piani.
Il matrimonio imminente era stato annunciato durante un tè con suo padre, evento puramente formale. Una donna che non era promessa in sposa non poteva entrare in società. Si tendeva, infatti, a partecipare ad eventi mondani con delle "accompagnatrici", anche dopo il matrimonio.
Julie sapeva ancora prima di accomodarsi che questo in questo incontro avrebbero deciso il suo futuro. Perché anche i pasti con la famiglia reale erano considerati eventi mondani, visto che erano presenti i consiglieri del Re. Lord Esmond Solaster e Lord Benedict Mayflied, due uomini avanti con l'età ed entrambi dimostravano in volto i sessanta anni suonati che avevano. Non aveva mai scambiato più di qualche semplice convenevole con loro, anche se quello che le piaceva di più era Benedict con il suo sorriso pacato e la sua aria gioviale, al contrario Esmond aveva un eterno cipiglio sul volto e la schiena ingobbita.
«Padre, vi supplico di ripensarci. Non sarebbe forse» la interruppe ancor prima di poter dire il suo parere. «Una principessa non supplica» disse con voce grave.
Infatti una principessa non supplica, chiede, anzi no, ordina. Ma se Julie avesse ordinato a suo padre di lasciarle prendere i voti avrebbe avuto l'effetto contrario.
«Avete ragione padre» dissi a testa china «ma vi chiedo di ripensarci, non sarebbe» e lì la interruppe di nuovo. «Un re non ritorna sulle proprie decisioni, hai ancora molto da imparare figlia mia»
«Padre io io... avete ragione», si arrese, quando suo padre prendeva una decisione era meglio non trasgredirla. «Quando si celebreranno le nozze? » sembrò soddisfatto della sua risposta. Ma Julie era così, non riusciva a opporsi alle decisione di suo padre, per quanto in quel momento volesse solo rannicchiarsi di spalle a un muro e piangere.
«Il lutto ti stava facendo vedere il matrimonio come qualcosa da temere, sono contento che tu sia rinsanita. A ogni modo le tue nozze avranno luogo il 15 e tuo fratello Leopold andrà con te per accompagnarti all'altare in mia vece. Ovviamente sarai ampiamente scortata dalle guardie reali e avrai anche delle servitrici.»
Leopold, appena sentì quel nome ebbe un tuffo al cuore. Erano passati quattro anni dall'ultima volta che l'aveva visto, a volte si chiedeva se incontrandolo senza presentazioni lo avrebbe riconosciuto e viceversa.
«Leopold mi raggiungerà direttamente nella capitale?»
«Certo che no, sarà qui entro domani. Tua fratello ha svolto un ottimo lavoro al confine, sono fiero di lui.»
Stava per congedarla, eppure aveva ancora così tante domande, ce n'era una che però aveva la precedenza.
«Padre ho un'ultima richiesta da farvi prima che mi congediate»
«Prego, fai pure la tua richiesta figlia mia» era sospettoso, ma sapeva che ormai non avrebbe posto resistenza al matrimonio, si trattava solo di stabilire le proprie condizioni.
«Avete detto che mio fratello Leopold mi avrebbe accompagnata ma non avete menzionato Margaret. Non sarà più lei la mia dama di compagnia quando sarò sposata? »
Si grattò il mento con fare pensieroso. «Lord Mayflied, re Astaroth non hai mai espresso nelle sue lettere di voler nominare una dama di compagnia per mia figlia?»
«No vostra maestà» rispose prontamente il consigliere, il quale le rivolse sorriso pacato.
«In tal caso non c'è alcun impedimento. Ti consiglio però di trovare marito per Margaret a corte, sarebbe un peccato per una ragazza così carina restare zitella.»
«Certo padre, ai Lancaster farà molto piacere saperlo. Vorrei comunque avere il permesso di suo fratello per organizzare il suo matrimonio» sorrise soddisfatto per quello che aveva detto. Piccoli gesti come quelli per lei erano oro colato, aveva passato l'intera infanzia ad essere fuori posto e di intralcio, anche se allora non le importava. Suo padre aveva messo ben in chiaro quale versione di lei preferiva, perché non assecondarlo dopotutto?
«Se non hai nulla da aggiungere, puoi congedarti» fece una riverenza davanti a suo padre e poi davanti ai suoi consiglieri per poi aspettare che un servitore le aprisse la porta. Fece segno alla sua guardia personale di seguirla.
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Una principessa e un demone
FantasiLa Principessa Julie sta per sposare l'erede al trono di Carvel, il Principe Percival, in questo modo da sancire l'alleanza tra Vendred e Carvel. La principessa non è la fanciulla perfetta benedetta dal Divino, lei nasconde un segreto. E no, non sto...