Capitolo 4

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La cacciatrice stava leggendo un libro sulle streghe seduta sul davanzale della finestra. Era mattina, Sherlock era uscito presto per vedersi con Lestrade e lei aveva deciso di restare a casa e fare ricerche. Erano ancora alle prese con quel caso del tizio amputato. Bobby ancora non le aveva mandato nulla.
Qualcuno bussò alla porta. La cacciatrice si avvicinò cauta. -Chi è?-chiese ad alta voce. Fortunatamente, aveva nascosto una pistola sotto un mobile all'ingresso.
-C'è Sherlock?-domandò una voce maschile. -Avevo detto a mio fratello che sarei passato.
Fratello? Samantha era perplessa. Sherlock non le aveva detto di avere un fratello.
-Devo dirle qualche informazione su di lui così da provare la mia identità?-disse. -Posso anche far scivolare sotto la porta il mio tesserino di riconoscimento.
-Il tesserino.-disse. -E se non è chi dice di essere...apro la porta e sparo.-sibilò.
In risposta, da sotto lo stipite scivolò un pezzo di plastica. Samantha lo prese e lo lesse.
-Mycroft Holmes.-si leccò le labbra. -...del fottuto governo inglese.-aprì la porta, senza lasciare la presa sulla pistola.
L'uomo in giacca e cravatta squadrò la donna in T-Shirt oversize, gambe e piedi nudi e armata di pistola.
-Devo forse fare domande su dove ha preso quell'arma e se possa effettivamente possederne una?-mormorò, riprendendosi il tesserino. -E...non lo definirei fottuto governo inglese, non siamo in America. Qui la libertà di parola e di espressione prevede ancora l'oltraggio e la lesa maestà.
-La pistola è mia.-disse. -E deve sapere solo questo.-si leccò le labbra, appoggiando l'arma sul mobile.
-D'accordo...quasi più scontrosa di mio fratello, immagino che voi due andiate molto d'accordo.-si sedette sul divano. -È troppo chiederle una tazza di the, signorina...?
-Samantha Winchester.-mormorò, andando in cucina per preparare il the.

Sherlock entrò nel 221 B praticamente esausto. Aveva discusso con Gary tutta la mattina riguardo a un caso idiota portato avanti da agenti altrettanto idioti.
-Fratellino!-esclamò Mycroft, vedendo il fratello minore arrivare. Si portò poi la tazza alle labbra, sorseggiando il suo the.
-Mycroft?-sbatté le palpebre l'altro. -Come...cosa...?
-Avevamo deciso di vederci stamattina, non ricordi?-lo guardò. -E devi fare i complimenti alla tua coinquilina, per essere americana è in grado di fare un perfetto the inglese.
-Mycroft, dov'è Samantha?-si stava già agitando. Non la vedeva in salotto, o in cucina, ma sentiva il suo odore.
-A farsi una doccia. Ha borbottato qualcosa sul fottuto governo inglese e si è fiondata in camera tua.-accavallò una gamba. -Quindi...c'è qualcosa fra di voi?
-No, no...-scrollò la testa. -...non credo. Non penso.
-Quindi immagino che la sua mano fasciata sia dovuta a un incidente con un fornello, uh?-si leccò le labbra.
-Ho perso il controllo. Mi sono...infervorato.-si sedette sulla sua poltrona.
-Ha fatto domande?-lo incalzò, cacciandosi in bocca un paio di biscotti.
-Lei è una cacciatrice.-disse a bassa voce. Sentiva l'acqua della doccia scorrere nell'altra stanza.
Mycroft sbatté le palpebre. -Cosa?-mise giù la tazzina. -Cosa...cosa sa di te? Di cosa sei?-si bloccò. -...Winchester. Winchester, avrei dovuto capirlo!-scattò in piedi.
-Chi sono i Winchester?-chiese Sherlock.
-Solo i cacciatori di mostri più letali di tutta l'America?-scrollò la testa. -Sei in pericolo. Anche se è qui da sola e senza suo fratello.
-Lui è...morto.-disse l'altro. -...non credo sarà più un problema.
-Quelli come loro non stanno mai morti a lungo. So che lui è già morto tre volte, lei anche, ma sono sempre tornati indietro come se nulla fosse.
Sherlock si voltò di scatto verso la porta della sua stanza. Samantha era già morta? Più di una volta?
-Sherlock, promettimi che starai attento.-lo guardò. L'altro annui debolmente.
-Ora credo sia meglio che tu te ne vada.-mormorò. -Salutami la regina, dille che non ho intenzione di avere un altro colloquio con lei.

Samantha uscì dalla stanza di Sherlock con addosso il suo accappatoio e i capelli ancora bagnati. -Oh, sei qui.-disse. -È passato tuo fratello, ha detto che...
-Tu sei morta.-disse Sherlock, alzando lo sguardo dalla poltrona dove era ancora seduto.
-Sì.-mormorò. -Ma perché...
-Più di una volta.-stavolta puntò i suoi occhi di ghiaccio su di lei.
-Sì.-si sedette sul divano. -E sono stata anche all'Inferno.-si leccò le labbra. -C'è altro che vuoi sapere?
Lui non disse nulla. Si alzò in piedi, andando in cucina. Samantha non ci aveva fatto caso, ma il bollitore stava fischiando.
Lo seguì. -Sherlock.-si avvicinò a lui. -Cosa ti ha detto tuo fratello? Perché-...
Lui si voltò di scatto verso di lei e le prese le spalle. -Come sei sopravvissuta alla morte più di una volta?-sussurrò.
-Ho...lottato.-sussultò. -Sherlock, mi stai spaventando.-disse poi.
Il consulente detective si lasciò sfuggire un singhiozzo, tirandosi al petto la donna e stringendosela fra le braccia. Samantha restò immobile, lasciando che l'altro si sfogasse. Appoggiò una mano sulla sua nuca, passando le dita fra i suoi ricci scuri. Lui immerse il viso nell'incavo del suo collo, inspirando il suo odore.
-Non andartene anche tu.-sussurrò. La cacciatrice sentì una morsa stringersi sul suo petto.
-Non vado da nessuna parte, Sherlock.-sussurrò, baciandolo sulla fronte. -Sono piuttosto dura da far fuori.

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