Capitolo 9. La babysitter

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10 aprile 2022

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10 aprile 2022



"Soph, andrà tutto bene, dopo tutto devi fare da babysitter alla figlia della donna che stai andando a difendere in tribunale." Oggi il premio per la simpatia lo diamo direttamente alla nostra carissima Kelly Addams.

"Se andrà come l'altra volta, chiamo Esther come supporto morale. Una terapeuta in questo caso sarebbe d'aiuto, quella ragazzina credo mi odi per ragioni sconosciute."

"Anche io ti odierei se non sapessi che nonostante tuo padre sei la persona più umile di questo pianeta."

"Grazie, mi rassicuri."

Oggi sono nervosa, incontrerò Nezha per la seconda volta, però mi sento positiva. Ieri ho passato l'intera mattinata con Trevor e mi ha dato una mano su come avrei dovuto approcciarmi a lei, ha invitato in ufficio una sua amica pedagogista e assistente sociale, che mi ha dato delle dritte ben precise e che oggi sarà presente con me mentre parlerò con lei, e interverrà in caso io ne dovessi avere bisogno.

Ci siamo accordate sull'incontro all'entrata della struttura in cui è stata messa.

Per fortuna Trevor ha conoscenze dappertutto e si è assicurato che quella ragazza difficile venga trattata in maniera tranquilla, per quanto possa essere una piccola stronza, ne ha passate tante, è da capire il suo comportamento poco consono.

Tutto ciò non toglie dalla mia testa il fatto che sia madre che figlia sapessero particolari di me che non avrebbero dovuto conoscere. Posso capire perché conoscano mio padre, ma non perché Taylor sappia il mio secondo nome. È inquietante.

Quando arrivò in comunità, Sarah, la pedagogista è già lì che mi aspetta. Infatti, ieri mi ha detto 'puntuale come un orologio svizzero'. È davvero simpatica, ha 25 anni ed è parecchio brava, si è portata avanti con gli studi e si è laureata prima del previsto. Non posso che complimentarmi con lei. Poi è super disponibile e professionale, adoro le persone come me.

"Avevo detto puntuale come un orologio svizzero e tu hai tardato di un minuto." Dice ironicamente.

"Il traffico è una merda sai?" E non mento. Il traffico di Boston è caotico, non batte New York ma ci si sia vicina parecchio.

"Sei mai stata qui Sophia?" Mi chiede con una faccia terrorizzata.

"No, perché me lo chiedi con questa faccia?"

"Perché, qua dentro non ci sono solo ragazzi come Nezha, qua è un vero e proprio manicomio. Ci sono ragazzi che hanno commesso reati gravi, ma troppo piccoli, per il carcere. Infatti, non so cosa ci faccia qui quella ragazzina. "

"Il giudice ha deciso di metterla qui perché compromette le indagini su sua madre, ha tentato di mettere le mani addosso a una guardia pur di vedere Taylor, e le assistenti sociali che la seguono non sono le più amorevoli di questo mondo." affermo.

''Giusto, non avevo dubbi. Spero di poterla aiutare, ovviamente con il tuo appoggio.''

Arriviamo all'entrata della comunità. È pieno di guardie, con mitra e giubbotti antiproiettile. Tutto molto inquietante.

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