Capitolo 8. Supposizioni sbagliate

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Ma che cazzo succede qui?

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Ma che cazzo succede qui?

Non posso fare a meno di pensare a questa domanda, cosa succede? Perché questa donna sa il mio secondo nome?

Trevor mi guarda, aspettando che io ricambi il saluto ma la verità è che la mia voce è inesistente in questo momento. Dopo poco, lo stato di trance termina e dico in modo nervoso ma calmo ' sediamoci e iniziamo.'

Ci sediamo e Trevor si prende cinque minuti per riordinare appunto e idee. Il silenzio tombale che c'è in queste quattro mura mi sta letteralmente mandando su tutte le furie, ma non ci tengo a mostrarmi scomoda, soprattutto davanti a questa donna.

Ha l'aria di una stronza manipolatrice. Direi che in questo momento una diagnosi dalla nostra Esther ci farebbe comodo.

"Signora Miller, questa è la nostra seconda seduta da quanto lei è mia cliente, a breve ci sarà il suo processo, come si sente?" Chiede il mio collega tutto d'un fiato.

"Beh, mi sento come una che ha ucciso a sangue freddo un figlio di puttana, e che ora si trova in carcere, con una figlia adolescente che non sente e non vede da due settimane, direi abbastanza male. Ma non pretendo che lei capisca, con il suo completo di Gucci rigorosamente composto e la ragazza affianco a lei, vestita di tutto punto con un tailleur Versace, vi piacciono le marche di lusso vedo." Taylor mi spiazza quanto mi infastidisce.

Dice tutto ciò, con un'arroganza sconcertante. Tant'è che non riesco a intervenire poiché sono senza parole.

"Signora, le espongo due fattori molto importanti. Io e la qui presente signorina Orteco siamo qui per svolgere al meglio il nostro lavoro, e cioè di rappresentarla in tribunale, e a fare l'impossibile affinché lei esca da qui e torni da sua figlia, perciò, si limiti a stare nella sua area di interesse e smetta di preoccuparsi di ciò che io e lei indossiamo." Afferma Trevor indicando me. Bravo Trevor, metti al suo posto questa donna.

"Sa, lei è arrogante, ma mi piace, determinato, giovane potrei farle ascolto, ma lei che mi dice? Maria Orteco. Da quando è entrata dentro questa stanza ha detto due parole in croce, non mordo mica."

"Sa signora Miller, come ha detto il Signor Cooper dovrebbe preoccuparsi della sua situazione, non di quanto io parli. Anzi, perché non inizia lei a parlare, dicendoci cosa è successo nel dettaglio la notte in cui lei ha svuotato una pistola nella testa di quell'uomo?" Trevor mi guarda, ma non capisco se il suo è uno sguardo di rimprovero. Nel dubbio, smetto di osservarlo e poso nuovamente lo sguardo su Taylor la stronza.

D'altro canto, lei cambia espressione. È visibilmente confusa.

''Non ha parlato con mia figlia? Lei avrebbe dovuto dirle come sono andate le cose, no?'' Ora sono io che la guardo confusa. Fa finta di non sapere?

''Signora Miller, sua figlia non ha detto mezza parola su quello che effettivamente è successo quella notte. In compenso però ha espresso pareri non richiesti sulla mia vita privata e quella del signor Cooper , senza alcun ritegno, e con davvero tanta maleducazione.'' la calma con cui dico questa frase, potrebbe fare concorrenza alla calma di uno psicopatico che tortura la sua vittima.

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